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Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Il Parlamento ha approvato le clausole di salvaguardia sull’accordo Ue-Mercosur. In Italia posizioni divise tra mondo agricolo, industria alimentare e politica (maggioranza italiana inclusa). Ora il voto in Commissione

 
16 dicembre 2025 | 19:00

Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Il Parlamento ha approvato le clausole di salvaguardia sull’accordo Ue-Mercosur. In Italia posizioni divise tra mondo agricolo, industria alimentare e politica (maggioranza italiana inclusa). Ora il voto in Commissione

16 dicembre 2025 | 19:00
 

Il Parlamento Ue ha approvato la propria posizione negoziale sulle clausole di salvaguardia legate all’accordo commerciale Ue-Mercosur, con l’obiettivo di limitare l’impatto delle importazioni agricole sul sistema produttivo europeo. Il testo è stato adottato con 431 voti favorevoli, 161 contrari e 70 astensioni, aprendo ora alla fase di negoziato con il Consiglio dell’Unione europea.

Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Il Parlamento europeo ha approvato la clausole di salvaguardia all'accordo Ue-Mercosur

Le misure di tutela per l’agricoltura europea

Il progetto di regolamento definisce le modalità con cui l’Ue potrebbe sospendere temporaneamente le preferenze tariffarie su alcuni prodotti agricoli sensibili - tra cui carne bovina e pollame - provenienti da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, qualora tali importazioni risultino dannose per i produttori europei. Rispetto alla proposta iniziale della Commissione, il Parlamento chiede soglie di intervento più basse: l’indagine scatterebbe con un aumento medio del 5% delle importazioni su tre anni, anziché il 10% annuo. Prevista anche una riduzione dei tempi di indagine, per consentire un’attivazione più rapida delle misure di salvaguardia.

La clausola di reciprocità al centro del confronto

Elemento chiave del dibattito resta la clausola di reciprocità, che consentirebbe alla Commissione di intervenire qualora emergano «prove credibili» del mancato rispetto di standard equivalenti a quelli Ue in materia di ambiente, benessere animale, sicurezza alimentare e tutela del lavoro. Una previsione sostenuta dal Parlamento ma assente dal testo approvato dagli Stati membri, diventata così il principale punto di frizione nei negoziati interistituzionali.

Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Uno dei nodi da sciogliere è la clausola di reciprocità sulle merci

Italia divisa: Cia critica, Federalimentare favorevole

Secondo Cia-Agricoltori Italiani, il voto dell’Eurocamera rappresenta «un timido passo in avanti», ma non sufficiente a garantire un via libera all’accordo Ue-Mercosur». L’organizzazione sottolinea come manchi ancora «la garanzia del rispetto di norme di produzione equivalenti a quelle Ue», ritenuta essenziale per tutelare il settore agricolo italiano. Cia ricorda che nei Paesi del Mercosur «sono ancora utilizzati decine di fitofarmaci banditi da anni in Europa» e che in Brasile «non esiste un sistema nazionale di tracciabilità per 238 milioni di capi di bestiame». Da qui la preoccupazione per una concorrenza giudicata sleale e per il rischio di standard sanitari inferiori che potrebbero penalizzare le produzioni made in Italy. «Senza regole efficaci, l’accordo resta impossibile da accettare», ribadisce l’organizzazione, che annuncia l’intenzione di opporsi a ratifiche affrettate e di continuare a chiedere clausole automatiche e reale reciprocità.

Di segno opposto la posizione di Federalimentare. Il presidente Paolo Mascarino definisce il Mercosur «una grande opportunità anche per l’industria alimentare italiana», sottolineando come il Governo abbia lavorato per rafforzare le clausole di salvaguardia a tutela del settore agricolo. «La Ue è di fronte a un bivio: subire la pressione dei dazi Usa e dell’export cinese, oppure aprire nuovi grandi mercati per il proprio export», afferma Mascarino.

Il nodo politico e i tempi dell’accordo

Secondo Federalimentare, l’Unione europea deve ora assumere una decisione chiara. «Se dopo 25 anni di lavoro l’Europa diserta la cerimonia di avvio del trattato prevista il 20 dicembre in Brasile, l’accordo rischia di essere definitivamente compromesso», avverte Mascarino, ricordando che l’intesa potrebbe generare fino a 400 milioni di euro di export aggiuntivo per l’industria alimentare italiana. Mascarino sottolinea inoltre che le clausole di salvaguardia già previste garantirebbero una sostanziale reciprocità, la tutela di 57 Dop e Igp, la protezione da vendite sottocosto e il rispetto delle norme fitosanitarie. «Chiedere clausole specchio, imponendo le norme Ue ad altri Paesi, rende di fatto impossibile raggiungere un accordo», osserva.

Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Rimane in bilico l'accordo Ue-Mercosur

L’accordo commerciale UE-Mercosur prevede l’eliminazione progressiva dei dazi su oltre il 90% delle merci scambiate tra le due aree, con l’obiettivo di creare una delle più grandi zone di libero scambio al mondo. L’intesa favorirebbe in particolare l’export industriale europeo - come automobili, macchinari, vini e liquori - e quello agricolo dei Paesi sudamericani, che potrebbero aumentare le esportazioni di carne, soia, zucchero, riso e miele. Concluso politicamente nel 2019, l’accordo non è mai entrato in vigore perché necessita della ratifica sia degli Stati membri sia del Parlamento europeo. Il principale ostacolo resta di natura politica. Da un lato, i Paesi europei con una forte vocazione industriale vedono nel Mercosur un’opportunità di crescita e di diversificazione dei mercati; dall’altro, gli Stati con un settore agricolo politicamente influente temono la concorrenza di produzioni sudamericane caratterizzate da costi più bassi e standard diversi. A questo si aggiunge il tema ambientale: pur essendo condivisa a livello politico la necessità di standard più elevati, non esiste ancora un consenso su come renderli vincolanti e realmente applicabili.

Un’Europa divisa

Germania e Spagna si confermano i principali sostenitori dell’accordo Ue-Mercosur. Berlino considera il patto uno strumento fondamentale per rafforzare l’export industriale europeo e diversificare i mercati, in un periodo di rapporti sempre più complessi con Cina e Stati Uniti. Anche Madrid condivide questa visione, individuando nel Mercosur un’area naturale di espansione commerciale, favorita da legami storici e linguistici. Entrambi i Paesi sono favorevoli a clausole ambientali e di salvaguardia, ma insistono affinché queste non diventino strumenti di veto che possano bloccare l’accordo. La Francia, al contrario, rappresenta il principale oppositore. Il presidente Emmanuel Macron ha chiesto il rinvio del voto al Consiglio europeo, sostenendo che le tutele previste per l’agricoltura non siano sufficienti. La posizione francese nasce dalla combinazione di interessi economici, legati al peso politico del settore agricolo, e calcoli elettorali, considerando anche l’opposizione netta di Marine Le Pen. Altri Paesi contrari sono Polonia e Ungheria, mentre Austria e Irlanda tendono ad assumere posizioni simili a quelle francesi.

Il Governo davanti a una scelta politica non più rinviabile

Il voto dell’Eurocamera sulle clausole di salvaguardia porta ora il governo italiano di fronte a una decisione che non può più essere rimandata. In sede parlamentare europea, infatti, la maggioranza si è espressa in tre modi diversi, evidenziando una linea non unitaria sul dossier Mercosur. Forza Italia ha votato a favore delle clausole di salvaguardia, in coerenza con la posizione del Ppe, sostenendo la necessità di accompagnare l’accordo commerciale con strumenti di tutela per il settore agricolo. Fratelli d’Italia ha scelto invece l’astensione, collocandosi in una posizione interlocutoria che riflette le divisioni interne al gruppo dei Conservatori europei. La Lega, infine, ha votato contro, esprimendo una netta contrarietà all’accordo per come è attualmente configurato.

Mercosur, ok dal Parlamento Ue. Ma la partita rimane aperta e l’Italia è divisa

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiana

Una frammentazione che rende evidente come, al di là del voto tecnico sulle clausole di salvaguardia, l’Esecutivo a guida Giorgia Meloni debba ora definire una linea politica chiara in vista del possibile voto finale sull’accordo Ue-Mercosur in Consiglio. La scelta italiana potrà incidere sia sugli equilibri europei sia sulla tenuta interna della maggioranza, soprattutto in un contesto di forte pressione da parte del mondo agricolo e delle filiere agroalimentari. Per quanto riguarda gli altri partiti, favorevoli Verdi e Pd, mentre il Movimento 5 stelle si è detto contrario. 

Verso il voto finale tra tensioni e proteste

Il sostegno alle clausole di salvaguardia non coincide automaticamente con l’approvazione dell’accordo nel suo complesso. Il confronto tra Parlamento e Consiglio è atteso nelle prossime ore, mentre le organizzazioni agricole europee hanno annunciato nuove proteste, ritenendo insufficienti le tutele previste. La Francia ha già chiesto di rinviare il voto sull’accordo complessivo e anche il governo italiano potrebbe valutare un allineamento ai transalpini. Il negoziato resta quindi aperto, tra esigenze di tutela del settore primario e obiettivi di politica commerciale e industriale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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