Le fiere del tartufo proseguono con successo, e le preziose pepite stanno finalmente arrivando. La luna nuova è attesa per completare il quadro, mentre ogni euro di tartufo lamellato sul piatto ne genera altri venti di ricaduta sul territorio, rafforzando così l’economia locale.
Giuseppe Cristini in fiera
Guardando a lungo termine, è possibile fare una previsione sulla disponibilità del tartufo per questa stagione, tenendo in considerazione due fattori fondamentali: la prolungata siccità del mese di luglio e le copiose piogge di settembre. Si cerca di capire come reagirà il micelio e quando darà il meglio di sé per generare il carpoforo e, in seguito, le belle pepite. Le previsioni sono incoraggianti, anche perché le temperature si sono abbassate rispetto allo scorso anno, condizione ideale per la crescita del tartufo, che predilige il freddo.
Nei primi eventi si sono già colti pregi e difetti delle fiere, elementi che saranno raccolti in una relazione finale accompagnata da una classifica. Il tartufo è un miracolo della natura e un fattore di biodiversità, con un impatto economico significativo: ogni euro di tartufo lamellato ne genera altri venti di ricaduta sul territorio, con effetti in grado di influenzare il PIL italiano.
Chef Daniele Galvani e Valter Olivieri. Vincitori del miglior piatto e miglior vino al Tartufo ad Apecchio
Le fiere del tartufo attraggono sempre numerose persone, grazie anche ai tanti stand e mercatini delle tipicità, ma una maggiore attenzione alla cultura del tartufo, con racconti delle sue radici e una narrazione più presente, sarebbe un valore aggiunto.
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