Portare la cultura in montagna nei periodi feriali è impresa (quasi) eroica. Eppure il Cai (Club alpino italiano) di Bergamo per festeggiare i 150 anni di fondazione in accordo con l'Accademia Carrara e l'Associazione ''Mirella Cutura'' di Ponte di Legno ci sono riusciti, forse memori del famoso detto: «Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna». In alta Val Camonica si è tenuto ai primi di agosto un concorso nazionale di Poesia e sono in programma in questi giorni una serie di concerti di musica classica. Approfittando invece di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, la Carrara si è trasferita in alta quota in occasione della mostra'' Vette di Luce'', in corso fino al 3 settembre. O meglio, in 17 rifugi sparsi fra le montagne orobiche, lo scrigno culturale ha portato in esposizione le riproduzioni altrettante opere.
L'arte arriva in vetta grazie al Cai di Bergamo e all'Accademia Carrara
Arte nelle valli alpine: Carrara e Cai portano dei capolavori nei rifugi delle Orobie
Il primo appuntamento si è tenuto a luglio, a Colere, in Val di Scalve ai 1939 metri del rifugio Albani con la ''Madonna col Bambino'' (1480) di Andrea Mantegna. Si tratta di un reale connubio tra arte e cultura della montagna. Oltre alla presenza delle riproduzioni delle opere piu celebri del museo, per il periodo del progetto i nomi dei singoli rifugi saranno completati dal nome dell'artista ospite, così gli appassionati e gli alpinisti, prima o dopo le escursioni, saranno accolti da Tiziano, Lotto, Canaletto, Botticelli, Palma il Vecchio, Pelizza da Volpedo e tanti altri capolavori con l'impegno a rivederli dal ''vivo'' nel cuore della Città dei Mille.
Arte ad alta quota: Giovanni Bellini trova casa nel rifugio "Nani Tagliaferri"
Insomma, l'arte sale lungo l'alta via delle Orobie e il sentiero delle tre valli all'insegna del turismo sostenibile e responsabile. Il tutto si chiude ai 2328 metri del ''Nani Tagliaferri" dove Carrara e Cai hanno realizzato il progetto "più ad alta quota", con una rappresentazione di Giovanni Bellini. «L'iniziativa è stata molto apprezzata - dice il gestore, il cuoco a cinque stelle Francesco Tagliaferri - dalle centinaia di appassionati che ogni giorno salgono quì da noi. Una meraviglia per molti trovare la riproduzione di un capolavoro spesso sconosciuto». Interessante e originale richiamo a suggello di una «stagione - sottolinea Francesco - fino ad ora in linea con le presenze dello scorso anno». E il general manager della Carrara Giampietro Bonaldi ha ricordato che «con questa iniziativa, creiamo un museo diffuso che porta il racconto della Carrara fino ai confini di terra e cielo. Nei rifugi, testimoni di avventure e fatiche, la forza identitaria della montagna e quella dell'arte si ritrovano, in silenzio, a farsi scoprire e ammirare per la medesima prova di rispetto e responsabilità nei confronti del bello».