Anche l'edizione 2025 della Guida Michelin ha premiato la Lombardia. La regione si è, infatti, confermata come quella con il maggior numero di ristoranti premiati, per un totale di 61 locali stellati (3 tre stelle, 7 due stelle e 51 una stella). A livello provinciale, Milano si prende il podio nazionale, collocandosi al terzo posto in Italia con 20 ristoranti stellati, dietro a Napoli e Roma. Molte novità interessanti arrivano, però, dalle altre province. Grande successo per Bergamo, per esempio, che porta a casa un nuovo due stelle (Villa Elena), una nuova stella verde (Agriturismo Ferdy) e un nuovo ristorante stellato: Cucina Cereda a Ponte San Pietro.
La prima stella di Cucina Cereda
Si tratta di una prima volta assoluta per il locale di Giuseppe Cereda, che ha aperto i battenti nel 2010. Diplomatosi nel 1989 all'istituto alberghiero di San Pellegrino Terme (Bg), Cereda ha conseguito successivamente anche il diploma di sommelier professionista presso l'Ais di Bergamo. Ha collaborato e svolto servizio presso alcuni dei più importanti ristoranti d'Italia, tra i quali La Lucanda di Luca Brasi, fino alla scelta di dare vita al suo progetto.
L'esterno di Cucina Cereda
Sulla Michelin di Cucina Cereda si legge: «Caratteristico ingresso nella corte di quello che fu un monastero di fine '500, all'interno l'atmosfera si fa più classica e tutta la scena viene rubata dalla cucina: concreta, saporita, senza inutili fronzoli, con piatti sia di carne che di pesce, in buona parte creativa su basi nazionali, ma con qualche accenno locale. A pranzo è disponibile anche un menu più semplice in stile business, mentre tra le proposte della carta che abbiamo particolarmente apprezzato vi sono le lumache, servite con spugnole e un attento condimento al prezzemolo e coriandolo, oppure i paccheri con zuppa di pesce, tanta mediterraneità e gusto grazie ad una salsa in stile bouillabaisse».
Chef Cereda: «La stella? Non ce l'aspettavamo»
Prima stella per Cucina Cereda: che emozione è per lei chef?
Grandissima emozione e grandissima felicità. Per me poi che ho 50 anni... è come salire una scala, abbiamo fatto tanti piccoli grandini a partire dal 2010. Un percorso a piccoli passi, sempre lavorando al servizio dei clienti, che ci ha portato fino a qui. Non ce lo aspettavamo.
Ha qualche ringraziamento da fare per il risultato raggiunto?
Sicuramente a mia moglie e alla mia famiglia, che mi hanno sempre sostenuto. Ho sottratto loro molto tempo e spero questo riconoscimento sia piacevole anche per loro. Ringrazio poi tutti i miei collaboratori. Sono fortunato ad aver sempre avuto accanto ragazzi che mi hanno dato tantissimo, spero di aver fatto lo stesso io con loro. Penso che la cosa più bella sia far capire che con il sacrificio i risultati arrivano.
L'arrivo della stella porterà con sé qualche cambiamento?
Non penso cambierà molto, noi di certo resteremo come siamo. Non siamo degli sprovveduti e sono fortunato perché il locale che ho, sia come lavoro sia come cose che abbiamo fatto in questi anni, non ha problemi.
Il Pacchero cotto in zuppa di pesce di Cucina Cereda
Però non deve essere facile fare questo tipo di cucina in un paese, lontani dalle grandi città...
Quando siamo partiti, arrivavo da anni di lavoro in locali di qualità. È normale che nel mio dna ci fosse quello e quella strada abbiamo deciso di seguire. Non puntavamo di certo alla Michelin, ma a lavorare bene. Se lavori bene non cambia dove sei. Abbiamo fatto un percorso lungo, siamo passati anche attraverso il Covid, e ora che è arrivato questo riconoscimento non ci manca il fiato: quello che facevamo prima lo faremo anche domani.
Bergamo in questo percorso che ruolo ha avuto?
Penso che il territorio bergamasco sia un territorio fortunato per la ristorazione, perché ha un'economia forte, che permette di far nascere e vivere locali che altrove farebbero fatica. Siamo una provincia ricca, con un tessuto economico importante e molti ristoranti di qualità.
E se si lavora bene non solo si viene premiati, ma si valorizza anche il territorio...
Il territorio è fondamentale. Penso all'Agriturismo Ferdy o a Contrada Bricconi. Quello che hanno fatto sta dando grande valore alla nostra terra, in luoghi in cui nessuno lo faceva, portando un indotto che premia tutti.
Non posso farle, in chiusura, la classica domanda sul futuro del fine dining. Lei cosa ne pensa? È davvero così in crisi?
Credo che una famiglia in un anno possa provare esperienze diverse, dai ristoranti più economici a quelli più costosi. Il nodo centrale è capire dove un locale debba posizionarsi e cosa voglia rappresentare. Se io voglio raccogliere una clientela di una certa fascia, devo avere una proposta coerente. Ci sono locali che lavorano bene e fanno numeri importanti. Questo significa che la clientela c'è. Magari ora per noi con la stella sarà più facile, non so. Ma già andavamo bene prima. Credo serva sempre stare coi piedi per terra e avere un menu che ti permetta di posizionarti nel giusto spazio e che abbia i giusti valori.
Cucina Cereda
Via Luigi Piazzini 33 - 24036 Ponte San Pietro (Bg)
Tel 035 4371900