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Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

La banda Robin Hood ha sabotato i key-lockers di b&b in sette città italiane per protestare contro gli affitti brevi e l'emergenza abitativa. Gli attivisti accusano il governo di non interveniree promettono alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nuove azioni finché non ci saranno risposte concrete

di Nicholas Reitano
Redattore
10 gennaio 2025 | 17:33
Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè
Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

La banda Robin Hood ha sabotato i key-lockers di b&b in sette città italiane per protestare contro gli affitti brevi e l'emergenza abitativa. Gli attivisti accusano il governo di non interveniree promettono alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nuove azioni finché non ci saranno risposte concrete

di Nicholas Reitano
Redattore
10 gennaio 2025 | 17:33
 

La "banda Robin Hood" torna a colpire i b&b, e questa volta in tutta Italia. Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio, gli attivisti contrari agli affitti brevi hanno sabotato centinaia di key-lockers, le scatole nere utilizzate per il check-in automatico degli appartamenti destinati al turismo. Le (sette) città coinvolte - Torino, Bologna, Roma, Napoli, Catania e Palermo - disegnano così una mappa chiara di una protesta ormai nazionale, che si scaglia contro il turismo di massa e la speculazione immobiliare, accusati di svuotare i centri storici e allontanare i residenti.

Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

La banda Robin Hood ha colpito in sette città italiane (credits: Italpress)

I dispositivi sono stati resi inutilizzabili con colla rapida, un gesto simbolico ma diretto che punta a sollevare l'urgenza di una regolamentazione più incisiva del comparto.

Proteste contro gli affitti brevi: un attacco coordinato da Nord a Sud

L'azione, organizzata nei minimi dettagli, evidenzia così il crescente livello di tensione sociale legato all'esplosione del turismo fai-da-te. Gli attivisti, però, non si sono limitati a sabotare le key-lockers: infatti hanno anche tappezzato le città con manifesti e slogan emblematici. Da segnalare quello che recita: «La casa è un diritto, non una gallina dalle uova d'oro».

Messaggi stampati a caratteri cubitali e affissi nei luoghi colpiti rappresentano il grido di chi si sente schiacciato da un sistema che privilegia i guadagni facili dei proprietari immobiliari rispetto alle esigenze dei residenti. «Non è una questione di sicurezza. Non è una questione di decoro. È una questione di giustizia» si legge su un altro avviso.

Gli affitti brevi, il diritto alla casa e l'emergenza abitativa

Dietro i sabotaggi, si cela una denuncia chiara e precisa: l'emergenza abitativa. Gli attivisti denunciano una situazione insostenibile, in cui le abitazioni vengono sempre più spesso trasformate in strumenti di speculazione immobiliare, lasciando chi vive in città senza opzioni accessibili. «L'emergenza casa è nazionale e necessita soluzioni messe in campo dal governo. Gli effetti negativi del turismo non sono che una diramazione di un sistema che non garantisce il diritto alla casa ai suoi cittadini» si legge nel comunicato del gruppo. Parole che puntano il dito contro la mancanza di una strategia strutturale per affrontare il problema.

Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

Daniela Santanchè è finita al centro delle proteste della banda Robin Hood

Non sorprende, quindi, che la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, sia diventata uno dei bersagli principali delle critiche. Secondo gli attivisti, le misure introdotte, come il Codice identificativo nazionale (Cin), non sono sufficienti. Nel comunicato, il gruppo non esita a promettere nuove azioni di disturbo: «Ministra Santanchè, saboteremo il vostro turismo fino a che non ci saranno risposte concrete al disagio che questo settore causa».

Affitti brevi, il Giubileo come catalizzatore di tensioni

La tensione cresce, soprattutto a Roma, dove uno striscione esposto recitava: «Stop affitti brevi, Santanché vogliamo risposte». Qui, la protesta trova terreno fertile in un contesto già segnato da contraddizioni. Il Giubileo, che dovrebbe rappresentare un'occasione di solidarietà e redistribuzione delle ricchezze, è invece descritto dagli attivisti come un acceleratore delle disuguaglianze.

L'evento, secondo loro, sta alimentando l'avidità dei proprietari immobiliari, che sfruttano il flusso turistico per gonfiare i propri guadagni a scapito dei residenti. «Una celebrazione che dovrebbe alleviare le disuguaglianze non è altro che un catalizzatore dell'avidità dei proprietari immobiliari che sfruttano i flussi turistici per appesantirsi le tasche» si legge ancora nel comunicato.

Colla nei lucchetti dei b&b: la banda Robin Hood “sfida” così la Santanchè

Per la banda Robin Hood «il Giubileo sta alimentando l‘avidità dei proprietari immobiliari»

Le parole degli attivisti sono inequivocabili. Pur rifiutando l'idea di una redistribuzione economica superficiale, il gruppo si schiera contro un sistema che considera ingiusto alla radice. «Robin Hood non è interessato a prendere da quelle tasche, ma è intenzionato a interferire con questo meccanismo di ingiustizia. Serve una vera moratoria agli sfratti» dichiarano. La battaglia, quindi, non si limita a una critica al turismo di massa, ma si allarga a una questione più ampia di equità sociale e di diritto alla casa.

Una regolamentazione che non basta per gli affitti brevi

Nonostante gli sforzi del governo per introdurre il Cin, i risultati tardano a manifestarsi. Molti operatori del comparto, infatti, non si sono ancora adeguati, e le città italiane continuano a soffrire le conseguenze di un turismo che sembra eccessivo e incontrollabile. Da Firenze a Venezia, passando per Napoli e Roma, i centri storici si svuotano di residenti per fare spazio a un flusso incessante di visitatori. Ogni anno, il numero di abitanti diminuisce, lasciando dietro di sé una rete urbana che appare sempre meno abitabile e sempre più orientata al consumo temporaneo.

Insomma, la protesta della “banda Robin Hood”, pur nei suoi metodi molto discutibili, riesce a dare voce a un disagio profondo. È un grido che attraversa l'intero Paese e che non può più essere ignorato. Le città italiane stanno cambiando volto, e il rischio è quello di perdere la loro identità, trasformandosi quasi in parchi tematici per turisti. Ma a che prezzo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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