Messi pranzi e cene di Natale alle spalle, non si placa la corsa ai tamponi che ha coinvolto tutta Italia nell’approssimarsi del periodo delle festività. Ma serve veramente? E quando è meglio farlo? Quale si deve fare e chi deve farlo? Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine.
Ecco alcune risposte alle domande sui tamponi anti-Covid. Da evitare quelli fai da te
Perché fare il test
Sono tre le circostanze in cui è consigliato sottoporsi a un test anti-Covid: il sospetto di essere stati a contatto con una persona infetta, l’insorgere di sintomi che facciano pensare a un’infezione da Covid, la previsione di un incontro con altre persone, magari anziane o fragili.
Quando fare il tampone
Il tampone, sia rapido che molecolare, va fatto da 48 ore a 5 giorni dal contatto con un positivo (l’ideale è farne due: uno dopo due giorni e uno dopo cinque giorni). In questo caso va tenuto a mente che il virus è rilevabile solo dal tampone molecolare entro le 72 ore dal contatto con un positivo. Successivamente, viene rilevato anche da un test rapido. Chi già presenta i sintomi della malattia, invece, non deve aspettare per sottoporsi al tampone, dal momento che il periodo di incubazione del virus è già terminato. Per chi, invece, volesse tutelare sé e gli altri in vista di un incontro è meglio fare il test più a ridosso possibile con l’inizio dell’evento.
Chi deve fare il tampone
I vaccinati possono farne a meno. Sebbene possano infettarsi (ma con percentuali minori di chi non è vaccinato) e possano contagiare (anche in questo caso con percentuali minori da chi non è vaccinato), posseggono una protezione al 90% dal rischio di sviluppare una malattia sintomatica. Si può avere un’attenzione in più se si prevede di entrare in contatto con un soggetto fragile. Negli altri casi meglio evitare di intasare i centri tampone.
Da evitare il tampone fai da te
Tutti gli esperti sono concordi nel non ritenere attendibili i risultati di un tampone fatto in casa. Il primo motivo è che non rientrano nelle operazioni di tracciamento ufficiali e quindi non possono essere validi a livello di monitoraggio della malattia. In secondo luogo, la qualità del campione raccolto rischia di non essere sufficiente per l’analisi (e questo a causa della scarsa capacità di eseguire correttamente il prelievo naso-faringeo in autonomia). Infine, perché sono meno sensibili e specifici. Insomma, il risultato di un tampone fai da te rischia di generare un falso senso di sicurezza.
Quale test fare: le differenze
Di tamponi ce ne sono di due tipi: rapido o molecolare. Entrambi hanno piena validità se effettuati da personale specializzato. La differenza sta nella sensibilità dei due tamponi: il primo è sensibile al 90% al virus. I molecolari il 99%.