Vittoria (parziale) per gli agricoltori. La scorsa notte, infatti, è arrivato il via libera del governo all'emendamento sul taglio dell'Irpef agricola per due anni, con cui si esentano i redditi agrari e dominicali fino a 10mila euro e si riduce del 50% l'importo da pagare per quelli tra i 10mila e i 15mila euro. La modifica al decreto Milleproroghe, presentata dal governo, è stata approvata dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali che nella seduta notturna hanno proseguito l'esame. Bocciato, invece, l'emendamento del Partito democratico per l'esenzione totale dell'Irpef.
Taglio dell'Irpef agricola per due anni: cosa succede ora
In sostanza, il governo esenterà dall'imposta sui redditi agrari e dominicali fino a un importo di 10mila euro. Ciò significa che i redditi agricoli e quelli derivanti dalla proprietà di terreni agricoli fino a quella somma non sono soggetti a tassazione. Per i redditi compresi tra 10mila e 15mila euro, l'emendamento riduce del 50% dell'importo dell'imposta che normalmente sarebbe dovuta. In altre parole, per i redditi compresi in questo intervallo, l'imposta da pagare è ridotta alla metà.
Per Coldiretti nove aziende agricole su 10 beneficeranno del taglio totale dell'Irpef
Per Coldiretti, nove aziende agricole su 10, pari a 387mila, beneficeranno del taglio totale dell'Irpef, mentre altre 20mila vedranno l'imposta dimezzata. È quanto emerge da una stima Coldiretti su dati Inps diffusa in occasione del via libera al provvedimento sul taglio dell'Irpef agricola per due anni. Sul resto della platea l'esenzione verrà calcolata – sottolinea Coldiretti - in forma progressiva e riguarderà il totale delle 430 mila imprese agricole professionali e coltivatori diretti.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini
«È una prima risposta alle nostre richieste presentate al governo nel corso del tavolo tecnico a Palazzo Chigi» ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini da Bruxelles, dove è impegnato in una serie di incontri con le istituzioni comunitarie, nel sottolineare che «la riduzione delle imposte e degli oneri fiscali e previdenziali è una necessità per rilanciare la competitività delle imprese. Una esigenza che richiede una forte presenza a livello europeo dove si combatte la battaglia decisiva per dare un futuro alla nostra agricoltura».
Taglio dell'Irpef agricola per due anni: i costi per la reintroduzione
In passato, la misura era stata introdotta dal governo di Matteo Renzi nel 2016, rispondendo alle richieste del settore agricolo che già all'epoca segnalava difficoltà economiche. Con la legge di bilancio per il 2017, il governo stabilì un'esenzione dell'Irpef per i redditi dominicali e agricoli nei tre anni successivi fino al 2019.
I costi per la reintroduzione del taglio dell'Irpef agricola
Successivamente, questa esenzione è stata prorogata annualmente fino all'autunno scorso, quando il governo Meloni ha deciso di eliminarla dalla legge di bilancio. La sua reintroduzione, secondo quanto riportato dall'Ansa, comporterà un costo di 220,1 milioni di euro nel 2025 e 130,3 milioni di euro nel 2026.
Taglio dell'Irpef agricola: «L'intervento garantisce per 2 anni un nuovo modello fiscale»
«Il provvedimento sull'Irpef, che è stato proposto dal governo su mio preciso indirizzo, garantisce un intervento progressivo che esenta maggiormente gli agricoltori che si trovano più in difficoltà ed esclude dal beneficio coloro che oggettivamente non ne hanno bisogno, ai quali invece negli anni passati è stato concesso, creando una disparità di trattamento rispetto ad altri italiani nelle loro stesse condizioni» ha spiegato la premier.
La premier Giorgia Meloni
«In questi anni, infatti - spiega Giorgia Meloni - sono state esentate dall'Irpef immotivatamente anche persone particolarmente ricche. Inoltre, l'intervento garantisce per due anni un nuovo modello fiscale permettendo agli agricoltori di fare scelte di natura imprenditoriale con una prospettiva più ampia rispetto alla sola annualità prevista in precedenza».
Agricoltori, Von der Leyen ci ripensa: più sussidi e stop alla legge sui pesticidi?
In ambito di legislazione europea, invece, qualche giorno fa, Ursula von der Leyen ha deciso di proporre al collegio dei commissari il ritiro della proposta di legge sulla riduzione dell'utilizzo di pesticidi e ha anche aperto a nuovi sussidi pubblici per chi lavora nelle campagne. «In futuro sarà fatta nuova proposta, più matura» ha annunciato la presidente della Commissione europea. «I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell'agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l'agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire». Un retrofront, quello della von der Leyen, arrivato dopo le proteste degli agricoltori in tutta Europa, che, però, non si sono fermate. Ad esempio, in Italia, il 15 febbraio associazioni di categoria e imprenditori scenderanno in piazza a Roma per ribadire il proprio dissenso verso le politiche comunitarie pro-multinazionali. Al loro fianco, poi, si uniranno anche gli affiliati di Tni (Tutela nazionale imprese) Ristoratori Italia.