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Molino Paolo Mariani
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Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»

Non un divieto, ma un invito al buonsenso: all'Osteria del Sole, nel cuore di Bologna, un cartello “sconsiglia” l'ingresso ai minori di 18 anni. Una scelta che ha scatenato reazioni contrastanti. Ne abbiamo parlato con il titolare, Nicola Spolaore, che in un'intervista ci ha spiegato le ragioni dietro questa decisione

di Nicholas Reitano
Redattore
02 maggio 2025 | 17:44
Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»
Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»

Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»

Non un divieto, ma un invito al buonsenso: all'Osteria del Sole, nel cuore di Bologna, un cartello “sconsiglia” l'ingresso ai minori di 18 anni. Una scelta che ha scatenato reazioni contrastanti. Ne abbiamo parlato con il titolare, Nicola Spolaore, che in un'intervista ci ha spiegato le ragioni dietro questa decisione

di Nicholas Reitano
Redattore
02 maggio 2025 | 17:44
 

Sta facendo il giro del web il cartello apparso all'ingresso dell'Osteria del Sole, storico locale nel cuore di Bologna, che “sconsiglia” l'ingresso ai minori di 18 anni. A firmarlo è Nicola Spolaore, oste e titolare, che con questa scelta ha riacceso il dibattito - tutt'altro che nuovo - sul ruolo dei bambini nei ristoranti.

Noi di Italia a Tavola, che da tempo seguiamo questo tema, avevamo già proposto una guida pratica per i genitori su come comportarsi al ristorante con i più piccoli, proprio per favorire una migliore convivenza tra esigenze familiari e rispetto degli altri clienti. Oggi, con le parole dirette e schiette dell'oste bolognese, quel dibattito torna d'attualità. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare com'è nata l'idea del cartello e, soprattutto, quale sia il messaggio reale dietro a una scelta così discussa.

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L'intervista a Nicola Spolaore, proprietario dell'Osteria del Sole

Nicola, com'è nata questa idea? È frutto di un impulso o di una riflessione più lunga?
No, no, è una riflessione sicuramente più lunga, ma non solo: è una riflessione documentata. Già nel 2015 avevamo provato con un cartello tra l'ironico e il giuridico, e allora gli scontri furono più negativi che positivi. Invece, stavolta mi sembrano molto positivi. La decisione è ponderata, non è un atto di rabbia del momento. È il frutto di episodi costanti, ripetuti nel tempo. E voglio chiarirlo: non è un divieto. È un richiamo all'ordine.

Cosa succedeva, esattamente?
Arrivano con dei passeggini che sembrano dei fuoristrada. Qui lo spazio è poco, il locale è del 1400 con un arredamento del Novecento. C'è gente in piedi che beve, e intanto entrano con i monopattini, si muovono tra i tavoli. Quando va bene, si siedono con un tablet rumorosissimo. Non è colpa dei bambini, è colpa dei genitori che non riescono a tenerli a freno. E poi c'è stato un episodio, il peggiore: un padre ha cambiato il pannolino del figlio direttamente sul tavolo, vicino ad altri che stavano mangiando. Lì abbiamo capito che bisognava fare qualcosa.

Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»

La sala dell'Osteria del Sole a Bologna

Si aspettava così tante reazioni positive?
Non del tutto. Anzi, a dirla tutta, le reazioni più critiche le ho avute in famiglia. Mia figlia mi ha detto: “Poi papà, voglio vederti tu a tenere buono un bimbo di due anni”. Le capisco, ma non mi aspettavo così tante reazioni positive. L'ultima volta, anni fa, avevano parlato di discriminazione, di un rifiuto verso le famiglie, ma non è così.

Ha notato una crescita generale della maleducazione nei locali? E c'è differenza tra italiani e turisti?
Purtroppo sì, e devo dire che sono soprattutto gli italiani. Mi dispiace, però è vero. Le famiglie del Nord Europa, ad esempio, sono spontaneamente educate, non serve dirgli nulla. Il problema è principalmente nostrano.

Spolaore (Osteria del Sole): «Ho ricevuto l'appoggio della Confcommercio»

Ha ricevuto solidarietà da parte di altri ristoratori?
Esplicitamente no, ma ho ricevuto l'appoggio pieno della Confcommercio. Mi hanno detto che sono stato coraggioso a dire quello che tanti altri pensano ma non osano dire. Ripeto, non ho nulla contro i bambini né contro le famiglie. Sono stato figlio, padre, zio, e ora sono anche nonno. Ma qui si tratta solo di farli stare mezz'ora seduti con mamma e papà: è così difficile?

È quindi anche una questione di atmosfera?
Esatto. Il mio è un locale di atmosfera. Direi che il 40% lo fa l'oste e i collaboratori, un altro 20% lo fa il vino. Il restante 40% lo fanno gli avventori. Se gli avventori si mettono a correre, o l'osteria diventa una sala giochi, allora quell'atmosfera si snatura. Se una mamma e un papà con due bambini si siedono composti va benissimo, ma quando tirano fuori 50 fogli da colorare e sembra la scuola Montessori… no. Non è questo il posto.

Bologna, l'osteria che “sconsiglia” i minori: «Così difendo l'atmosfera del locale»

Nicola Spolaore, titolare dell‘Osteria del Sole (credits: Paolo Tomasi, InCronac@ - UniBo)

Ha mai pensato di creare un'area dedicata alle famiglie?
No, nel modo più assoluto. Il locale è del 1400, non è adatto. È un'osteria dove si serve solo vino e birra. Non ho spazi per bambini, né menù adatti. Sarebbe come mettere un asilo in una sala bingo. E non è per il vino che non vendo, è l'atmosfera che voglio preservare.

Come si immagina l'Osteria fra dieci o vent'anni?
L'Osteria quest'anno compie 560 anni. Puoi immaginare: quando Colombo è partito, forse qualcuno qui gli ha pure servito da bere. Non credo cambierà molto. Gli osti passeranno, ma l'anima resterà la stessa: un posto dove si beve vino o birra, senza snaturarsi. È una tradizione inossidabile.

Il messaggio di Nicola Spolaore agli altri osti

Vuole lanciare un messaggio ai suoi colleghi?
Sì: pretendete che i bambini non corrano tra i tavoli. È anche una questione di sicurezza. Il mio locale ha spigoli ovunque, non è adatto, ma nemmeno molti altri lo sono. Difendete questo principio, senza offendere nessuno. Tutelare il cliente significa anche questo. Se un cane abbaia, lo portiamo fuori. Se un bambino urla, invece, si tende a dire “è piccolo, che ci vuoi fare?”. È una questione culturale, sì, ma più ancora è una questione di educazione. Non contesto l'eccezione o il momentaccio, ma quando diventa costante, allora è un problema. E va affrontato.

Vicolo Ranocchi 1 40124 Bologna (Bo)
Tel +39 347 9680171

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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12/05/2025 21:33:13
1)
Messaggio coraggioso. Non sono un ristoratore. Sono un avventore. Ho otto nipoti dai quattro ai 46anni. Devo concordare che la questione di educazione e rispetto per gli altri diviene essenziale in un contesto umano snaturato da dieci anni ad oggi. Dove, forse per età sproporzionata, tra me e le nuove generazioni. Oggi, tutto deve essere distrutto e consumato all'insegna di egoismo ecocentrico. Condivido lo spirito di sopravvivenza di una visione unicomprensiva. Giuseppe.
Giuseppe Paolella



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