Chef Rubio, Premio IaT 2015 «La cucina è condivisone di valori»
Chef Rubio ha conquistato il premio Italia a Tavola nell'edizione 2015. Sul set televisivo è mattiniero nel rispondere alle nostre domande con la consueta energia e passione contagiosa per il suo lavoro . «Mi sento più giovane oggi di dieci anni fa, quando nacque il premio Italia a Tavola», ha spiegato orgogliosamente
31 gennaio 2018 | 12:00
di Andrea Radic
Chef Rubio
Il premio è uno strumento per comunicare tutto questo? Una iniziativa come la vostra dura da dieci anni perché dare voce al pubblico è un vero strumento di condivisione, la gente ha modo di avvicinarsi ai personaggi e aderire alla loro passione. Per gli addetti ai lavori è una bella opportunità di comunicare con gli utenti ed è bello sentire il loro supporto.
Il web è la modalità giusta per questo coinvolgimento?
Il web se usato in maniera corretta è giusto e il premio è un esempio che convoglia energie positive. Un gioco, chi vince o chi perde importa meno, importante è credere nelle idee e condividerle, la votazione è sempre divertente per lo spettatore e gratificante per chi viene riconosciuto.
Tu sei in televisione, ma in modo diverso da tanti tuoi colleghi.
Attraverso i piatti e soprattutto il racconto, porto avanti un messaggio, la cucina non è show o competizione e forse, paradossalmente non dovrebbe neanche stare in televisione. Il piacere della cucina non è osservare qualcuno che spadella, è un piacere intimo, esperienza di vita, so di essere un po’ contro corrente, ho deciso di non fare più show cooking, tante chiacchiere senza che le persone possano davvero gustare e capire, preferisco la cucina pragmatica e cerco di raccontarla.
Ai tanti giovani che si avvicinano alla cucina quale consiglio vuoi trasmettere?
Quello di divertirsi e voler imperare il più possibile, ma soprattutto, darsi al più debole al meno fortunato. Senza prendersi chissà quali meriti.
Dieci anni sono trascorsi per il premio e anche per te...
Ho fatto molto in questi dieci anni, tutto quello che ho potuto, di più no, sarei stato un marziano, mi sento più carico, soprattutto di testa, ho più obiettivi. Mi piacerebbe, ad esempio, che tanti colleghi andassero nella direzione dell’attenzione agli altri, meno concentrazione sullo showbiz è più attenzione al valore della nutrizione
Infine?
In bocca al lupo a Ernst Knam e vinca il migliore, ci vediamo a Bergamo.
Hashtag: #premioiat
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