Gaeta, città costiera del Basso Lazio, si candida a Capitale Italiana della Cultura per l'anno 2026. I requisiti ci sono tutti e lo scopriamo conversando con il sindaco Cristian Leccese.
Il sindaco di Gaeta Cristian Leccese (foto Facebook)
"Blu: Il clima della Cultura": così Gaeta elogia la mediterraneità
Signor Sindaco, la candidatura di Gaeta a Capitale della Cultura per l'anno 2026 è già di per sé atto coraggioso che denota l'orgogliosa contezza che i suoi concittadini hanno della statura culturale della vostra città. Voi, ne sono ragionevolmente certo, avete dovuto approntare dossier a supporto della candidatura.
Ovviamente sì e le dico subito come abbiamo opportunamente intitolato il dossier, a sostanziare sin nella label, i valori ispiratori la candidatura: Blu: il Clima della Cultura.
Già di per sé originale, affidare ad un colore il claim della candidatura. Posso immaginare il perché del blu; tuttavia, ce lo spiega Lei ?
Volentieri. Blu, come la profondità del mare. Blu, come l’immensità del cielo. Blu, eccoci all'intuizione originale, come il Clima della Cultura. Quindi, la scelta del titolo parte dal riferimento cromatico al mare quale elemento caratterizzante del progetto. Il nostro progetto, infatti, mira a promuovere un “clima culturale” che, al pari del mare, sia un crocevia di incontri e confronti, laddove l’accoglienza, la conoscenza, l’ascolto reciproco, la crescita del bene comune possano diventare stabilmente i tratti peculiari del consorzio umano, secondo le tre direttrici dell’integrazione, dell’innovazione e dello sviluppo socioeconomico.
Quindi, se capisco bene, una sorta di elogio della mediterraneità!
Esatto, proprio così. Gaeta è indiscutibilmente culla naturale della cultura e della civiltà mediterranea. Ed è proprio il legame tra le sue straordinarie bellezze, l’importanza storica e la spiritualità dei luoghi, ad averla contraddistinta quale Città della Cultura, basando la sua essenza sull’Arte, sul Mito e sul Mare.
«Gaeta simbolo di sviluppo ambientale, economico e sociale»
Signor Sindaco, forse sarò rimasto un po' indietro nel tempo, ma io ricordo, affermazione di un ministro di qualche Governo fa, che con la cultura non si mangia!
Lasciamo stare! Fu clamoroso infortunio e di acqua ne è passata sotto i ponti. Lei è fermo allo scorso decennio, evidentemente!!! La Cultura è da noi considerata entità atta a valorizzare il nostro patrimonio storico-ambientale, a scatenare le potenzialità naturali, ma anche, eccoci al punto, a fungere da volano virtuoso per la crescita economica e per concorrere ad abilitare le possibilità di inclusione e di coesione sociale. Una costruzione di una rete cittadina basata su modelli nuovi, partecipati, sostenibili e replicabili, una sfida al cambiamento e alla rinascita, un’identità culturale legata al territorio: cultura come cura e attenzione.
Castello Angioino
Per come, grazie alla sua empatia, sto in questi istanti entrando nelle corde del progetto, agevolmente presumo che si faccia riferimento anche al climate change.
E lei presume bene! Difatti, il titolo del progetto fa volutamente riferimento anche al versante culturale del cambiamento climatico. La nostra è una candidatura che si correla agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sulla sostenibilità, declinati nelle tre dimensioni dello sviluppo: lo sviluppo ambientale, lo sviluppo economico e lo sviluppo sociale.
Quanto, questa candidatura, è di giovamento alle giovani generazioni e, traguardando e comprendendo appieno il progetto, anche alle generazioni future?
Il nostro, ardimentoso ed entusiasta, è proprio lo sguardo rivolto soprattutto ai bisogni delle generazioni future, con azioni che mireranno alla diffusione di una cultura del consumo responsabile e della produzione consapevole, nella prospettiva che soltanto modelli innovativi di gestione delle risorse potranno invertire la tendenza in atto del cambiamento climatico, anche grazie all’aiuto delle nuove tecnologie.
Gaeta Capitale della Cultura, una spinta per l'ospitalità del territorio
Mi consenta, signor sindaco, di ricorrere ad una frase fatta: l'unione fa la forza. Ciò a voler chiedere se la città di Gaeta sta affrontando il cimento della candidatura contando soltanto sull'ambito comunale, oppure c'è una vision di coinvolgimento di area, a partire dai comuni limitrofi.
