Immaginiamo le due transizioni in essere, entrambe epocali, come una duplice trazione: la spinta della transizione digitale e il traino della transizione ecologica. Orbene, la risultante delle due forti trazioni, indica, suggerisce e catalizza la tendenza ad una scelta del vivere quotidiano che porti a privilegiare il borgo piuttosto che la metropoli.
È il caso forse di pensare ad un indicatore della qualità della vita che passi anche attraverso la densità di luoghi dove il bere bene ed il mangiare bene, in armonia con altri momenti di serena convivialità, assumano valori significativi.
Si tratta di misurare. Si tratta di dare ai numeri il valore grande che Pitagora seppe ad essi attribuire: misuratori della realtà, rivelatori imparziali delle situazioni analizzate.
A tale proposito ci sovvengono in aiuto le guide 2023 del Gambero Rosso. Quella dei vini fu analizzata qui.
Quindi, Guida ai Bar, a Pane & Panettieri, a Pizzerie, a Ristoranti, a Street Food. Cinque guide 2023, di cui si è fatta analisi dei dati applicando algoritmi originali. Si è così desunta la densità dei luoghi del mangiare bene nella sua accezione estesa e con essa, del vivere bene.
La Top 3 del mangiar bene per le guide del Gambero Rosso
Gambero Rosso, la classifica delle città del mangiar bene
Le grandi città sono nelle prime diciotto posizioni, ma in coda. Palermo al diciottesimo posto e poi, via via a salire Roma 17, Milano 16, Napoli 15, Torino 14, Bologna 13.
La dozzina che piace vede al dodicesimo posto Venezia. Di spicco la presenza di due bar famosi: Amo e Gran Caffè Quadri. Amo, in San Marco si ripropone anche come eccellente Bistrot.
Undicesima posizione per Brescia. Significativa la presenza della panetteria Voglia di Pane, di cui è patron il panettiere Armando Guerini.
Al decimo posto si colloca Cagliari. Anche qui poniamo in evidenza una panetteria, PBread Natural Bakery, di cui è patron il panettiere Stefano Pibi.
Al nono posto troviamo Trieste. Determinante l’apporto di due bar eccellenti: Antico Caffè San Marco e, in frazione Opicina, Caffè Vatta.
All’ottavo posto, Lecce. Citiamo la pizzeria 400 Gradi, di cui è patron Andrea Godi.
Famosa per l’aeroporto, Fiumicino si guadagna meritatamente il settimo posto. Il ristorante di eccellenza è Pascucci al Porticciolo. Ben due le pizzerie: Pizzeria Clementina (pizza all’italiana) e Pizzeria Sancho (pizza a taglio).
Al sesto posto, in virtù di ben tre pizzerie, troviamo Caserta. Le tre pizzerie eccellenti sono: Cambia-Menti di Ciccio Vitiello, I Masanielli (patron e pizzaiolo Francesco Martucci), Sasà Martucci – I Masanielli. Nessuna omonimia: Francesco e Sasà sono fratelli.
Al quinto posto, unica città con più di 300mila abitanti ad avere collocazione nella ambita dozzina, Firenze! Con pittoresca postazione al primo piano del Mercato Centrale, segnaliamo l’eccellente panetteria Pank La Bulangeria del panettiere David Bedu, francese di nascita e fiorentino di adozione.
Franciacorta batte Massa Lubrense
Ed eccoci ai magnifici quattro: i quattro luoghi del nostro Bel Paese a più alta densità di luoghi abilitanti la migliore qualità della vita, i luoghi dove mangiare bene in accezione estesa è prassi gioiosa di cittadini e turisti.
Al quarto posto: Senigallia, con ben 14 luoghi di eccellenza: quattro bar, una panetteria, una pizzeria (Mezzometro), sette ristoranti ed uno street food. Ed è proprio il chiosco di Moreno Cedroni (presente anche come ristoratore con la sua Madonnina del Pescatore, Anikò, in Piazza Saffi, che qui citiamo. I salumi di pesce nacquero qui!
Al terzo posto, San Martino Buon Albergo (Vr) con quattro luoghi memorabili: un bar, una panetteria e due pizzerie. Il bar è la Pasticceria Tosi in Via XX Settembre. Squisiti i lievitati, imperdibili quelli con la crema al pistacchio. Le altre tre realtà di eccellenza sono tutte riconducibili ad un personaggio famoso in tutto il Bel Paese: Renato Bosco. Presente nella centralissima Piazza del Popolo con Renato Bosco Pizzeria, dove si predilige la pizza a degustazione e poi Saporè Pizza Bakery, in via Ponte, dove si serve la pizza a taglio e dove ha sede anche la panetteria (ecco perchè il duplice conteggio !).
Al secondo posto, Massa Lubrense (Na), laddove la Penisola Sorrentina va a lambire Capri e va ad accarezzare (ricambiata) la Costiera Amalfitana. Massa Lubrense ha numerose piccole frazioni che qui indicheremo a fianco del nome del ristorante.
Otto le eccellenze: un bar (Roxy Bar a Sant’Agata sui Due Golfi) e sette ristoranti. I sette ristoranti sono: Don Alfonso 1890 e Lo Stuzzichino a Sant’Agata sui Due Golfi, La Torre One Fire a Santa Maria Annunziata, Lo Scoglio, Quattro Passi e Taverna del Capitano a Marina del Cantone, Relais Blu a Marciano Termini.
Ad eccezione de La Torre One Fire, tutti gli altri sei ristoranti sono da considerare D&B (Dinner & Bed) ad intendere che sono attrezzati anche con poche confortevoli camere onde consentire l’ambito vero km zero, quello dalla tavola dove ci si è deliziati con la cena, al letto dove godere del riposo notturno.
Il primo posto è in Franciacorta: Erbusco. Ben sei i luoghi eccellenti, un bar, una pizzeria, tre ristoranti, uno street food. Il bar, definirlo così è molto sminuente, è la Pasticceria Roberto che nei fatti oltre ad una favolosa caffetteria è anche un ristorante per sontuose pause pranzo. Nei progetti del patron Giovanni Cavalleri, la ristorazione andrà ad ampliarsi e praticamente anche questa struttura diverrà D&B in quanto sono in via di approntamento alcune confortevoli camere.
La pizzeria (pizza napoletana) è La Filiale a L’Albereta. Il nome del pizzaiolo? Lo diciamo o non lo diciamo!? E se poi non lo conosce nessuno!?! Suvvia, si scherza. Stiamo parlando di Franco Pepe, che è riuscito a fare di questa “filiale” un locale pari per qualità complessiva, alla casa madre di Caiazzo (Ce).
I tre ristoranti sono: Cadebasi, LeonFelice Vista Lago, Quintale. Tranne Cadebasi, che si connota come bistrot (originale la suddivisione delle sue proposte tra “caldi” e “non cucinati”), gli altri due ristoranti si configurano anch’essi come D&B, in quanto dispongono di alcune camere.
Il ristorante Quintale, praticamente una griglieria, è spin-off dell’eccellente street food Cecchini Panini.
Con questa doppia trazione, la spinta della transizione digitale ed il traino della transizione ecologica, l’Italia potrà e vorrà innalzare ancor più la nostra qualità della vita e rendersi sempre più attrattiva per i cittadini del mondo.