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Musiche, balli e tipicità gastronomiche, la transumanza emoziona l’Abruzzo

Conclusa “Tra-La Transumanza che Unisce”, la più importante manifestazione ovina del Centro Italia. Oltre alle greggi di pecore, aziende e consorzi hanno esposto i prodotti locali, tra il suono di zampogne e saltarelli

 
10 agosto 2022 | 10:30

Musiche, balli e tipicità gastronomiche, la transumanza emoziona l’Abruzzo

Conclusa “Tra-La Transumanza che Unisce”, la più importante manifestazione ovina del Centro Italia. Oltre alle greggi di pecore, aziende e consorzi hanno esposto i prodotti locali, tra il suono di zampogne e saltarelli

10 agosto 2022 | 10:30
 

Si è conclusa  "Tra-La Transumanza che Unisce", la più importante manifestazione ovina del Centro Italia. La spianata di Fonte Macina ha accolto migliaia di persone che hanno ammirato le greggi schierate e le aziende agricole, associazioni e consorzi che esponevano i prodotti del territorio. A fare da colonna sonora l’orchestra nazionale del Saltarello e la rassegna di organetti e zampogne. L'occasione è servita anche per premiare i pastori e aziende ovicole che portano avanti un'antica tradizione.

Un momento di Tra - La Transumanza che unisce (foto Eikon) Musiche, balli e tipicità gastronomiche, la transumanza emoziona l’Abruzzo

Un momento di Tra - La Transumanza che unisce (foto Eikon)

"Tra-La Transumanza che unisce" per riscoprire l'Abruzzo rurale

Reminiscenze tramandate della cosiddetta geografia politica, da porre in simbiosi con la cosiddetta geografia fisica, riportano alla memoria la declinazione al plurale di questa regione fatata: Abruzzi, ben prima che Abruzzo, e, in giunzione ad essa, il Molise. Sì, fino agli anni ’60 dello scorso secolo . . .  Abruzzi, al plurale.

E questa reminiscenza molto ci aiuta.

Una componente montuosa, le più alte vette dell’Appennino (Gran Sasso e Majella), la fatica dei pastori, il fenomeno della transumanza, le pagine imperdibili di Ignazio Silone.

Un’ampia fascia collinare che avvicinandosi all’Adriatico diviene costiera, atta al turismo estivo; natura prodiga, con la suggestiva presenza dei trabocchi ed una ferrovia che lambiva la riva del mare. La poesia e la poetica prosa di Gabriele D’Annunzio.

Breve la distanza che separa i rilievi montuosi dal mare: qualche decina di chilometri, all’incirca mezzora di auto.

Torniamo allora alla declinazione al plurale . . .  gli Abruzzi.

Ne sortiscono due narrazioni. Entrambe, nel loro abbracciarsi, rendono unica questa regione e la rendono al contempo attrattiva ai flussi turistici emergenti ed in particolare, nel mondo, alle Generazioni Millennials e Zeta.

L’Abruzzo dei monti: la fatica pastorale, la pastorizia, i tratturi, la transumanza. Dai pascoli estivi del Gran Sasso ai pascoli invernali del Tavoliere.

Cosa si mangiava durante la transumanza?

Per tetto il cielo stellato con falcetto di luna crescente, intorno i pascoli in altura nell’area di Castel del Monte, borgo tra i più belli d’Italia, pecore negli stazzi dai cani pastore accudite e sorvegliate, si è vissuta esperienza memorabile: cenare insieme con i pastori. Trionfo di pietanze frutto di sapienza nell’arte della conservazione e della trasformazione di quanto nella disponibilità della struttura economica e sociale della pastorizia transumante. Robusto, articolato e dovizioso l’antipasto, in prevalenza costituito da conserve.

Le “conserve” del maiale: il prosciutto, la lonza, il salame. La “conserva” del latte ovino: il Canestrato di Castel del Monte. Questo è il formaggio a pasta dura dei pastori transumanti. Fatto con latte crudo, il suo sapore varia in funzione delle stagioni e dei pascoli su cui si nutrono le greggi di ovini. Pallotte cacio e uova, zuppa di Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio. Questa lenticchia è piccola color marrone scuro, con superficie rugosa e buccia sottile. È particolarmente ricca di ferro ed è così tenera da non avere bisogno di ammollo prima della cottura. Non male, al termine della cottura della zuppa, l’aggiunta di pezzetti di salsiccia e un’unghia di peperoncino.

Appare inusuale definire conserve i salumi ed i formaggi. Ma tale definizione è atta a indurre riflessione su come il nutrirsi che non voglia privarsi della fondamentale componente del “buono”, è funzione della sapienza artigiana che sa come “conservare” la materia fresca onde ricavarne cibarie per consumo in tempo differito.

Monarca tra le portate il sontuoso Timballo con funghi e Zafferano di Navelli.

Consumo tendenzialmente episodico, frutto di quanto oggi denomineremmo “incidente di percorso”, il sacrificio di un capo ovino impossibilitato a proseguire il cammino della transumanza dava occasione di degustare convivialmente la Pecora alla callara, regina delle portate. La callara è una grossa pentola in rame che si usava per cucinare sul fuoco.

Generosi sorsi da uve Montepulciano d’Abruzzo. A cominciare nella sua versione Cerasuolo e a proseguire nella sua versione in rosso.

Cena generosa, squisita, schietto elogio della biodiversità, prezioso patrimonio agroalimentare di questi monti.

