L'oro blu è una merce rara e preziosa anche fra le stelle alpine. «Ci sono clienti che pretendono docce calde e acqua corrente costante, l'aria condizionata, altri, pane fresco e fragrante tutti i giorni. È difficile spiegare loro che un rifugio a 2400 metri non è un albergo. La montagna è libertà, ma non ci sono i servizi che si trovano a valle». I gestori dei rifugi concordano nel sottolineare che questa torrida estate è difficile da vivere anche in quota.
L’acqua scarseggia
L'acqua scarseggia nei laghetti, le sorgenti a causa dell'assenza di precipitazioni sono allo stremo, lo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai hanno fatto il resto. Insomma, l'estate 2022 va molto bene per l'affluenza dei turisti, molto male per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico. Poca acqua, anche perché qui non arrivano le tubature degli acquedotti, da gestire con cura e parsimonia.
Serve maggiore attenzione
La constatazione è comune tanto al rifugio Tagliaferri in Val di Scalve, in provincia di Bergamo, quanto all'Amici in Valtrompia (Bs), al Campei de Sima in valle Sabbia (Bs), fin su al Tita Secchi in Valcamonica (Bs) e al Garibaldi e nei rifugi trentini Pedrotti alla Tosa, Città di Trento al Mandron e al Brentari di Cima d'Asta.
«Noi - dice Francesco Tagliaferri dell'omonimo rifugio fra le orobie bergamasche - cerchiamo di non far mancare niente agli escursionisti e agli amanti della montagna a partire da una cucina stellata. Non possiamo però sostituirci alla scarsità d'acqua anche qui a 2350 metri, dove in passato non abbiamo quasi avuto questi problemi grazie alle nostre sorgenti. L'importante è usare quella poca che è rimasta con intelligenza, raziocinio e un briciolo di buon senso. L'oro blu non è un bene infinito e ce ne stiamo accorgendo tutti i giorni, non solo in pianura».