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Allarme siccità: laghi e fiumi del Nord Italia sono a secco

È l'inverno più arido dal 1949 a oggi, se si esclude il 1980. Preoccupa anche la scarsità di neve in montagna. Danni ingenti per l'agricoltura e per la salute: l'assenza di precipitazioni permette l'accumulo di inquinanti

09 febbraio 2022 | 11:29

Allarme siccità: laghi e fiumi del Nord Italia sono a secco

È l'inverno più arido dal 1949 a oggi, se si esclude il 1980. Preoccupa anche la scarsità di neve in montagna. Danni ingenti per l'agricoltura e per la salute: l'assenza di precipitazioni permette l'accumulo di inquinanti

09 febbraio 2022 | 11:29

È allarme siccità nel Nord Italia. In alcune aree non piove da due mesi e fiumi e laghi sono ormai a secco. All'orizzonte non soltanto danni ingenti per l'agricoltura, come sottolineato dalle organizzazioni di settore, ma anche per la salute e per l'economia. 

Allarme siccità: laghi e fiumi del Nord Italia sono a secco

Siccità al Nord: è un inverno arido 

Dal Po al Garda: fiumi, grandi e piccoli, e laghi sono a secco. Non piove da mesi: dal 1949 ad oggi, più arido fu solo l'inverno del 1980. Preoccupa anche la scarsità di neve in montagna dove le riserve sono più che dimezzate. 

L'allarme per l'agricoltura ma non solo

Le organizzazioni agricole, da Coldiretti a Confagricoltura alla Cia, lanciano l'allarme: sono a rischio le prossime coltivazioni primaverili. Non solo danni ingenti per l'agricoltura però. L'assenza di precipitazioni ha permesso che nell'aria del bacino padano si accumulasse  una concentrazione record di inquinati con conseguenze anche sui nostri polmoni. Insomma danni all'ambiente, alla salute ma anche all'economia visto che meno pioggia significa anche meno riserve nei bacini idroelettrici montani, quindi meno energia. E di questi tempi non c'è da stare allegri, visto quel che succede a livello internazionale con i venti di guerra all'orizzonte. Senza dimenticare il pericolo di incendi boschivi.

Nuovi invasi per raccogliere l'acqua 

«Serve subito un tavolo di confronto- chiedono i rappresentanti delle aziende agricole - per stabilire il da farsi'». Magari partendo da una proposta concreta che sta già muovendo i primi passi. E cioè, come ha proposto la Regione Lombardia, trasformare le ex cave di sabbia e ghiaia in bacini di accumulo idrico per l'irrigazione. Nel bresciano ve ne sono sedici pronte all'uso magari utilizzando i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sviluppando così una rete di piccoli invasi a basso impatto paesaggistico privilegiando appunto il recupero delle cave esistenti.

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