Il pastore non è solo. Non lo è per definizione. Ha i suoi cani, le sue greggi e soprattutto ha i suoi compagni transumanti, gli altri pastori. Altri pastori che hanno i loro cani, le loro greggi e i loro compagni transumanti . . .

Questo aspetto della transumanza non è da sottovalutare.

Un gregge di pecore presente alla manifestazione (foto Eikon) Musiche, balli e tipicità gastronomiche, la transumanza emoziona l’Abruzzo

Un gregge di pecore presente alla manifestazione (foto Eikon)

La transumanza è il “noi” in cammino. Il cammino è funzione dello stato dei pascoli. Si sale in monticazione, si scende in demonticazione.

Ci sono i pascoli in altura e i pascoli in pianura.

Ed è il “noi” che costituisce il punto di forza del fenomeno, attualizzato ai nostri giorni, della transumanza.

E non poteva non avere lusinghiero e meritato successo la 62° Rassegna degli ovini di Campo Imperatore e l’evento itineranteTRA- La Transumanza che Unisce”, svoltasi pochi giorni fa.

Pressoché perfetta l’organizzazione della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia che quest’anno è stata affiancata dal Consiglio Regionale d’Abruzzo.

La spianata di Fonte Macina ha accolto migliaia di persone che hanno ammirato le greggi schierate e le aziende agricole, associazioni e consorzi che esponevano i prodotti del territorio.

 

 

Assegnata la "Verga d'argento" al figlio del pastore e produttore Giulio Petronio

Sono stati assegnati una serie di riconoscimenti. “Verga d’argento” e il “premio speciale Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia” sono andati entrambi a Claudio Petronio, figlio di Giulio Petronio, il pastore e produttore di Castel del Monte recentemente scomparso, al quale è stato anche dedicato un libro scritto da Mario Basile che ne ha ripercorso la vita di militante, imprenditore, amministratore comunale. 

L’Attestato di Resilienza nella Pastorizia nell’Appennino” assegnato all’azienda Stefano Belà di Santo Masso di Amatrice che dopo aver perduto il suo patrimonio ovino schiacciato dal crollo della stalla con il terremoto del 2016, "ha voluto restare per ricostruirlo dando così fiducia e speranza all’intero settore e al suo territorio”.

Infine, il premio “Al più giovane pastore” presente alla 62esima rassegna e intitolato a Giulio Petronio e Gregorio Rotolo, i due allevatori scomparsi negli ultimi mesi, è stato assegnato a Lorenzo Damiano.

L'obiettivo: «promuovere la pastorizia per rilanciare le aree interne»

«Il rilancio delle aree interne – sostiene la presidente della Camera di Commercio Gran Sasso, Antonella Ballone – passa anche attraverso il sostegno e il rafforzamento delle attività tradizionali locali che costituiscono un tratto distintivo del territorio, e possono rappresentare un elemento attrattivo sia per il rilancio della zootecnia di montagna sia a fini turistici e per contribuire a dare il giusto valore alle produzioni tipiche del comparto agricolo e artigianale. Noi crediamo che l’unione delle istituzioni e degli enti possa portare alla concretizzazione di progetti di rilancio e valorizzazione economica dell’intera filiera dell’allevamento ovino, che rappresenta per l’ente camerale un’azione prioritaria per ribadire il ruolo centrale del pastore nell’ambito della filiera zootecnica. È necessario, pertanto, definire una strategia finalizzata ad avvicinare gli allevatori ed i produttori ai mercati di sbocco, garantendo la giusta remunerazione delle produzioni».

Ed è proprio sulla promozione della transumanza - patrimonio identitario immateriale riconosciuto dall’Unesco - e sugli antichi tratturi che il Consiglio Regionale dell’Abruzzo e le Camere di Commercio stanno lavorando attraverso il Progetto europeo “Parcovie 2030” in partenariato con altre otto Regioni, con l’obiettivo di favorire il recupero e la fruibilità turistica delle aree di transumanza con interventi integrati ed il coinvolgimento delle comunità locali.

«Con "TRA-La Transumanza che unisce" vogliamo rivivere in chiave moderna quella che è stata per l’Abruzzo una delle più importanti attività in senso antropologico, storico ed economico, senza disperderne il carattere identitario – dichiara il Presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri – La Rassegna degli Ovini è un appuntamento importante per la nostra Regione, per questo abbiamo voluto anticipare l’evento con una giornata dedicata a tradizioni abruzzesi legate alla transumanza, come l’antica danza del saltarello, un patrimonio quasi del tutto perso e che con la collaborazione di esperti e docenti stiamo riscoprendo. È importante dire anche che la Regione Abruzzo si è fatta capofila di un progetto di legge attraverso il quale vuole tornare a dare valore a questa grande arteria verde che è il tratturo e con “TRA-La Transumanza che unisce”, stiamo attraversando tutta la Regione, per rilanciare tutte le attività inerenti alla transumanza ma soprattutto questi luoghi, i borghi storici, dove natura e uomo si sono incontrati secoli fa e dove è importante tornare per non dimenticare».

Alcune idonee Misure contenute nel Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) agevoleranno la realizzazione del progetto.

Insomma, a concludere, ci si sente di affermare che la transumanza, ovviamente in lettura non anastatica bensì efficientemente attualizzata con fruizione sapiente dell’innovazione tecnologica in armonia con la green economy e il progetto UE Farm to Fork (F2F), possa costituire per l’Abruzzo non soltanto il ricordo fulgido del passato ma, ardimentosamente, con il coinvolgimento delle giovani generazioni, il futuro stesso di questa meravigliosa Regione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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