L'inizio dell'estate ha portato in dota un'importante novità per chi il mondo di bar e ristoranti. A giugno, infatti, è stato firmato il nuovo contratto nazionale per i lavoratori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e del turismo. Un risultato raggiunto dopo mesi di trattative, di mobilitazione da parte dei sindacati e dopo anni di attesa. Si tratta, a livello numerico, del terzo contratto di lavoro più applicato in Italia dopo quello del terziario e del settore metalmeccanico. Coinvolge, nello specifico, oltre 1 milione di lavoratrici e lavoratori distribuiti in 333mila aziende. La firma è stata accolta da molti come un passo avanti importante per il comparto, alle prese, com'è noto, con l'enorme problema della carenza di personale. E con la stagione estiva ormai conclusa, la domanda che sorge spontanea è: si sono già visti i primi effetti positivi del nuovo contratto?
Contratto nazionale dei pubblici esercizi: le novità
Prima di provare a dare una risposta al nostro interrogativo, cerchiamo di ricapitolare le novità contenute nel nuovo contratto nazionale firmato a giugno. L'intesa, entrata in vigore il 1° giugno 2024 e che sarà valida fino al 31 dicembre 2027, definisce un aumento contrattuale a regime di 200 euro al 4° livello, da riparametrare per gli altri. La prima tranche di aumento salariale di 50 euro è già stata corrisposta con la retribuzione del mese di giugno 2024; seguiranno altre 4 tranche di 40, 40, 30 e 40 euro. Previsto l'aumento di 3 euro del contributo per l'assistenza sanitaria integrativa Fondo EST a carico delle aziende a partire dal 1° gennaio 2027. Sulla classificazione del personale è stato rivisto l'impianto esistente, aggiornando le figure professionali rispetto all'evoluzione dei vari comparti. Da sottolineare anche gli interventi sulle politiche di genere; inserite per la prima volta nell'articolato normativo le misure di contrasto alle molestie e violenze nei luoghi di lavoro, prevedendo percorsi di formazione e informazione, tra i quali un'ora di assemblea retribuita dedicata e aggiuntiva.
Previsti, poi, ulteriori 90 giorni di Congedo retribuito al 100% per le donne vittime di violenza di genere, in aggiunta ai novanta previsti dalla Legge, definita la possibilità di essere trasferiti in altre sedi di lavoro e di essere escluse da turni disagiati. Rivisitati aggiornandoli alle norme di legge, gli articolati riferiti ai congedi di maternità e paternità obbligatori e facoltativi, migliorando l'articolato esistente, anche in riferimento alle pari opportunità e alla parità di genere. Per le lavoratrici e i lavoratori part time è stato confermato un esame congiunto volto al consolidamento del lavoro supplementare svolto in maniera continuativa.
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Nuovo contratto nazionale, Calugi (Fipe): «Presto per vedere i primi effetti»
Tra chi si è detto molto soddisfatto del nuovo contratto c'è anche Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. La stessa Fipe, però, ha anche spiegato come in questi primi mesi ancora non sia stato possibile vedere i primi effetti positivi della firma. «È presto per vedere i primi risultati e fare le prime valutazioni sull'impatto del nuovo contratto - ha spiegato il direttore generale Roberto Calugi - Ci sono sicuramente aspetti positivi, primo fra tutti l'aver normalizzato il settore, che non poteva rimanere senza contratto. Questo sicuramente permette di avere la sensazione di una minore fragilità e precarietà. La stagione che si sta concludendo resta una stagione nella quale si è cercato di ottimizzare le risorse disponibili. Il problema della mancanza di personale c'è ancora, chiaramente, ed è dovuto a diversi fattori, non a una sola causa».
Il problema dei "contratti pirata"
Calugi ha poi portato all'attenzione un altro tema caldo che riguarda bar e ristoranti, quello dei cosiddetti "contratti pirata". «È un'anomalia tutta italiana - ha aggiunto Calugi - Al Cnel ci sono contratti depositati che applicano ancora condizioni capestro. Di conseguenza, ci sono migliaia di lavoratori che devono fare i conti con questi "contratti pirata"». Stiamo parlando, nello specifico, di una vera e propria giungla, almeno per quanto riguarda i pubblici esercizi. Fuori dai contratti più rappresentativi, ci sono decine di documenti che applicano condizioni molto spesso peggiorative.
