Caro bollette: alberghi, bar e ristoranti non riescono a pagarle

A febbraio il 15% tra famiglie e piccole medie imprese non è riuscito a pagare luce e gas. Federturismo ha chiesto al Governo che le imprese del settore turistico ricettivo, termale e anche gli impianti di risalita vengano inseriti fra quelle energivore. Questo permetterebbe loro di godere di un regime straordinario di aiuti

30 marzo 2022 | 13:02
di Martino Lorenzini

Il caro bollette inizia a farsi sentire nei bilanci delle famiglie e delle piccole, medie imprese, compresi, alberghi, bar e ristoranti. A segnalarlo è Arte, l'Associazione operatori energia che raggruppa i rivenditori e i mediatori che trattano la materia in Italia. Secondo un recente studio, ripreso in un articolo del Sole 24 ore, infatti, il valore delle forniture non pagate in Italia è passato dai circa 17 milioni di euro di dicembre, pari al 10% del totale mensile, ai 21,5 di gennaio, fino a spingersi ai 26 milioni di insoluto di febbraio. Per Arte, quasi un cliente su sei fa quindi fatica a onorare il contratto di fornitura (lo studio rivela che a febbraio l'incremento medio dei distacchi per morosità è aumentato del 36% rispetto all'anno precedente). Anche per questo motivo Confindustria Alberghi si sta muovendo per chiedere al Governo un aiuto concreto alle imprese del settore turistico. A rischio è infatti la ripresa del settore, che finora era stato fortemente penalizzato dall'emergenza pandemica. La richiesta di Confindustria Alberghi insieme a Federturismo è quindi quella di inserire tra i soggetti energivori le imprese del settore turistico ricettivo, termale e gli impianti di risalita, dato che devono gestire un enorme incremento dei costi per il consumo di energia elettrica. Nel Decreto legge 17 si riconosce infatti alle imprese a forte consumo di energia elettrica un contributo straordinario, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di un credito di imposta del 25%.

Bollette, boom di mancati pagamenti per famiglie imprese

Il caro bollette sta facendo sentire i suoi effetti. Sempre più famiglie e imprese non riescono a pagarle. Secondo un'indagine di Arte, l'associazione che raggruppa gli operatori dell'energia, da dicembre a febbraio si è assistita a una vera e propria escalation di insoluti. Il valore delle forniture non pagate è passato dai circa 17 milioni di euro di dicembre ai 21,5 di gennaio, arrivando a febbaio a 26 milioni di insoluto. Ovvero, quasi un cliente su sei, secondo il campione di analisi di Arte fa fatica a onorare il contratto di fornitura. Ma la situazione è destinata a peggiorare, a causa del conflitto tra Russia e Ucraina. A marzo, infatti il prezzo dell'energia ha raggiunto i livelli massimi, anche se in bolletta i rincari, secondo l'associazione, si sentiranno soltanto tra due mesi. I fornitori stanno cercando di arginare il fenomeno, adottando delle procedure per favorire il ritorno dei pagamenti. Secondo Arte sono stati attivati 41.237 piani di rateizzazione, di cui 24.597 che riguardano gli utenti domestici. Per le imprese di fornitura gli incentivi finora forniti dal Governo sono insufficienti.

 

 

Gli scenari di Confcommercio sull'aumento delle bollette in base alla guerra in Ucraina

L’evolversi della crisi russo-ucraina è ancora molto incerta ed è quindi solo possibile ipotizzare tre diversi scenari di andamento dei prezzi su cui basare le stime dell’impatto per le imprese del commercio, del turismo e della ristorazione in Italia in termini di maggiore, o minore, spesa nel corso del 2022. Lo scenario peggiore, secondo quando rivela uno studio realizzato da Confcommercio con Nomisma energia, potrebbe portare quasi a triplicare il costo delle bollette. Per questo Confcommercio invita il Governo a trovare misure urgenti per risolvere i nodi del sistema energetico italiano. A cominciare dalla dipendenza delle forniture estere, dalla revisione della fiscalità energetica e dall'abbattimento degli oneri generali di sistema

La richiesta di Confindustria Alberghi al Governo

Il caro bollette rischia di affossare la ripresa del settore turistico ricettivo, che lentamente e con fatica stava cercando di uscire dalla crisi pandemica e dalle relative restrizioni anticontagio, che inevitabilmente hanno penalizzato il settore. Da qui la richiesta di Confindustria Alberghi e Federturismo di inserire tra i soggetti energivori le imprese del settore turistico ricettivo, termale e gli impianti di rislita che devono gestire un incremento enorme di costi per il consumo di energia elettrica. Al momento l'articolo 4 del decreto legge 17/2022 riconosce alle imprese un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 25% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre del 2022. La presidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo, in un articolo pubblicato dal Sole 24 ore, ha ricordato che gli alberghi sono di fatto delle imprese energivore. «Il solo gas è aumentato nell'ultimo trimestre del 2021 del 267% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A questi si aggiunge un +99% del primo bimestre del 2022».

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Alberto Lupini


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