Ormai è allarme rosso per tutto il mondo dell’Horeca. A fronte del buon andamento del turismo estivo (che durerà ancora qualche settimana nelle città d’arte grazie al ritorno in massa di europei ed americani), non c’è infatti un analogo stato di salute delle imprese, hotel e ristoranti in primis. La debolezza strutturale di aziende spesso famigliari e già piegate dalla pandemia ha fatto i conti con costi energetici esplosi col sovrapporsi di inflazione (mai così alta da decenni) e guerra in Ucraina. Se poi aggiungiamo la siccità e la mancanza di personale (a cui si è fatto fronte ricorrendo anche al “nero”), abbiamo costi fissi che oggi mettono in ginocchio l’interno comparto.
E le prospettive invernali non sono certo migliori. Anzi. Con bollette dell’energia alle stelle, non si sa come sarà possibile riscaldare camere, sale di ristoranti o SPA con gli attuali costi insostenibili. Per non parlare del funzionamento degli impianti di risalita (energivori), i cui costi già l’anno scorso avevano superato i ricavi.
Bollette alle stelle, imprese in ginocchio: ci vogliono soluzioni immediate
Lo scenario non è dei migliori, soprattutto se si pensa alla confusione con cui i partiti si sono presentati alle elezioni, con programmi spesso irrealistici, demagogici o all’insegna della “negazione” della situazione. Quasi che Meloni, Letta o Salvini possano anche solo lontanamente rassicurare i mercati (pronti a scatenare nuove speculazioni) solo perché potrebbero sostituire Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Ecco perché è fondamentale che il Governo in carica decida in fretta come sterilizzare l’assurdo peso delle bollette dell’energia. I pannicelli caldi non servono a nessuno e senza interventi è facile immaginare che una parte importante delle piccole e medie imprese del turismo sarà costretta ad abbassare le saracinesche. Non per un lockdown temporaneo, ma per non riaprirle più.
Per potere agire il Governo ha però bisogno di un accordo generale fra i partiti, che invece litigano su tutto. A partire dal futuro energetico. In attesa che ci possano davvero essere domani fonti “pulite” e rinnovabili per garantirci l’attuale livello di consumi, solo Salvini e Calenda sostengono centrali nucleari e riattivazione delle estrazioni nazionali del gas, mentre Meloni, Letta e Conte sono contrari o nicchiano persino sui rigassificatori, senza i quali rischiamo di passare un inverno al freddo e al buio.
E c’è poi tutta la questione del personale che manca e di una nuova formazione. Tema sul quale c’è la nebbia più totale in quasi tutti i programmi elettorali. Speriamo solo che a elezioni avvenute, a fine ottobre sia possibile avere novità in occasione della conferenza europea delle scuole alberghiere che si terrà a Senigallia, alla quale interverrà anche Italia a Tavola in occasione degli stati generali del turismo e della ristorazione italiana.