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Ristoratori tiepidi sulle aperture. Non tutti lavoreranno già ad aprile

La notizia delle aperture a pranzo e cena nelle Regioni gialle già dal 26 aprile non convince i ristoratori che sono sì contenti, ma ormai diffidano da ogni ipotesi a lungo termine del Governo. Fipe sperava in un maggior coraggio e Viviana Varese punta al 2 giugno per tornare a servire ai tavoli: «Stanca dei balletti»

di Federico Biffignandi
 
16 aprile 2021 | 18:20

Ristoratori tiepidi sulle aperture. Non tutti lavoreranno già ad aprile

La notizia delle aperture a pranzo e cena nelle Regioni gialle già dal 26 aprile non convince i ristoratori che sono sì contenti, ma ormai diffidano da ogni ipotesi a lungo termine del Governo. Fipe sperava in un maggior coraggio e Viviana Varese punta al 2 giugno per tornare a servire ai tavoli: «Stanca dei balletti»

di Federico Biffignandi
16 aprile 2021 | 18:20
 

Contenti sì, ma con moderazione. I ristoratori e la Fipe accolgono con cauta soddisfazione la notizia della possibilità di riaprire i ristoranti sia a pranzo che a cena nelle regioni gialle già dal 26 aprile con restrizioni allentate a partire dal 2 maggio quando probabilmente si tornerà a tavola anche al chiuso. Le batoste ricevute da oltre un anno hanno lasciato il segno e, nonostante il testimone sia passato da Conte a Draghi, prima di fidarsi di notizie che riguardano il futuro si preferisce toccare con mano se e quando queste si avvereranno.

Insomma, tutti non vedono l'ora di riaprire i ristoranti, tanto gli addetti ai lavori quanto le persone, ma illudersi non è consentito. Anche perchè di mezzo ci va ogni volta non solo il buonumore, ma anche gli investimenti necessari per rimettere in moto la macchina che - puntualmente - rischia di doversi spegnere poco dopo per i numerosi decreti.

Chef tiepidi sulle aperture Ristoratori tiepidi sulle aperture Non tutti lavoreranno già ad aprile
Chef tiepidi sulle aperture

Fipe: Ci aspettavamo più coraggio

«Ci aspettavamo maggiore coraggio - spiega in una nota la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio - avere una data per poter ripartire e poter lavorare la sera sono certamente segnali che vanno nella giusta direzione eppure si tratta solo di un primo punto di partenza, perché troppe imprese restano tagliate fuori dalla limitazione del servizio ai soli spazi esterni, subendo così una discriminazione. Per queste realtà il lockdown non finirà il 26 aprile. È fondamentale avere già nei prossimi giorni una road map molto precisa che indichi come e quando le riaperture potranno coinvolgere, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, anche tutti quei locali che hanno a disposizione solo spazi interni. Parallelamente sarà importante invitare i comuni a fare tutto quanto in loro potere per favorire la concessione di suolo pubblico agli operatori sfavoriti da questa riapertura parziale».

«In virtù di queste prime riaperture - conclude la Federazione - sarà essenziale che tutti quanti, imprenditori e avventori, dimostrino il massimo senso di responsabilità, rispettando pedissequamente le norme di sicurezza sanitaria stabilite dal Comitato tecnico scientifico. Non possiamo permetterci passi falsi. L’obiettivo comune deve essere quello di tornare a lavorare, e dunque a vivere, a pieno ritmo».

Viviana Varese: Non aprirò subito

Tra i ristoratori più scettici c'è Viviana Varese, di ViVa (a Milano) che nel corso della pandemia ha più volte fatto sentire la sua contrarietà di fronte alle scelte istituzionali. «Io preferirei aprire quando ci sarà la certezza che non ci faranno chiudere più - ha spiegato - perchè aprire per chiudere poco dopo è un disastro economico. Valuterò con calma se aprire, voglio capire bene cosa succederà, non ho più voglia di partecipare al balletto a cui ci hanno costretto fino ad ora. Anche perchè non avendo io spazio all'aperto non posso certo puntare al 26 aprile; io spero di tornare a servire ai tavoli il 2 giugno. Quanto ai protocolli nessun problema sui 2 metri di distanza tra i tavoli, noi ne avevamo già predisposti 2,5 ampliando il locale».

Viviana Varese Ristoratori tiepidi sulle aperture Non tutti lavoreranno già ad aprile
Viviana Varese


Dopo tante pressioni però ora una piccola luce in fondo al tunnel si vede, la data tanto sospirata per puntare ad una riapertura ora il Governo Draghi l'ha data stabilendo anche una cronotabella che prevede: dal 15 maggio piscine, il 1° giugno le palestre, il 1° luglio fiere e gli eventi. Tutte attività che non possono che sostenere la ristorazione.

