Apro il giornale e leggo che si sono avvertite scosse di terremoto ai Campi Flegrei; allora mi dico: "Toh, che distratto, ho tra le mani il giornale dell'altro ieri," dove effettivamente vi era notizia di queste scosse. E invece no, è il giornale di stamane! Ma a scorrere i numeri arretrati ma recenti di quotidiani di virtuale emeroteca, si scopre che... a momenti fa notizia l'assenza di scosse telluriche nei Campi Flegrei. È dall'ultima decade di maggio, praticamente da circa tre settimane, che quasi non passa giorno (notte) senza che non vi sia una scossa di terremoto.
Turismo ai Campi Flegrei: tra terremoti e incertezza, il futuro è in bilico?
La bellezza, la storia e l'unicità dei Campi Flegrei
Siamo nei Campi Flegrei, dove vivere la storia è in pratica vivere la vita di tutti i giorni, con templi e terme che sono naturalmente incastonati nella vociante urbanistica attuale. Qui il mare Mediterraneo sembra voler dimostrare il perché della fondatezza del suo nome, ovvero del mare che si insinua tra le terre. È proprio così: l'isolotto di Nisida, il promontorio del Monte di Procida, Ischia poco lontana e Procida che si tocca con mano. Il mare tra queste terre e, ad ulteriore apporto di acque, due piccoli specchi: il lago d'Averno e il lago Fusaro, entrambi suggestivi e permeati da storia plurimillenaria.
Qui c'è Cuma, la prima colonia greca sul Tirreno. I Romani, che dei piaceri del buon vivere se ne intendevano, scelsero questa zona come luogo di villeggiatura. Da visitare, oltre agli scavi di Cuma e all'Antro della Sibilla Cumana, il castello Aragonese, la Casina Vanvitelliana, la zona archeologica di Baia, la Piscina Mirabilis e le Oasi naturalistiche. Nei Campi Flegrei non si è mai soli. Ci sono sempre tre figure che, con discrezione, sono amorevolmente predisposte ad aiutarci nella comprensione dell'area, della sua magia, del suo coesistere di vulcani, di laghetti e del mare, mediante i loro suadenti racconti. Stiamo parlando di Ercole (Eracle per i greci), di Ulisse (Odisseo per i greci) e di Enea, di cui narrò Virgilio, dedicando ai Campi Flegrei il VI libro dell'Eneide citando il Tempio di Apollo a Cuma, narrando della leggenda di Dedalo, dei vaticini della Sibilla Cumana e del mondo dell'Ade oltre la porta degli inferi.
La posizione dei Campi Flegrei
E qui sta l'unicità dei Campi Flegrei, che sanno essere sia locus amoenus, ovvero luogo incantevole protetto dagli dèi, sia locus terribilis, ovvero luogo terribile, dove il continuo tremore cagionato dai frequenti terremoti sconvolge il vivere quotidiano e propende a far ritenere questo territorio poco adatto a viverci e da evitare per i turisti appassionati di archeologia. Purtroppo, è ciò che sta accadendo! Cosa si fa in casi del genere? Per i Flegrei, gente somigliante ai napoletani ma non uguali a costoro, questa obbligata convivenza significa ricorrere con naturalezza a tre dotazioni che probabilmente sono genetiche: l'ottimismo della volontà, la tenacia, il fatalismo.
Tutto sommato, che si viva il quotidiano poggiando i piedi su territorio vulcanico è fatto ben noto ai Flegrei. Non c'è bisogno, da questo punto di vista, di attendere la “scossa”. È sufficiente una passeggiata alla Solfatara di Pozzuoli per rendersi conto, con tutti i sensi, cosa significa dire che... la terra ha i suoi tremori e i suoi sbuffi di fumo. È così da 80mila anni; proviamo a stare così ancora per altri 80mila anni e poi, eventualmente, si vedrà il da farsi. Se la terra vorrà farci del male, oltre a chiederci il perché di questo comportamento, ce la metteremo tutta per rimettere tutto a posto. Se tutto ciò sta accadendo, per la serie "non tutto il male viene per nuocere," occhio a cosa sta accadendo a Bacoli. Cosa è successo a Bacoli? Il bradisismo che sta colpendo l'area flegrea riserva, tra i tanti e gravi problemi, anche qualche apprezzabile sorpresa, come la riemersione di preziosi reperti archeologici. È quanto è accaduto a Bacoli, dove sulla spiaggia nei pressi della cosiddetta Villa di Plinio sono stati rinvenuti resti di epoca romana. La scoperta è stata fatta ieri da un giovane studente di archeologia.
Il futuro dei Campi Flegrei: tra sfide e nuove strategie per un turismo resiliente
Il passato che si lascia ulteriormente scoprire onde suggerire scenari futuri. Rieccoci quindi, alla vera ricchezza dei Campi Flegrei: il turismo archeologico corroborato dal fascino di tutta l'area flegrea e dall'elevata qualità enogastronomica. Gli scienziati, e agli scienziati bisogna pur credere, dovremmo pur avere fiducia nella scienza divulgata, non spargono ottimismo e non dicono che il fenomeno sismico cesserà a breve. Altrettanto vero è che non vi è previsione di fenomeno di lunga durata. Forse, ci verrà perdonato il paragone, i Flegrei dovranno vivere questa stagione che tutti ci auguriamo breve, un po' come tutti vivemmo, nel recente passato, il flagello della pandemia.
Quale sarà il futuro del turismo dei Campi Flegrei?
Sorta di periodo di lockdown, a volere intendere che è facilmente pronosticabile una caduta netta delle presenze turistiche, da utilizzare per il ripensamento creativo della percezione dei Campi Flegrei da comunicare ai flussi turistici mondiali. È compito arduo perché si tratta di uscire dagli schemi adusi. Di certo, i Campi Flegrei né potranno continuare ad essere intesi come una mera propaggine ovest della Grande Napoli, né come il lato B della dirimpettaia Penisola Sorrentina. I Campi Flegrei sono unici al mondo.