Eppure vi avevo avvisato già da subito: il gusto è il nemico. E c'è un solo modo per superare questo divario tra noi e il piccolo schermo. La consapevolezza. Se vediamo una carbonara “stracciata”, il sapore lo immaginiamo. Se sentiamo di un errore nella salatura, di una pietanza troppo condita o troppo scialba, ci facciamo un'idea ben chiara. Eppure i conti non tornano. Le ultime due puntate di Masterchef Italia 14, come sempre in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, hanno segnato il passaggio cruciale dalle selezioni alla formazione definitiva della masterclass. Tra prove a sorpresa, piatti e pianti di gioia (o delusione), il programma ha continuato a dimostrarsi una palestra non solo di cucina. Il blind test, novità assoluta di quest'anno, ha ribaltato molte aspettative, comprese le mie, a partire dalla sua concezione: una selezione o un'altra forma di spettacolo? Ma andiamo con ordine e ripercorriamo i momenti più significativi di questi due episodi, che hanno visto emergere nuovi concorrenti e nuove domande.
Masterchef 14: le selezioni finali mettono alla prova i concorrenti (credits: Sky)
Masterchef 14, le selezioni finali: tra grembiuli bianchi e grigi
Quest'anno non tutti siamo più buoni a Natale. Nelle ultime fasi delle selezioni, ci sono pochi grembiuli bianchi che si sono fatti notare, tra cui Yi Lan, per gli amici Anna, giovane veneziana figlia di una famiglia cinese arrivata in Italia negli anni '90 per sfuggire alla legge del figlio unico. Ha portato davanti ai giudici gyoza di verdure, tofu e shiitake su salsa al caprino, con teriyaki al miele, pesto di noci, erba cipollina e menta. E ha vinto così, con una sorta di cucina fusion, che tanto piace al Masterchef italiano degli ultimi anni (e meno male, aggiungo).
Poi ci sono stati Jack, content creator, Gianni, il cuoco in doppiopetto dalla Sicilia con furore, e Franco, che ha persino strappato da chef Barbieri il complimento di avergli presentato il piatto più buono assaggiato finora. Fin qui la ricetta non cambia: sentimentalismi, ottima regia, superbo montaggio e nonne che giudicano i nipoti. Ma siamo soltanto all'inizio e adesso è il momento del blind test.
Masterchef 14, il blind test: conta solo il gusto
L'introduzione del blind test voleva rappresentare un momento di svolta nel programma, quella ventata di novità che è stata per esempio l'anno scorso col quarto giudice misterioso. “Show must go on”, diceva qualcuno, e per andare avanti bisogna dare in pasto al pubblico sempre qualcosa di nuovo (anche quando nuovo nuovo magari non è). Questo blind test poneva i grembiuli grigi, simbolo di un'occasione sospesa, nella condizione di affrontare una prova senza appello: cucinare un piatto che fosse giudicato solo per il gusto, senza che i giudici conoscessero il loro nome. L'idea del format sembrava indirizzare una scelta sensata e ben equilibrata: mettere da parte l'emotività legata alle storie personali e concentrarsi sulla competenza pura.
Masterchef 14: il gusto al centro del blind test (credits: Sky)
Alcuni concorrenti, come lo sfiduciato Claudio e l'ex modella Alessia, hanno trionfato senza se e senza ma. Invece per alcuni concorrenti non è stato lo stesso. I giudici erano indecisi se eliminarli subito, così hanno lasciato in sospeso il giudizio. Qui ammetto che mi sono trovata tanto sorpresa quanto loro: la sensazione, o meglio, il sapore lasciato in bocca è quello della regola contro le regole per l'unica regola dello show. Sorprendere, sempre. Così ci troviamo sorpresi e sospesi, signore e signori, fino alla prossima puntata. Che gusto ci sarebbe se fosse tutto chiaro e semplice?