Andrea Pasqualucci: Perché non si è fatto prima tutto questo?

Qualcuno però si chiede perchè un tale provvedimento non sia stato preso prima, come Andrea Pasqualucci del ristorante Moma di Roma: «Non posso che essere contento perchè dopo un anno e due mesi sarebbe stato paradossale non riuscire ad arrivare ad una soluzione. Tuttavia mi chiedo perchè, se questa è la strategia giusta per ripartire e le cose si pensa che funzioneranno bene, non sia stato preso questo provvedimento 8 mesi fa, visto che adesso siamo nel baratro e risalire è difficile. Gli aiuti mancavano prima e mancano adesso, avrebbero potuto consentirci di lavorare al minimo, giusto per pagare i costi fissi dell'attività punendo duramente coloro i quali sgarravano. Comunque ci faremo trovare pronti, la distanza di due metri non ci spaventa, modificheremo i turni, allungheremo gli orari».

Andrea Pasqualucci Ristoratori tiepidi sulle aperture Non tutti lavoreranno già ad aprile

Andrea Pasqualucci

Massimiliano Mascia: Il lavoro del Governo non deve fermarsi

La notizia, di per sé buona, non deve comunque suonare come una parola "fine" sulla vicenda ristoranti. Vero che bisogna andare passo per passo, ma i Ministeri non possono già da oggi non pensare a come gestire l'autunno-inverno prossimi quando il Covid, probabilmente, tornerà a bussare con durezza. «Siamo contenti che si possa riaprire e ripartire - ha detto Massimiliano Mascia del ristorante San Domenico di Imola (Bo) - speriamo sia volta buona e che non ci siano nuove chiusure. Bisogna però ammettere che non è finita qua, il lavoro del Governo non può finire qua, bisogna mettere a posto le regole strutturali a partire dalla modifica dei codici Ateco che non possono più essere quelli di 50 anni fa perchè i modelli di ristorazione sono cambiati. Noi però facciamo la nostra parte, abbiamo spazi all'aperto e ci organizzeremo per aprire subito come subito abbiamo riaperto l'anno scorso il 18 maggio; abbiamo già ricevuto prenotazioni perchè la gente ha voglia di tornare a mangiare al ristorante.

Massimiliano Mascia Ristoratori tiepidi sulle aperture Non tutti lavoreranno già ad aprile
Massimiliano Mascia

Pierluigi Portinari: Decisione che ci sorprende

Accoglie con posititiva la notizia anche Pierluigi Portinari co-titolare insieme al fratello Nicola del ristorante la Peca di Lonigo (Vi). «Non ci speravamo in questa novità - ha detto - è un buon inizio. Noi non abbiamo posti all'esterno, ma ci sta la differenza tra interno ed esterno. Ci affideremo alle strumentazioni di cui ci siamo dotati, come lampade americane che sanificano l'aria e i 2 metri di distanza che applicavamo già prima di questa norma. Attendiamo però delle conferme e dei chiarimenti perchè la bozza non è chiara...».

Pierluigi Portinari Ristoratori tiepidi sulle aperture Non tutti lavoreranno già ad aprile
Pierluigi Portinari

La reazione Fic

«Siamo grati al Premier Draghi e al Ministro Speranza per aver ascoltato i nostri appelli e le nostre proposte - ha dichiarato Federcuochi, commentando l'annuncio sulla riapertura della ristorazione dal prossimo 26 aprile. Sicuramente è molto importante consentire la ristorazione all'aperto, dando ancora di più la possibilità di snellire la burocrazia, in modo tale che chi ha ristoranti o trattorie nei centro storici o in location particolari, abbia spazio aggiuntivo per la somministrazione e non sia penalizzato a causa delle dimensioni ridotte". Secondo i dati dell'Oms, infatti "mangiando all'aperto il virus si contrae meno e, quindi, mangiare distanziati all'aperto potrebbe essere la scelta vincente per far rivivere al meglio i nostri borghi e le nostre località di mare e di montagna. All'interno dei locali si devono ovviamente mantenere i prescritti  metri di distanza tra i tavoli. In questo modo, si potrà tornare ad accogliere i turisti stranieri in sicurezza sia fuori che dentro al ristorante. Certo, in Italia siamo fortunati perché il clima, sia al Nord che al Sud, non è mai troppo freddo. Per questo avevamo chiesto di partire anche prima con le riaperture, utilizzando grandi ombrelloni e, ove necessario, riscaldamento con i classici funghi".

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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