Sin dal primo momento, e non poteva essere altrimenti stante la premessa dell'agire come unicum storico ancor prima che geografico, la nostra vision progettuale ha naturalmente sconfinato l'ambito comunale propriamente inteso e abbiamo ragionato e di conseguenza agito in ottica di area, per area intendendo quanto ci rende complessivamente omogenei al contempo, grande valore aggiunto, dando enfasi a specifiche peculiarità sia storiche che antropologiche e geografiche dei vari comuni coinvolti. Ed è così che l'area parte da Sabaudia, con le sue terre umide, il suo lago, le sue dune, il Parco Nazionale del Circeo, per arrivare a Castelforte e quindi alle foci del Garigliano, il fiume che attualmente segna il confine tra Lazio e Campania. E se ciò, in prima approssimazione è la delimitazione nord/sud, la delimitazione ortogonale est/ovest è data da Isola Liri, nel Frusinate, fino a Spigno Saturnia, l'antica Ausona, passando per Cassino, con la sua Abbazia. Cassino emblema anche di storia recente, mi riferisco alla Seconda Guerra Mondiale, laddove Cassino fu punto cruciale della linea Gustav; Cassino, ancora, con la sua prestigiosa università. Nell'area vasta ricade anche Minturno, famosa per il suo comprensorio archeologico.
Il golfo di Gaeta
In termini di adeguamenti strutturali per una ricettività che di certo prevedete di gran lunga incrementata rispetto ai numeri attuali, come vi ponete?
Avremo poco più di un anno di tempo (è nella primavera 2024 che sarà annunciata la Città Capitale della Cultura 2026) per portare a compimento, in fertile cooperazione pubblico/privato, progetti già in nuce volti all'ampliamento della numerica dei posti letto, all'adeguamento dei plessi esistenti, all'incremento di strutture ricettive extra-alberghiere. Il tutto, beninteso, non soltanto nel comune di Gaeta ma anche in quella che prima abbiamo definito l'area vasta. Stante l'efficienza delle strutture portuali sia di Gaeta che di Formia, si pensa anche ad un potenziamento di ricettività da attuare mediante ormeggi pianificati di navi passeggeri.
Che ruolo vorrete assegnare al comparto agroalimentare e per esso, in accezione estesa di filiera, al turismo enogastronomico?
Assolutamente non ancillare e come potrebbe essere altrimenti! Lei sa bene che noi oltre ad avere conseguito di recente la Dop per la nostra Oliva di Gaeta, abbiamo oli eccellenti e ottimi vini che solo adesso stanno finalmente uscendo dall'oblio e stanno meritatamente conquistando i gusti dei wine lovers. Mi riferisco in particolare al Bellone (bacca bianca) e al Cècubo (bacca nera). Le anticipo che i momenti di compiuta divulgazione delle nostre eccellenze agroalimentari, pescato locale ed emergente acquacoltura inclusi, attraverseranno cross tutti i dodici mesi dell'anno 2026.
Il lungomare di Gaeta la sera
Un'ultima domanda signor Sindaco. Quante possibilità di successo Lei si attribuisce ? Diamo per acclarato che entro fine anno Gaeta nella short list delle 10 candidate ci sia. E poi? Quale città uscirà dal verdetto di marzo 2024?
Non sono solo e quindi non dico “io”, Io sono in buona compagnia dei miei concittadini e pertanto dico “noi” siamo armati dell'ottimismo della volontà. La volontà di farcela. Ci siamo impegnati al massimo per l'approntamento del dossier, stiamo adempiendo ai necessari ma non cavillosi iter burocratici e siamo ragionevolmente certi di giocarcela e siamo pieni di speranza. Vedrà, gliela faremo! Tra l'altro, la Cultura (quella con la C maiuscola !) è uno dei tratti distintivi della nostra Comunità gaetana. Fare Cultura, essere Cultura, recita un ruolo di primaria importanza, soprattutto in chiave identitaria, in ogni cittadino, che da sempre si ritrova a respirarla a pieni polmoni. Anche per questo, nella redazione del nostro dossier e nella creazione del progetto, non abbiamo voluto avvalerci di società specializzate. Il nostro progetto è il frutto della collaborazione con i cittadini. Abbiamo messo al centro la nozione di “cittadinanza culturale”, intesa come identità, espressione e partecipazione. Consapevoli dell’inevitabile nesso tra partecipazione, cultura e cittadinanza, sperimentando nuovi modelli di ascolto, condivisione e produzione, abbracciamo l’idea di un “abitante culturale”, che partecipi attivamente al rafforzamento di una cittadinanza culturale ampia, stimolata, titolata e coinvolta nei processi di cura, salvaguardia e rigenerazione del patrimonio culturale. “Blu: il Clima della Cultura”, ci riporta al “Mare Nostrum”, il più grande libro nel quale abbiamo scritto la nostra storia, e nel quale bisogna scrivere ancora tanto. Quel mare con cui tutti noi abbiamo da sempre avuto un rapporto simbiotico e sviluppato un profondo senso di appartenenza. E che ci ha portato, non a caso, a identificare la nostra meravigliosa Gaeta, come Città dell’Arte, del Mito e del Mare.
Lasciamo lo studio del Sindaco e approfittando della bella giornata, sole ancora caldo, si va in spiaggia: una piccola baia riparata.
Al largo, due imbarcazioni: una che va da sud verso nord e l'altra che va nel verso opposto, da nord verso sud.
Al comando della nave che da sud va verso nord c'è un certo Enea, navigatore migrante.
Al comando della nave che da nord va verso sud c'è un certo Ulisse, navigatore migrante.
Sul Mare Nostrum, culla di civiltà, si naviga e si migra da millenni!