Stefano Cerveni, chef stellato delle “Due Colombe” in Franciacorta, riassume la filosofia dell'associazione bresciana Cibo di Mezzo così: «Abbiamo idee molto chiare, voglia di fare, crediamo nei prodotti del territorio e nei giovani. Vogliamo continuare il lavoro intrapreso negli anni scorsi grazie anche a nuovi associati».
I protagonisti della ripartenza
La riapertura dopo la pandemia
Dopo un periodo di interruzione forzata causa covid, nei giorni scorsi ha ripreso in pieno la sua attività. Primo appuntamento, una cena a sei mani al “Duo” di S.Felice del Benaco. Federico Pelizzari e Daniele Ghidini a sugellare, con spirito rinnovato, l'amicizia fra la brigata di cucina e i produttori. È stato il primo di una serie di appuntamenti che ritorneranno da metà ottobre a metà dicembre.
Il clou nel chiostro del Monastero di Santa Giulia, nel suggestivo sito Unesco. Paolo Maioli cofondatore e coordinatore del “Cibo di Mezzo” spiega il progetto nato nel 2017, per volontà di una ristretta cerchia di professionisti nell'ambito di “cibo e comunicazione”. 12 i ristoranti associati che nei tre anni di vita hanno coinvolto circa tremila persone.
Come procede il progetto
«Il progetto è autofinanziato - precisa Maioli - con lo scopo di promuovere la filiera agroalimentare tra i laghi di Garda e Iseo. Il forte radicamento territoriale e il coinvolgimento di soggetti di assoluta eccellenza, sta mutando la percezione del brand. L'iniziativa sta pian piano migrando verso un aggregato di leader che hanno relazioni col mondo del cibo e della ristorazione».
E la qualità dei prodotti si è notata nei piatti in tavola: la carne di Cazzamali, il caviale Calvisius, il pesce del Pensiero Naviglio, lo zafferano della Pieve, i funghi e tartufi del Tartufo, le uova bio di Garda Egg e l'Amaro del farmacista del dott. Minelli. Assolute eccellenze del territorio in abbinamento con i vini delle cantine: Barone Pizzini, Tenuta la Ca’, Vigne di San Pietro, Cantina Valtenesi e San Michele Montenetto.
«Si torna finalmente a lavorare alla grande - ha ribadito Cerveni - rispettando la legge, green pass anzitutto perché alla salute ci teniamo tutti. Da maggio è stato un crescendo di attività. La gente ha voglia di mangiar bene. Noi facciamo la nostra parte anche se purtroppo l'attività conta su un grave handicap: la mancanza di personale. Molti giovani hanno abbandonato il nostro mondo per la mancanza di certezze sul futuro, tutto ciò' anche a causa dei vari redditi pubblici che non contribuiscono a sostenere la voglia di fare delle nuove generazioni. Speriamo che il vento cambi».
Nonostante orari e giornate lavorative interminabili, i giovani ristoratori del “Duo” Ghidini e Pellizzari non hanno dubbi: «Siamo giovani, crediamo in questo mondo. Il futuro è nei buoni e genuini prodotti dei nostri laghi».