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I social? Roba vecchia! Ora l’agroalimentare pensa al metaverso e all’intelligenza artificiale

A Sol&Agrifood si è discusso del futuro che sarà on life: la dimensione reale e quella digitale si fondono senza soluzione di continuità. Un'opportunità anche per le aziende agroalimentari italiane

 
03 aprile 2023 | 09:36

I social? Roba vecchia! Ora l’agroalimentare pensa al metaverso e all’intelligenza artificiale

A Sol&Agrifood si è discusso del futuro che sarà on life: la dimensione reale e quella digitale si fondono senza soluzione di continuità. Un'opportunità anche per le aziende agroalimentari italiane

03 aprile 2023 | 09:36
 

I social? Roba vecchia! Ora si pensa al metaverso e, in futuro, all’intelligenza artificiale che cambieranno ancora di più il nostro rapporto con l’agroalimentare. Il futuro è on life, dove la dimensione reale e quella digitale si fondono senza soluzione di continuità. Questo è emerso nel corso del convegno “L’innovazione digitale nel settore agroalimentare e le conseguenze che ciò comporta sui bisogni formativi”, in programma nella prima giornata di Sol&Agrifood, il Salone dell’agroalimentare di qualità, a Veronafiere fino al 5 aprile. Carlo Vischi, Horeca Channel Italia ha moderato l’evento con gli interventi di Febo Leondini, presidente di Afdb - Associazione formazione distributori bevande, che riunisce le più importanti aziende di produzione e distribuzione di bevande italiane; Carlo De Biasi, direttore generale San Felice spa e vicepresidente Association Lien de la Vigne di Parigi e di Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione Turistica e direttore scientifico della Bto - Be Travel Onlife.

I social? Roba vecchia! Ora l’agroalimentare pensa al metaverso e all’intelligenza artificiale

Sol&Agrifood, il Salone dell’agroalimentare di qualità, a Veronafiere fino al 5 aprile

Dimensione sempre più on life

Ristoranti senza tavoli, persino senza cucina, attraverso i nuovi strumenti digitali potranno far arrivare i pasti direttamente a casa del consumatore, cambiando il rapporto delle aziende agroalimentari con i consumatori attraverso nuovi canali digitali. «Il metaverso sta avanzando dal punto di vista tecnico e tecnologico, ma bisogna prendere coscienza che stiamo cambiando noi - ha dichiarato Febo Leondini, presidente di Afdb - con la dimensione digitale che è molto più aperta della dimensione del reale. Non più online o offline, ma on life. Per la prima volta siamo costruttori di un mondo. Non siamo esploratori o scopritori».

Come il metaverso e l’intelligenza artificiale cambieranno l’agroalimentare

Il legame tra tecnologia e innovazione non si ferma al solo al rapporto con il consumatore, ma condiziona anche gli investimenti delle aziende. Il metaverso diventa quindi luogo culturale in grado non solo di dare informazioni, ma anche di ricevere stimoli. Gli algoritmi possono cambiare l’esperienza di acquisto, sfruttando le abitudini dei clienti e suggerire alternative nella scelta dei prodotti, per soddisfare le esigenze di mercato. Si tratta di un’intelligenza adattativa che si affiancherà a quella umana e finirà per condizionare le scelte dei consumatori.

 

A confermarlo Carlo De Biasi, vicepresidente Association Lien de la Vigne di Parigi: «La condivisione delle conoscenze e delle competenze è fondamentale per il futuro delle imprese. La digitalizzazione deve servire anche per affrontare i cambiamenti climatici e la sostenibilità. Non mancano i dati, ma la sfida è interpretarli correttamente e soprattutto averne di predittivi affidabili per gli investimenti dei prossimi mesi e dei prossimi anni». La digitalizzazione è quindi una sfida che obbliga ad acquisire nuove conoscenze, non solo tecniche o tecnologiche ma di processo, e a saperle gestire. «La tecnologia deve essere uno strumento al servizio dell’uomo - ha detto Francesco Tapinassi, direttore di Toscana promozione turistica e direttore scientifico della Bto, Be Travel Onlife - e un sostegno all’intelligenza umana. Essendo il metaverso un mondo nuovo non esistono guru o insegnanti che possano fornire lo scibile su tutta la materia. Cambia anche la formazione che dunque deve essere partecipativa, in cui ciascuno porta la propria esperienza, la condivide e questo può creare un nucleo di conoscenze utile a guidare la digitalizzazione».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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