Anno nuovo, guardiamo con ottimismo al futuro di cibo e turismo italiani
Il governo Meloni ha avviato un progetto politico di lungo respiro, che ci auguriamo dia stabilità alle imprese e all’economia. Per il mondo del turismo e dell’enogastronomia speriamo ci siano a breve iniziative serie
Guerra in Ucraina, bollette energetiche e Covid e influenza che mettono a letto mezza Italia. Con questi problemi si chiude un anno all’insegna di un’insolita stabilità e di una ripresa superiore ad ogni previsione. Ci sono anche polemiche un po’ scontate su tetto al contante e uso del Pos o sul reddito di cittadinanza, nonché sulle pensioni o sugli sbarchi di profughi, ma le questioni di fondo sulle quali si gioca il nostro futuro sembrano al momento “sospese” visto che, oggettivamente, ci sono poche risorse e c’è l’urgenza di chiudere la Manovra, mentre molte scelte legate ai soldi del Pnrr sono già state fatte dal Governo Draghi.
La politica torna in primo piano con un progetto di governo di lungo respiro
Pur in emergenza, si può però cogliere l’avvio di un progetto politico di lungo respiro. Dopo troppi anni di compromessi al ribasso e interdizioni continue, sembra sia tornato un po’ di ottimismo nel mondo delle imprese, che sperano di contare su interlocutori meno ballerini o condizionabili dai cambiamenti di equilibrio fra i partiti (Berlusconi e Salvini permettendo). Non è ancora del tutto chiaro cosa vorrà o potrà fare la destra al Governo, ma c’è la sensazione che si sia davvero voltato pagina riportando la politica in primo piano.
Valorizzazione del turismo e della filiera agroalimentare
Si tratta di una novità a cui il mondo del turismo e dell’enogastronomia non poteva restare estraneo. Anche perché ci sono stati segnali positivi. Pensiamo alla reintroduzione dei voucher, strumento oggi indispensabile per tamponare il problema di trovare personale per bar, ristoranti od hotel. E ugualmente si può dire della volontà del Premier Giorgia Meloni di sostenere le piccole imprese senza rassegnarsi all’idea che il futuro sia solo delle grandi imprese o della globalizzazione. Come pure strategica è la volontà di valorizzare tutta la filiera agroalimentare, rafforzata ora dalla sconfitta in Europa di chi puntava a mettere carne e vino nella black list dei cibi dannosi.
Certo c’è l’inutilità delle tasse sulle mance o l’esagerata enfasi sui Pos, iniziative che alla fine non incidono sul serio sulla realtà di aziende che hanno bisogno di certezze sul loro futuro. L’importante è che ci sia la volontà di sostenere aziende che rappresentano il più rilevante apporto al Pil e sono il simbolo dello stile di vita italiano che piace in tutto il mondo.
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Per l’anno nuovo auspichiamo iniziative serie per risolvere i problemi più seri
L’augurio col quale vogliamo accompagnare il nuovo anno è che ci siano a breve iniziative serie su una nuova formazione professionale, sulle garanzie offerte da chi avvia nuove imprese (sono già troppi i pubblici esercizi in Italia) o deve occuparsi di cibo, sulla riforma delle concessioni balneari, sulle licenze di alcuni servizi come i taxi e sul controllo dell’abusivismo nell’ospitalità (B&B in primis). Basterebbero queste cose per assicurare un salto di qualità a beneficio di tutti.
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Alberto Lupini