«La vera tradizione culinaria è quella che si trasmette a tavola, mangiando in famiglia. Il desco condiviso fra congiunti è la nostra specificità e ricchezza ineguagliabile». Parola di Giovanni Ballarini, presidente onorario dell'Accademia italiana della cucina. Dall'alto dei suoi 95 anni ha ricordato con un pizzico di ironia che: «Ogni giorno si pubblicano 2 libri dedicati alla cucina, quasi nessuno però li legge! È più facile (e meno faticoso) informarsi e consultare internet». Il tutto, durante la festa per ''Brescia Capitale della Cultura e del Gusto'', città che, per inciso, grazie al Consorzio della Franciacorta, si accinge ad ospitare la cerimonia per l'assegnazione delle stelle Michelin. Una grande festa che si terrà nel suggestivo Teatro Grande.
I premi assegnati a Brescia dall'Accademia italiana della cucina
''Brescia Capitale della Cultura e del Gusto'': i premiati durante la cerimonia
La delegazione bresciana dell'Accademia, guidata dall'infaticabile Giuseppe Masserdotti, ha premiato invece due eccellenze enogastronomiche del territorio: il salame di Montisola e il dolce Bossolà. I riconoscimenti 2023, ''Massimo Alberini'' e ''Dino Villani'', sono stati assegnati rispettivamente a Maurizio Sarioli per la gran ciambella dolce con il buco, riscoperta e rilanciata di recente dopo anni di oblio, e a Emilio Turla e Franco Moretti per il caratteristico salume prodotto sull'isola lacustre più grande d'Europa. Il premio Giovanni Nuvoletti è andato ai giornalisti Marino Marini e a chi scrive per ''aver contribuito in modo significativo alla conoscenza e valorizzazione della buona tavola tradizionale''.
Una cerimonia durante la quale il professor Claudio Macca si è soffermato sugli aspetti nutrizionistici per l'adolescenza: «Spesso dimenticati soprattutto nelle mense scolastiche dove - dove ha rimarcato l'esperto - manca una pedagogia dell'alimentazione basata principalmente sulla cotoletta. Bisogna abituare le nuove generazioni a cibi naturali e meno densi, ricchi di fibre e vitamine, a verdura e frutta di stagione. Quali strategie? Insegnare la frugalista, distinguendo fra fame e sazietà». E non è mancata una interessante lezione da parte del docente universitario Giorgio Maione sull'antica tradizione culinaria bresciana, tutelata fin dal Medioevo dalle varie corporazioni, là dove ancora si custodisce - gelosamente nel centro città - una delle tre copie della pace di Costanza. «Brescia insomma - hanno concluso Ballerini e Masserdotti - possiede una cucina Capitale, ancora in gran parte da scoprire, come le 646 varietà di polenta esistenti nel nostro Paese».