Dopo le sette meraviglie del mondo, ad arrivare è la nona creatura dell'arte gelatiera per la catena “Don Peppinu” che ha scelto la "Perla dello Jonio" per intersecare la storia di famiglia a questa fetta regnante di turismo dell'isola orientale. L'avanzata dei punti vendita dei fratelli Peppe (41 anni) e Alberto (35 anni) Flamingo non è un semplice piano del team imprenditoriale né tantomeno una tattica di franchising ma è lo studio e la volontà di sbaragliare con il gelato artigianale siciliano, curato in ogni suo frutto e lavorazione, il mercato della dolcezza, delle granite e “giusto qualche chicca” della piccola pasticceria. Per avvalorare tutto questo, ci si è insediati nel prestigioso salotto principale di Taormina, promuovendo la nuova bottega con l'evento “Gelato Experience” e la joint adventure tra la padronanza gelatiera di Peppe Flamingo ed altri professionisti del settore gastronomico e lounge bar di altre città, quali lo chef del “Ristorante Campisi” a Marzamemi, Salvatore Carpenzano, e il bartender Giovanni Torre di “Circus”. Il miscuglio delle competenze e degli estri personali ha tirato fuori una serata di lancio per “Don Peppinu - Taormina”, la cui radice si impernia a Modica dal 2011, con il suo scrupoloso laboratorio sperimentale, dove si investe in grosse apparecchiature per tagliare traguardi qualitativi mai acciuffati prima in tema di gelato.
La nuova gelateria Don Peppinu a Taormina
Ricordiamo, poi, che Peppe Flamingo ha chiuso da poco un'operazione finanziaria a Malta per una nuova partenza e quindi un nuovo contratto di affitto per intraprendere lo sbarco della decima bottega a La Valletta ad inizio 2025. Ma in cantiere ci sono anche due imponenti aperture tra Napoli e Roma, di certo nelle vie nevralgiche turistiche, con una previsione per inizio 2026. «Siamo l'unica azienda al mondo ad avere la capacità di cementare ogni gradino della filiera di fabbricazione e vendita del Gelato Originale Siciliano - dichiara il gelatiere Flamingo -: dalla selezione degli zuccheri, al bilanciamento delle ricette fino alla cottura delle cialde nei nostri forni».
Don Peppinu, l'Experience tra gelati gastronomici e granite alcoliche
Il viaggio nel gusto, che è stato organizzato nell'iniziativa “Gelato Experience” di sabato 27 luglio, è stato una epopea in una unica sera per il fatto di lasciare scoperchiare nuovi sapori che, a volte, possono sembrare distanti ed incompatibili e che, invece, trovano la suspense della sorpresa anche per i clienti più scettici o puntigliosi, tenendo a mente che sia necessario abbattere i confini del già visto e già degustato, un'occhiata ai gelati gastronomici e alle granite alcoliche: da segnalare la varietà al Gazpacho andaluso (di solito zuppa fredda o bevanda con ingredienti a crudo: pomodoro, cetrioli, peperoni e pane) e allo Sgombro con Passion Fruit. E ancora, perlustrando il menù, l'atmosfera dei drinks rapiti dall'arte culinaria ha avuto il supporto di prodotti come Aquamaris e Amara, fornendo ad ogni sorso quella “sciccheria” e quel tocco di capolavoro che ti travolge.
I titolari Giuseppe e Alberto Flamingo durante la Gelato Experience a Taormina
Quattro sono stati i tuffi nel “Food alcolico” o, cambiando l'ordine degli addendi, nell'“Aperitivo leccornia”: “Amara Spritz” (Aria di mare, Amaro Amara, Sorbetto Limone e nepetella, Metodo classico), “Circus Sgroppino” - una vera delizia pastosa e fresca di polpa di frutto fresco (Aquamaris Vodka, sorbetto di Mango siciliano), “Don Peppinu Tonic” (Aquamaris Gin, sorbetto all'Anguria e basilico, Tonic water) e “Finto Mojito” (Granita Limone Lime e Menta e soda). Queste “suonate guizzanti” al palato sono state congegnate a tre dagli specialisti (chi del gelato Flamingo, chi dell'alta cucina Carpenzano e chi della mixology Torre) e, vista la complessità negli equilibri di preparazione, sicuramente non vengono proposte nel menù giornaliero ma verranno riformulate in altre serate tasting dove la sinergia di intenti e la diversità di formazione, che sfondano il sistema marketing, servono a mantenere gli standard di “Don Peppinu”, distintivi del marchio e adesso di nove offerte commerciali in Sicilia.
Il segreto nel prendersi cura delle nove botteghe “Don Peppinu”
La compagine “Don Peppinu” ha una macchina operativa funzionale a prova di fuochi d'artificio, totalmente di proprietà del nucleo Flamingo, dove il papà Rosario aiuta nella produzione, Peppe ha preso le redini artigiane dolciarie del nonno Peppino che si inventò a Modica Alta la più antica fabbrica di coni sull'lsola (per quanto Peppe abbia studiato Giurisprudenza e si sia laureato a Roma per esercitare la professione di avvocato) e Alberto si occupa dell'amministrazione. Poi c'è un attento retail manager che è Giancarlo Cancelleri che analizza nel suo ruolo pure le prestazioni dei negozi e le opportunità di miglioramento, come lo è senza dubbio l'apertura a Taormina.
