Cinema, teatri, stadi, palazzetti, sale da concerto ma non le discoteche e i locali da ballo. Il parere del Comitato tecnico scientifico relativa all’aumento della capienza massima in questi luoghi non prevede la riapertura dei locali notturni, che ora confidano in un ravvedimento (ma senza troppe speranze) in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi il 29 settembre per tradurre in un decreto legge le indicazioni degli esperti.

Discoteche, il Cts ha dato parere negativo alla loro riapertura
Lo sfogo di Gianni Indino (Silb): «La misura è colma»
«Ancora una volta siamo trattati come dei reietti, come gli ultimi. Ma noi siamo imprese, lavoratori, donne e uomini, persone, di cui però non si ha alcun rispetto», ha commentato Gianni Indino, presidente della Silb-Fipe Emilia-Romagna. Il rischio è che nemmeno stavolta, dopo due anni di chiusura, si arrivi a un compromesso utile che permetta il rispetto delle norme anti-contagio da un lato e la sopravvivenza delle aziende del settore dall’altro. «Vero è che di ufficiale ancora non c’è niente, ma le indiscrezioni provenienti da Roma fanno capire che ci sarà solamente una serie di imprese, di settori, che potrà tornare a lavorare con capienze aumentate, e di questo ne sono felice. Però nei nostri confronti non c’è mai attenzione e ci sentiamo oltremodo presi in giro. Non ci è stata data nessuna possibilità di spiegare al tavolo del Governo le nostre ragioni, né ci è stata data alcuna motivazione ufficiale per la quale dobbiamo restare ancora chiusi. Se le cose andranno nella direzione delle indiscrezioni che trapelano, ritengo che la misura sia davvero colma», ha ribadito Indino. In ballo, 3.500 imprese e 200mila addetti.
Il Cts attende l'evoluzione della situazione epidemiologica e vaccinale
In realtà, l’esame del dossier discoteche non è stato preso in considerazione. Il Comitato, infatti, ha ritenuto possibile un eventuale allentamento delle misure restrittive sulla base di ulteriori evoluzioni positive del quadro epidemiologico e della campagna vaccinale.