Vero è che il comune sentire nel comparto dell’hospitality è attualmente il coro lamentevole sulla difficoltà nel reperire personale, ma se lo sguardo lo si volge alla componente che costruisce analizzando dati e non a quella che distrugge piangendosi addosso, allora si scopre che quell’oggetto misterioso che è il PNRR potrà pur servire a qualcosa!
Difatti, entrando nel merito, il ministero del Turismo ha reso noti i criteri per accedere ai contributi a fondo perduto ed ai finanziamenti agevolati per lo sviluppo delle strutture alberghiere e delle imprese turistiche.
Il Fondo Rotativo per l'offerta ricettiva
Si tratta del Fondo Rotativo istituito grazie agli investimenti previsti dal PNRR, mediante il quale si concorre a migliorare l'offerta ricettiva e i servizi di ospitalità, in modo da attirare nuovi flussi turistici sia nazionali che esteri.
Con questa misura si vuole incentivare il potenziamento delle strutture ricettive, finanziando progetti di ammodernamento seguendo i principi cardine della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale.
I soggetti destinatari del fondo sono:
- imprese alberghiere
- strutture che svolgono attività agrituristica
- strutture ricettive all'aria aperta
- imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici ed i parchi tematici.
Le risorse messe a disposizione per il periodo che va dal corrente anno 2022 fino all’anno 2025 sono pari a 180 milioni di euro. La misura prevede contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato, grazie ai quali è possibile sostenere progetti di investimento compresi tra i 500 mila euro e i 10 milioni di euro.
Le spese ammissibili e pertanto finanziabili riguardano specifici interventi di riqualificazione e ammodernamento aventi l’obiettivo di rendere l'azienda maggiormente funzionale.
Quali opere è possibile eseguire?
Qui di seguito le opere che è possibile svolgere grazie agli incentivi riconosciuti:
- fabbricati, opere murarie e assimilate (nella misura massima del 50% dell'importo complessivo ammissibile del Programma d'investimento);
- macchinari, impianti e attrezzature varie nuove di fabbrica (ammissibili per il 100% del loro valore);
- servizi di progettazione (nella misura massima del 2%);
- spese per la digitalizzazione come impianti wi-fi, siti web ottimizzati per i sistemi mobile, servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale, esclusi i costi relativi alla intermediazione commerciale (nella misura massima del 5%);
- suolo aziendale e sue sistemazioni (nella misura massima del 5% dell'importo complessivo).
Nello specifico dei contributi a fondo perduto, esso è del 10% per le grandi imprese, del 18% per le medie imprese, del 23% per le piccole imprese e del 30% per le microimprese turistiche-ricettive site nel Sud dell'Italia (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
Per le aziende ubicate in Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo), il contributo a fondo perduto è del 5% per le grandi imprese, del 15% per le medie imprese, il 20% per le piccole imprese e 25% per le microimprese.
In merito alle aziende site nel resto d'Italia, il contributo a fondo perduto è del 5% per le grandi imprese e del 15% per le piccole e medie imprese.
Finanziamento a tasso agevolato
La misura, ribadiamolo, prevede anche un finanziamento a tasso agevolato erogato da una banca finanziatrice. Nello specifico, il 50% del valore del finanziamento sarà erogato allo 0,5% annuo a valere sul Fondo Rotativo imprese, il rimanente 50% a tasso di mercato su fondi dell'istituto di credito. La durata massima del finanziamento è di 15 anni e sullo stesso è possibile utilizzare le garanzie del Fondo di Garanzia PMI, SACE o altre garanzie.
Restanza e Ritornanza
Insomma, a stare in regola, a sentirsi consapevolmente parte della business community, ad avere relazioni corrette e trasparenti con gli stakeholders e, innanzitutto, ad avere “voglia di futuro”, non è che il PNRR debba essere considerato quell’oggetto misterioso, addirittura quella trappola di cui insensatamente taluni dicono.
Ricordiamo il significato dell’acronimo: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Di nostro, pensando ai giovani e quindi anche alla problematica contingenza delle prestazioni lavorative, si aggiungono due R ulteriori: Restanza e Ritornanza.
Agevolare le condizioni a ché le giovani generazioni smettano di pensare al destino segnato di andare all’estero per vivere conformemente alle loro legittime aspirazioni (Restanza).
Altresì, adoperarsi affinché i nostri giovani connazionali che con il loro lavoro contribuiscono alla ricchezza degli altri Paesi, rientrino in Italia arrecando con le loro competenze, le loro intelligenze e il loro entusiasmo il propellente adatto allo sviluppo economico e sociale del nostro Bel Paese (Ritornanza).