Overtourism o ipertourism, chiamiamolo come si vuole, il turismo di massa è un fenomeno contemporaneo che tocca molte città italiane, come Milano, Roma, Firenze o Venezia, ma anche la Spagna non è esente: da Barcellona a Granada, dalle Baleari a Santiago de Compostela. Si traduce in una serie di cambiamenti epocali, figli del nostro tempo. Il centro delle città si spopola, le case si trasformano in B&B, le abitazioni in affitto scarseggiano e le botteghe storiche scompaiono. Ci si difende come si può: arriva il ticket d’ingresso per regolamentare gli ingressi, si promozionano località alternative, cercando di destagionalizzare il flusso turistico. Da Barcellona a Granada sono arrivate contestazioni della popolazione locale contro la perdita di autenticità: cortei, fumogeni e perfino pistole ad acqua.
Santiago e la nascita del pellegrinaggio
Santiago de Compostela da secoli, esattamente dall’820, è stata meta di pellegrinaggi religiosi, perché nella Cattedrale sono custodite le spoglie dell’Apostolo San Giacomo. A differenza di altre città in tutto il mondo, Santiago, grazie alla scoperta della tomba, ha la prerogativa di essere nata dal nulla, infatti prima di allora non esisteva alcun insediamento. La città è stata creata per ospitare i pellegrini che volevano rendere omaggio al santo e purificare i propri peccati.

Santiago è meta di cammini dall'anno 820
Per questo motivo il suo rapporto con i visitatori è unico: senza di loro non sarebbe mai sorta. Ci si incamminava per chiedere una grazia o un perdono per arrivare ad oggi. Per alcuni è una meta sportiva o un'avventura, ma una percentuale alta lo fanno perché sono cristiani credenti. A poco a poco Santiago è diventata centro di un cammino: l’itinerario più famoso è quello francese di 800 chilometri, ma ne esistono altri, come quello portoghese.
I percorsi e la “Compostelana”
Ciascuno si sceglie il percorso che più gli aggrada. Secondo le statistiche quest'anno a ottobre è stato raggiunto il record di 500mila pellegrini registrati dalla cattedrale di Santiago. L'ideale è percorrere 100 km in 5 o 6 giorni senza fretta, godendosi il paesaggio, la gastronomia, la gente e tutto ciò che il cammino offre. C’è chi sceglie la strada lungo il mare o all’interno, più intima. Infatti per ottenere la certificazione chiamata Compostelana, è necessario percorrere a piedi (o anche a cavallo) almeno 100 km o 200 km in bicicletta su uno qualsiasi dei percorsi jacobei. La tradizione vuole che solo coloro che hanno già percorso il Cammino possano portare la “capasanta”: la conchiglia equivale infatti a una medaglia alla fine di una gara.

La famosa conchiglia del Santiago di Compostela
Nei tempi antichi era il modo in cui i pellegrini dimostravano di essere davvero arrivati alla città dell'apostolo e di essere tornati indietro. Ci sono società che offrono ai turisti la possibilità di percorrere un tratto del Cammino mentre stanno facendo un tour in Galizia: percorrono solo pochi chilometri, ma non sono, né possono mai essere considerati pellegrini. Ci sono anche molte persone che, per mancanza di tempo, percorrono il Cammino a tappe quando hanno giorni liberi a disposizione fino a completare i 100 km. E registrano il percorso effettuato nel “passaporto del pellegrino”, dove ogni giorno viene apposto un timbro che attesta le località percorse.
I numeri del Cammino: una crescita esponenziale
Nell’anno 2024 sono stati registrati 499.239 pellegrini (54% donne, 46% uomini), un risultato che testimonia l’interesse per questo Cammino. 446.035 pellegrini nel 2023 hanno percorso il Cammino di Santiago, contro i 438.307 del 2022. Nel 2021 sono arrivate a Santiago de Compostela 178.912 persone. Nel 2020 54.144.
Santiago ha perso la sua essenza
Come vive un abitante di Santiago che vive in prima persona la folla di turisti? «È iniziato tutto nel ’93, quando il governo galiziano ha promosso l’Anno Santo Compostelano e lanciato il turismo in Galizia. Allora ero un bambino e la città era a misura d’uomo - interviene Miguel Angel Gomez. La promozione è andata molto meglio di quanto sperasse il governo, è stata una grande spinta per la Galizia, ma che ha coinciso con “la morte” della città vecchia di Santiago, fenomeno che purtroppo colpisce tutte le città turistiche. Ogni anno scoprono un nuovo cammino, ma Santiago soffre sempre più, perché i pellegrini convergono tutti lì. Ha perso la sua essenza, la sua anima vera: era una città viva, con le sue botteghe storiche, i suoi locali e ora è diventata come un grande parco divertimento. Se da una parte si promuove il turismo, investendo molto denaro, si potrebbe investire nella città, restaurando i vecchi palazzi, le sue bellezze, incrementando la copertura di wi-fi o aumentando i parcheggi».
Il ruolo delle guide lungo il Cammino
Le guide si occupano della pianificazione logistica, dell'orientamento e delle informazioni sul percorso e sui punti di interesse, della gestione della sicurezza, del benessere, del coordinamento del gruppo e delle credenziali. Mercedes Villar è una guida gallega: «Ho iniziato a lavorare come guida da quattro anni, mi ha introdotto mia sorella, che lo era già da tempo. Prima lavoravo nella logistica per la televisione e il cinema, dovevo occuparmi della sistemazione degli attori e dei tecnici, così per me è stato molto semplice cambiare attività. I pellegrini sono aumentati in modo esponenziale, circa il 10% ogni anno. Comunque occorre distinguere il turista dal pellegrino: il primo può rimanere qualche ora o qualche giorno in Galizia, mentre il pellegrino è quello che marcia in bicicletta, a piedi o a cavallo. Esistono molte compagnie che organizzano viaggi e gli alloggiamenti de Cammino: è una forma di turismo che acquista “pacchetti tutto compreso”».

I timbri sul passaporto del pellegrino
«La maggior parte percorre i cento chilometri dell’ultima parte del Cammino. Alcuni lo fanno in tre giorni, cinque o sette: ogni gruppo o singolo ha un differente modo di camminare. Sono in tanti a farlo da soli, però la maggior parte sceglie di percorrerlo in gruppo, con la famiglia, gli amici o compagni di lavoro. Alcuni marciano tutta la giornata e il compito della guida è quello di occuparsi della sicurezza, assicurandosi che tutti lo sappiano fare nel modo appropriato. Così prima di iniziare ci alleniamo per affrontare i chilometri, durante la colazione spiego il percorso, le difficoltà e il tempo di percorrenza. Alla stazione di Vigo possiamo vedere numerosi pellegrini con lo zaino sulle spalle e il bastone, comprato nei negozi di abbigliamento sportivo. Non è un obbligo esporre la conchiglia, ma è un segno di riconoscimento».
I pellegrini: chi sono, come camminano
Proprio qui abbiamo incontrato un gruppo di pellegrini portoghesi: quattro amici, che ogni anno s’incontrano per percorrere insieme diversi chilometri. Sono organizzati con bastone, zaino in spalla e piccoli contenitori per cibo da asporto. Un appuntamento annuale, che ormai è diventata una abitudine, soprattutto spirituale. «Si tratta di una forma di turismo a basso costo - dicono -, la spesa media di ciascuno è pari a 60 euro al giorno e quindi accessibile a molti».