I prezzi della benzina sono alle stelle e la corsa non sembra, almeno per ora, destinata ad arrestarsi. Nonostante il taglio delle accise, sia la verde sia il diesel sono ormai stabilmente sopra i due euro al litro e gli effetti rischiano di essere catastrofici anche per il turismo, già provato da due anni infernali causati dalla pandemia e che soltanto ora sembra intravedere la tanto attesa ripartenza.
Prezzi della benzina alle stelle: i numeri
Per capire la situazione è necessario partire dai numeri. Oggi la benzina costa oltre il 28,5% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 37,5% sul 2021. Per dare un quadro della gravità della situazione, basta considerare che in assenza del taglio delle accise pari a 30,5 centesimi di euro al litro, la benzina costerebbe oggi oltre 2,4 euro al litro (2,38 euro il gasolio) superando il record storico raggiunto nell'ottobre del 1976, quando un litro di benzina arrivò a costare 500 lire, pari a 2,31 euro a valori correnti.
L'impatto sul turismo
Il caro carburanti non può lasciare indifferente il mondo del turismo e i motivi sono molteplici. Con la benzina così cara, aumentano notevolmente i costi delle materie prime, anche quelle alimentari. E così alberghi e ristoranti sono obbligati a rivedere i prezzi dei loro listini.
Non solo. L'auto resta ancora oggi il mezzo più amato dagli italiani per andare in vacanza, nonostante i numeri siano in calo. Le statistiche parlano di un 58% di viaggiatori che sceglierà il mezzo privato per spostarsi durante l'estate 2022. Quindi, è presto detto, con i carburanti così cari, il rischio è che la gente si veda costretta a ridurre i giorni di vacanza, nel peggiore dei casi, oppure a spendere meno una volta recatasi nel luogo di villeggiatura, con conseguenze evidenti per il settore.
Peraltro, il caro carburanti non sta risparmiando nemmeno i voli, che hanno fatto registrare un importante aumento dei prezzi e con ogni probabilità cresceranno ancora nei prossimi mesi. Si salva solo il treno e qualcuno in Emilia Romagna ne sta approfittando, con ottimi risultati: è il caso di Riccione, dove alcuni alberghi pagano il biglietto ferroviario a chi prenota una vacanza da loro.
Insomma, serve trovare una soluzione, anche perché il turismo italiano ha bisogno di tutto meno che di una nuova riduzione della mobilità.
I dubbi del Codacons
Intanto qualcuno ha sollevato dubbi sull'andamento dei prezzi della benzina. È il Codacons, che ha presentato infatti un esposto alle Procure della Repubblica di Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza, Como, Pavia, Mantova, Cremona, Lecco, Lodi, Sondrio e all’Antitrust chiedendo di indagare sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa registrati nelle ultime settimane in regione e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese della Lombardia.
Il motivo? Per l'associazione dei consumatori, gli aumenti non sono giustificabili. Negli ultimi mesi, infatti, il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile – analizza il Codacons – In tale data la benzina, e senza il taglio delle accise pari a -30,5 cent scattato solo il 22 marzo, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio. Oggi il petrolio è quotato ben al di sotto dei 120 dollari al barile, mentre la verde costa in media 2,075 euro al litro e il gasolio 2,030 al litro. Questo significa che nonostante le quotazioni del petrolio siano calate la scorsa settimana dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano oggi di più.