È stata inaugurata la terza big bench in Oltrepò Pavese dopo quelle di Codevilla e Retorbido. Questa volta domina le colline di Calvignano, suggestivo e piccolo paese oltrepadano, ricco di storia e di bellezze naturalistiche. La maxi panchina di Chris Bangle facente parte del circuito Big Bench Community Project è stata sistemata sulla sommità di una collina che domina vigneti, campi di orzo e che, come panorama, ha le colline da Montalto Pavese a Borgo Priolo. Ma soprattutto offre una veduta magnifica sulla Tenuta Travaglino promotrice di questa bella iniziativa turistica.
La Big Bench inaugurata a Calvignano in collaborazione con Tenuta Travaglino
Calvignano e Tenuta Travaglino, un binomio arivato alla quinta generazione
La storica tenuta di Calvignano, tra le più belle e suggestive dell’intero arco oltrepadano, ha voluto fortemente questa nuova opportunità turistica, installata tra i propri
vigneti che coprono circa il 70% dell’intera superficie del piccolo paese. A fare gli onori di casa, oltre al sindaco di Calvignano, Marco Casarini, sono stati
Cristina e Alessandro Cerri Comi, nipoti del fondatore Vincenzo e quinta generazione della gloriosa realtà vitivinicola.
Big bench, opportunità per il turismo e la convivialità
A sottolineare l’importanza del progetto è stato anche
il presidente della Provincia di Pavia, Vittorio Poma: «Le
Panchine Giganti sono spesso conosciute per immagini, ma
una volta che ci si siede su una di esse e si prova la sensazione di godersi la vista come se “si fosse di nuovo bambini”, si vive un’esperienza intensa, da condividere con gli altri. Le panchine sono fatte per rilassarsi, a differenza di una sedia o di una poltrona sono larghe abbastanza da accogliere uno o più amici. Sedersi su una panchina è un gesto sociale piacevole. Ci si sente piccoli difronte alla panchina stessa, ma soprattutto all’ambiente che ci circonda».
Anche
il sindaco Marco Casarini ha sottolineato la bontà dell’operazione voluta dalla famiglia Comi Cerri:
«È un’opportunità per tutto il territorio che sicuramente garantirà linfa al turismo che dalle nostre parti può trovare ospitalità e meravigliosi paesaggi da ammirate tutto d’un fiato. Seduti sulla panchina tutto questo è possibile».
Ed
è toccato alla famiglia Comi Cerri tagliare il nastro tricolore e scoprire dal drappo rosso la panchina gigante che da ora è visibile ed utilizzabile dai turisti. «Siamo contenti di aver contribuito a questa iniziativa - ha detto Cristina Cerri - che vuole essere un omaggio al territorio che amiamo.
L’Oltrepò Pavese è una zona ricca di cantine di qualità e di opportunità per il turismo, questa panchina speriamo possa essere un’ulteriore occasione di richiamo».
I protagonisti dell'inaugurazione
Da monastero a cantina, la storia di Travaglino
Non è così scontato trovare aziende sul territorio che si impegnano per valorizzare il territorio, questo avvalora ancora di più l’impegno di
Travaglino, illuminante realtà storica che fonda le proprie radici, come monastero, al 18 novembre 1111. Ma è il Cavalier Vincenzo Comi da Milano che acquista la Villa e 810 pertiche milanesi di terreno circostante, circa 53 ettari e fonda nel 1868 il primo nucleo della Tenuta Travaglino
. Oggi cosa rappresenta questa azienda? Così
Cristina Cerri: «L’attenzione si focalizza sulla qualità dei vini prodotti e sulla razionalizzazione del lavoro aziendale che viene concentrato sui due vitigni principali della Tenuta:
il Pinot Nero, nelle sue innumerevoli sfumature,
e il Riesling Renano. Negli ultimi anni è nata una nuova squadra di professionisti formata dal consulente enologico Donato Lanati, supportato dal centro di ricerca Enosis e dall’enologo Achille Bergami».
Tenuta Travaglino
Visite e degustazioni con i finger food dello chef Alessandro Folli
La giornata è continuata con l
a visita alla cantina, una viaggio nel tempo in quanto la struttura ospitava all’origine un meraviglioso monastero con annesso complesso agricolo.
Le parti interrate, tutte a volta, sono diventati i caveau dell’azienda o la barricaia, zone che trasudano di storia e di fatica. Infine, il brindisi di rito.
Sono stati degustati la Cuvèe 59, un elegante Pinot Nero (per l’80%) Metodo classico Brut dalla piacevole complessità aromatica e con una buona persistenza. A seguire il
Monteceresino Rosè, un Pinot Nero Metodo classico Brut Millesimato 2013 dal colore naturale e dai profumi eleganti che ricordano quelli di fragolina di bosco e piccole ciliegie. Buona la sua acidità. I
n abbinamento i finger food curati dallo chef Alessandro Folli del ristorante Ad Astra di Santa Maria della Versa.