Il numero dei pubblici esercizi è da molo tempo un problema in molte città, dopo le norme di liberalizzazione volute dall’allora ministro Pierluigi Bersani e dalle norme europee sulla concorrenza. Il settore ha visto un aumento considerevole di attività, spesso confuso da operatori non preparati, con il miraggio di facili guadagni, che in molti casi, a scapito della qualità, non ha favorito la categoria. E ora a Milano arriva un nuovo regolamento con zone rosse e regole stringenti.
Pubblici esercizi, una categoria variegata
Una categoria che, ricordiamo, spazia dalla ristorazione, ai bar, alla pizzerie: un mondo in cui la parola chiave è “somministrazione di alimenti e bevande". Un settore che grazie a queste norme e leggi ha perso, per esempio una peculiarità che ne permetteva una buona sopravvivenza, che era la vendita e rivendita della cosiddetta “licenza” che permetteva agli esercenti di ottenere una buona rendita finale, in base al fatturato, alla posizione dei locali ed alla fama dell’attività stessa.
Il Comune di Milano sta tentando un rimettere ordine a tutto il settore (Shutterstock)
Creando e non pochi malumori da parte degli stessi operatori, che con la liberalizzazione ha permesso un proliferare notevole di pubblici esercizi, ora finalmente il Comune di Milano sta tentando un rimettere ordine a tutto il settore, che speriamo sia da stimolo ed esempio in altri territori del nostro paese.
Milano, regolamento sui pubblici esercizi: quando scatta
Il regolamento di Milano, approvato a maggio, sarà operativo da fine agosto 2024 con cui è arrivata la stretta del Comune sull’apertura di nuovi locali notturni. Da lunedì 19 agosto, infatti, è operativo il nuovo regolamento per la disciplina dei pubblici esercizi a Milano.
L'obiettivo è tutelare i residenti dalla cosiddetta “mala movida” e permettere un mercato più equo per gli imprenditori (Shutterstock)
Il regolamento, atteso da un decennio, è stato approvato in Consiglio comunale lo scorso 6 maggio, recependo anche le osservazioni di Epam (Associazione provinciale milanese pubblici esercizi) con Confcommercio Milano. L’obiettivo è duplice: da un lato tutelare i residenti dalla cosiddetta “mala movida”, dall’altro permettere un mercato più equo per gli imprenditori evitando il sovraffollamento di pubblici esercizi.
Milano, regolamento sui pubblici esercizi: le aree interessate
L’Amministrazione ha selezionato nove zone dove sarà più complicato chiedere le licenze. Si tratta di queste aree:
- Nolo-Padova
- Lazzaretto-Melzo
- Corso XII Marzo
- Bligny-Porta Romana
- Ticinese
- Darsena-Porta Genova
- Sarpi-Arco della Pace
- Corso Como-Garibaldi e Isola
Non solo. All’interno delle macro aree ci saranno 38 strade “zone rosse” dove potranno aprire solo ed esclusivamente locali diurni:
- Piazza Morbegno
- Largo Bellintani
- Via Venini
- Via Varanini
- Via Lecco
- Via Lazzaro Palazzi
- Via Tadino
- Via Panfilo Castaldi
- Via Melzo
- Via Lambro
- Via Malpighi
- Via Borsieri
- Via Della Pergola
- Via Lambertenghi
- Via Sarpi
- Via Canonica
- Via Sabatelli
- Via Cesariano
- Via Maggi
- Via Volta
- Via Brera
- Via Fiori Chiari
- Via Madonnina
- Via Vigevano
- Via Ascanio Sforza
- Piazza Gramsci
- Arco della Pace
- Corso Sempione
- Piazza Del Carmine
- Piazza Santissima Trinità
- Corso Como
- Viale Pasubio
- Piazza 25 Aprile
- Corso Garibaldi
- Le Colonne di San Lorenzo
- Naviglio Grande
- Naviglio Pavese
- Darsena.
Milano, regolamento sui pubblici esercizi: i criteri
I criteri considerati per la selezione delle aree sono la concentrazione di attività già presenti e la distanza, la vicinanza a luoghi sensibili come ospedali o Rsa, gli orari di apertura, la presenza di dehor e personale dedicato alla clientela. La mappa verrà aggiornata circa ogni due anni per monitorare gli eventuali cambiamenti all’interno della città.
Il regolamento «può diventare lo strumento in grado di accompagnare in modo nuovo i cambiamenti sociali e urbanistici della città, limitando o prevenendo i danni causati dalla concentrazione di attività in alcune aree», commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi) e di Epam che aggiunge: «È importante anche contrastare la proliferazione di esercizi commerciali di piccole dimensioni che vendono, in modo quasi esclusivo e soprattutto nelle ore serali/notturne, bevande alcoliche trasferendo dannose esternalità e aggiungendo le pericolose e incontrollabili occasioni di consumi di alcol, soprattutto verso i giovani».