L’iniziativa “Bollette in vetrina”, lanciata da Fipe-Confcommercio nei giorni scorsi e che invita hotel, bar e ristoranti a esporre in bacheca le bollette del 2021 e quelle del 2022 per mostrare il drastico aumento dell’energia elettrica e del gas, ha generato disagio ed è stata giudicata inelegante dal nostro collaboratore Vincenzo D'Antonio. Ha quindi deciso di dare la sua personale controrisposta in forma di lettera aperta.
Bollette in vetrina, lettera aperta ai ristoratori
Caro ristoratore,
buongiorno.
Sarò breve; almeno, lo spero!
Quanta amarezza e quanto stupore nel vedere che insieme allo scontrino che giunge al tavolo dopo la canonica richiesta al cameriere .... “il conto, per favore”, arrivano anche, in fotocopia, le ultime bollette delle utenze di luce e gas, nonché la ricevuta di pagamento del canone di affitto del locale. Il tutto a dimostrare gli aumenti delle utenze da un anno all’altro e l’esosità, a prescindere, dell’affitto del locale.
Ho provato disagio per tanti motivi che provo ad elencare in ordine sparso, così come mi vengono:
- grande disappunto nel non aver portato con me, ma proprio non ci avevo pensato, le fotocopie delle mie utenze di luce e gas. Sapessi quanto sono aumentate anche per me! Ed anche l’affitto di casa/mutuo, non è che sia proprio importo risibile da prendere alla leggera. Aspetta, ti aggiungo una voce che sta già gravando adesso, immagina cosa sarà in autunno: il cosiddetto back to school. Tra zainetto, quaderni, cancelleria e libri di testo, un’altra mazzata al mio budget familiare.
- poi ho pensato . . . ma anche tu, caro ristoratore, tieni famiglia e magari il mio cahier de doléances esposto al punto a) potrebbe essere da te ripreso in toto o in parte. Giusto! Eh, ma così facendo dove arriviamo ?
- un’altra considerazione. Per piacere, oltre alle fotocopie delle utenze, a riprova dell’elevato aumento dei costi variabili (sono in gran parte costi variabili e non va dimenticato) e la fotocopia del canone di affitto (costo fisso), non è che mi alleghi pure in fotocopia i righi di fattura di acquisto dei vini che metti in carta?! Scoprirei così che un vino da te comprato a 4 euro gli dai prezzo in carta di 16 euro. Così, sai, giusto per amor di trasparenza, come per doverosa trasparenza hai voluto mettermi a conoscenza dei tuoi costi (variabili e fissi) di utenze ed affitto.
- non mi rivolgo, specificamente qui proprio a te, precisamente a te, no, ma ad alcuni tuoi colleghi, esigua minoranza. Giurerebbero in coscienza, costoro, di avere in ordine retribuzioni e contribuzioni dei loro collaboratori ?
- insomma, caro ristoratore, con questa mossa inelegante alquanto di palesare gli incrementi vistosi ed insopportabili di importanti voci di costo, mi metti nella condizione di ragionare da homo oeconomicus. E allora sai cosa ti dico, da homo oeconomicus ? Ti dico che la prossima volta ci penso bene prima di accingermi ad affrontare una spesa che, in tre di noi, allegramente volge verso i 170 euro (bottiglia di vino inclusa). Resto a casa, partita di calcio in TV, film su Netflix . . . e va bene così !
- suvvia, caro ristoratore, la tua comunicazione va rivolta a quel mix che fortunatamente alberga in noi (anche in te, amico mio) che è abbraccio sano e virtuoso tra la nostra componente di homo sapiens e la nostra componente di homo ludens. Mi fai sovvenire una frase di rara saggezza del compianto Maestro (Maestro tuo e di noi tutti, clienti inclusi) Gualtiero Marchesi: “i nostri clienti vengono da noi per vivere una deliziosa esperienza cognitiva ed emozionale”. E cosa più aggiungere? Ha detto tutto Lui, il Maestro, con questo suo pensiero.
- ti fa paura l’autunno? Eh, ma eravamo a giugno e già si parlava della tempesta perfetta che sarebbe scoppiata in autunno. Pensi che la pandemia sia debellata!? Ho i miei dubbi. Pensi che la guerra in Ucraina non comporti ulteriori nocive conseguenze, oltre alla tragedia in sé? Anche qui ho i miei dubbi come dubito che non accada qualcosa di pericoloso a Taiwan. E l’inflazione? Siamo all’8% su base annua!
- caro ristoratore, hai confuso la bella estate, il tuo locale sempre pieno “dentro e fuori”, come magico ritorno agli anni prima della pandemia e non ti sei voluto accorgere che è stata per tutti noi, questa estate che volge al termine, una fugace “ora di ricreazione”. Quanto sole, questa estate; ma proprio quanto !!! Ecco, lo sai, vero che... il tetto si ripara quando c’è il sole!? Tu non avevi proprio nulla da riparare?!?
- ti sei mai chiesto se è nato prima il gas o prima la tecnica di cottura dei cibi ? Hai mai pensato, con empito creativo, a modifiche di linea di cucina tali che il gas cessi di essere pressoché l’unica fonte di cottura? Legna, fornello spirito, marinature, il ritorno del carrello dei formaggi, taglieri che non siano accozzaglia di acquisti improvvidi bensì scelte meditate da raccontare a noi clienti. Non si risolve il problema, lo so, ma neanche è impostazione velleitaria.
- insomma, caro ristoratore, ma ti metti alla ricerca delle soluzioni comprendendo (finalmente) che indietro non si torna, oppure aspetti che siano altri a trovare soluzioni per te? Magari qualche espediente si trova, non dico di no. Ma è un pannicello caldo, è un lenitivo truccato da soluzione.
- attento, tu vuoi vivere bene, mica ti accontenti di sopravvivere; vorrai pur trarre spettro ampio di soddisfazioni dalla tua professione!
Tutto qui, caro ristoratore.
Sia ben chiaro, io non ce l’ho con te e non sono contro di te, ci mancherebbe!
Se non fosse frase abusata, direi che siamo sulla stessa barca, e adesso che il mare non è calmo, anzi è proprio in tempesta, ci vuole tanta abilità per non rovesciare l’imbarcazione e per mantenere la rotta.