È la stessa Fipe, che sul tema lavora da sempre, in un suo documento, a definirli: «Si tratta di un fenomeno che si realizza principalmente attraverso l'applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali e datoriali scarsamente rappresentative del settore. Con una finalità ben precisa: ridurre il costo del lavoro e le tutele contrattuali per contrastare la concorrenza di aziende più rispettose delle regole e più virtuose, a danno delle condizioni di lavoro e della qualità dell'offerta».
Nuovo contratto nazionale, il punto di vista di Restworld
Tornando al rinnovo del contratto nazionale, anche Restworld è concorde col punto di vista di Fipe. La start up, nata a Torino nel 2020, lavora per facilitare l'incontro persone e locali per avviare insieme percorsi lavorativi proficui. Luca Lotterio ne è il ceo e uno dei fondatori. «Il nuovo Ccnl lo vedo come una prima azione che serve soprattutto a riportare a normalità e regime quello che dovrebbe essere un aumento salariale non del nostro, ma di tutti i settori - ha evidenziato - L'impatto per il momento si vede poco. Potremo valutarlo magari tra due anni. Di certo, però, qualcosa sta cambiando».
Per Lotterio la stagione estiva appena conclusasi non è stata particolarmente diversa da quelle precedenti, ma ci sono alcuni trend interessanti. «La difficoltà a trovare personale rimane, ma questo c'è ormai da tempo - ha aggiunto - Abbiamo notato, però, la disponibilità dei ristoranti a pagare di più per trovare personale. Non solo: le aziende tendono a muoversi con largo anticipo per cercare le persone giuste. C'è poi una tendenza a ridurre la settimana lavorativa anche in alta stagione. L'impressione è che le stagioni andranno via via migliorando».
Nuovo contratto nazionale, la soddisfazione dei sindacati
Qualche impatto positivo del nuovo contratto nazionale c'è già stato per i sindacati. «In questa stagione turistica da record, che ha superato anche le più ottimistiche aspettative registrando presenze superiori rispetto al periodo pre-covid, l'impatto è stato positivo anche sull'occupazione - ha sottolineato Giusi Sferruzza, segretaria nazionale Fisascat Cisl con delega al Turismo - II recente rinnovo del contratto nazionale dei pubblici esercizi ha sicuramente contribuito a sostenere le lavoratrici e i lavoratori del settore per i quali siamo riusciti a garantire il recupero del potere di acquisto con gli aumenti salariali, anche in considerazione del complicatissimo periodo vissuto per la brusca frenata causata dalla pandemia. Si aggiunga che, attraverso la rivisitazione e aggiornamento di alcune parti normative, ci si è posti l'obiettivo di affermare, consolidare e innovare l'articolato in tema di diritti e tutele a favore degli addetti del settore prevedendo, altresì, specifiche parti per le lavoratrici. Nei fatti, una significativa parte della forza lavoro nel settore è composta da donne».
Il nuovo contratto potrà avere, per Sferruzza, un ruolo centrale nella lotta al lavoro nero: «In un comparto così importante anche per l'economia italiana, in cui si continua a contrastare lavoro nero e sommerso, questo rinnovo e la sua applicazione rappresenta e deve rappresentare strumento fondamentale per tutelare e valorizzare le lavoratrici e i lavoratori e per promuovere la regolarizzazione dell'occupazione. Tanto è stato fatto in questi ultimi mesi in termini di rinnovi contrattuali nel settore, l'auspicio è che riprendano le trattative che hanno subito l'arresto affinché a tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto si riconoscano diritti e tutele previsti dai rinnovi già sottoscritti. Siamo infatti fortemente convinti che, anche attraverso i rinnovi contrattuali, si possa qualificare e rendere attrattivo il settore».
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Alberto Lupini
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