«Tutto il management dei vari punti di artigianalità e distribuzione viene ben istruito - chiarisce Peppe Flamingo - e, dallo scorso inverno, sta per nascere ‘Don Peppinu Academy' sempre a Modica in una villa del 1800. Prima si svolgeva comunque formazione in ogni negozio per determinare varietà nell'offerta attraverso lo staff: attualmente, stiamo progettando l'incremento di percorsi di degustazione nuovi. Il nostro target può oscillare da 18 a 100 anni: a contare sono lo spirito e la buona educazione. Riesco a produrre un buon gelato ma ci vuole buona educazione con ogni tipo di utenza: il nostro motto è fare e mantenere felici le persone tramite i dolci siciliani che mi permetto di dire facciamo discretamente bene». Trentadue gusti di gelato più sei granite quali il pistacchietto, limone e mandarino senza acqua, impiegando il Tardivo di Ciaculi. Mentre per il gelato gli iconici: la “Brontessa” è, fuori da ogni preambolo, un gusto super goloso (il requisito fondamentale dove la qualità del frutto è di Bronte certificata) e il Signor Calacauso con arachidi salati, caramello e cioccolato al latte. Gli esperimenti della serata Gelato Experience hanno riscosso un loro seguito che va valutato in ogni modo per gli eventi.
Il desiderio della terra, la dottrina del nonno e l'Agristoria
Alla fine, Giuseppe Flamingo non ha bocciato le aule dei tribunali ma ha amato di più i laboratori di gelateria e la Sicilia che è colma di eccellenze e indiscusse tradizioni da dessert, una delle più coriacee nella Penisola e nel mondo. «La concezione dei procedimenti nel creare il gelato è figlia della nostra Madre Terra Siciliana e di ciò che mio nonno mi ha tramandato - continua il titolare -, lui che maneggiava impasti cremosi già da oltre un ventennio quando io sono nato. La genuinità cammina insieme all'esplosione del gusto, scartando categoricamente l'aggiunta di aromi e coloranti. Preferiamo la cremosità dei gelati, usando meno latte e più panna e dosando al massimo, anche al doppio, gli ingredienti».
Don Peppinu a Taormina: Giuseppe Flamingo con alle spalle il laboratorio a vista
Basti pensare agli Agrumi biologici di Siracusa, alle odorose Fragoline dell'Etna fino ai Pistacchi e alle Mandorle di Avola, passando al cioccolato di Modica e chiudendo con la ricotta agrigentina e i cannoli palermitani. Un girone del paradiso che pullula di “agristoria” siciliana da illustrare al prossimo sì ma soprattutto da inserire nelle nostre diete. Le ottime ricette e la scelta notevole delle materie prime si riflettono pure nei costi che sono maggiori di altri. «Noi non siamo industriali che lavorano con i numeri in un ufficio - commenta Flamingo - ma gelatieri siciliani che fanno i conti con i sorrisi di chi assaggia».
La carriera luminosa del maestro gelatiere Giuseppe Flamingo
Il nipote d'arte Giuseppe Flamingo è, ad oggi, inserito nel direttivo dell'Associazione culturale degelatieri per ilgelato e dei maestri gelatieri, reclutati ogni anno da “Sherbeth Festival”. Il suo scopo, com'è ribadito dalle tante aperture di famiglia, è quello di difendere strenuamente il Gelato artigianale di tradizione siciliana anche perché, in questa Isola, il Gelato ha la sua origine, oltre alle sue peculiarità. La creatura dei Flamingo è stata premiata, in più occasioni, in rassegne internazionali specializzate grazie a quel campanello che suona dentro agli artefici, fatto di geografia del Dna talentuoso e dei valori e della propria territorialità:
- 1° posto Miglior Granita al Cioccolato Nivarata; • 2° posto Miglior Gelato alla Mandorla Nivarata;
- 1° posto Territorio Gelato Amùricana Sherbeth; • 3° posto Miglior Gelato con Liccumìa Sherbeth;
- Record con 20.000 Granite vendute Expo Milano 2015.
Il gelato originale è siciliano
In tante gelaterie italiane, si è quasi eclissata la mansione del maestro di bottega, con i suoi fattori “X” o “K”. Secondo Peppe Flamingo, capita di rivolgerti ad un esercizio del genere e degustare 2/3 varietà che sembrano identiche, se non fosse per il colore differente: questo perché il procedimento di fattura adotta in parecchi casi costituenti alimentari pronti delle multinazionali, che fanno risparmiare tempo e denaro. «Un po' come il brodo fatto con verdure di stagione e le giuste fasi e quello fatto con il dadino - afferma il maestro Peppe. È documentato che il sorbetto risalga alla fine del 1600 in Sicilia, quando veniva ancora definito Jazzetti o Carapegna ed era una miscela di acqua, zucchero non raffinato e frutti freschi, impiegato più in campo medico. Poi, vi fu Procopio Cutò, anche lui siciliano, che rese famoso in tutto il mondo la sua crema gelata, fatta con latte e uova».
I gelati di Don Peppinu a Taormina
Don Peppinu ha marciato su una strada poco battuta ma che, senza dubbio, era quella che recitava: “Il gelato è nato in Sicilia”. La tradizione si è annodata a questo detonatore con la presenza di tanti maestri come Don Peppinu che non si sono mai discostati dal rispetto degli ingredienti freschi e selezionati. «Da Don Peppinu non si sono mai usati dadini e polverine magiche ma solo le migliori materie prime quali frutti di incredibile qualità e latte da mucche brade al pascolo ma soprattutto per merito del lavoro di ricerca e sviluppo che si effettua insistentemente - si spiega nel sito ufficiale della catena gelatiera -. Ricette che emergono dal modo che i Siciliani hanno di vivere il cibo: se un piatto non ha il massimo gusto e la massima esaltazione dei sapori, in Sicilia non lo vogliamo! Dai primi al dolce, ogni piatto in Sicilia non deve essere soltanto buono ma anche indimenticabile».