Termine abusato, ma di sostanza quando argomentato e non sparato per riempirsi la bocca. La sostenibilità è un tema fondamentale e urgente. Accomuna tutte le filiere, quella alimentare in primis. L’industria alimentare è un patrimonio nazionale che negli ultimi 9 anni ha diminuito lo spreco d’acqua e l’emissione di CO2. I rifiuti sono più che contenuti, gli imballaggi sono stati ridotti del 35%, l’alluminio del 30%, il vetro del 60%. Il nostro Paese è in prima linea per dare un contributo alla strategia “Farm to Fork”, il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Tocca molti aspetti della filiera, dall’agricoltura fino al modo in cui vengono etichettati gli alimenti.
Il futuro della filieraIl tutto con
buon senso. L’etichettatura, per esempio, non deve essere regolamentata da politiche punitive così come l’utilizzo della plastica, di cui c’è un minimo bisogno. Vanno ridotti quantità e raggio d’azione, ma pugno di ferro nei confronti degli
abusi.
In questo contesto da “
green deal”, il
comparto molitorio sviluppa un processo produttivo estremamente “semplice” e pulito, nel quale l’impatto ambientale è limitato al solo consumo di energia elettrica e all'utilizzo di acqua nella fase di condizionamento del frumento prima della sua macinazione. Una filiera che si può definire ad
alto tasso di sostenibilità, impegnata da tempo nella difesa dell’ambiente. Tra le case histories da segnalare, quelle che vedono protagonisti
Barilla e
Agugiaro&Figna Molini.
Favorire la biodiversità dell’agroecosistemaCon l’obiettivo di arrivare al
100% della sostenibilità, con i partner fornitori si fa leva su un
minor utilizzo di chimica e più biodiversità. Così è nata la “
Carta del Mulino” per la filiera dei
fornitori di Barilla, che coinvolge 3mila agricoltori,15 mulini e centinaia di centri di stoccaggio. Un disciplinare che scandisce ben
10 regole. Tra queste, l’adozione per le colture principali di un
piano di rotazione per preservare la struttura del suolo, incrementando la fertilità e riducendo la presenza di parassiti ed erbe infestanti. Inoltre, per favorire la biodiversità dell’agroecosistema il 3% dell’area di coltivazione del grano tenero deve essere destinato alla
coltivazione di fiori. Un’estensione importante: 1.800 ettari.
Il comparto molitorio sviluppa un processo produttivo pulitoDare respiro al territorioSu questa linea anche
Agugiaro&Figna Molini, che con il progetto “
Bosco del Mulino” ha deciso di destinare
13 ettari a bosco, 15mila tra alberi, arbusti ed essenze officinali per dare
respiro al territorio e sostenere la sua biodiversità. Un’area a pioppeto nel parco fluviale del Taro per abbattere fino a 220mila kg di CO2 all’anno, creando un
ecosistema che compensi le emissioni totali dell’attività molitoria.
Dalla farina al
pane, alla sua commercializzazione. Con la pandemia il concetto di vicinanza ha riacquistato il suo valore d’origine. Il
negozio del panettiere si è rivelato un luogo
rassicurante per il suo accesso controllato e il rapporto umano, affettivo, di quartiere. Un esercizio che per certi versi si è dovuto reinventare e a
dattare ai nuovi stili di vita. I fornai sono diventati
digitali ampliando il proprio raggio d’azione sul territorio con la
vendita online. Una modalità inedita per intercettare la clientela. Anzi, in futuro, i
negozi di prossimità potranno prevedere di allestire spazi per offrire anche
postazioni di lavoro. Lo smart working è entrato nei nostri costumi e ci sarà anche quando il virus sarà sconfitto. Si lavorerà in modo più agile e un po’ ovunque.
Per informazioni:
ilboscodelmolino.it -
www.mulinobianco.it