Per fronteggiare la carenza di personale sanitario, la Regione Veneto ha deciso di chiudere i centri tampone riservati a garantire il green pass ai non vaccinati. Stop, quindi, alla prenotazione dei test a pagamento dopo aver soddisfatto le sedute già fissate. A compiere il primo passo è stata l’Usl Euganea che ha motivato il provvedimento al fine di «ottimizzare ed estendere le risorse dedicate alla vaccinazione anti-Covid». Scelta simile è stata presa anche dall’Usl Serenissima (che gestisce i centri tampone nel Veneziano), dall’Usl Scaligera (che ha riservato i punti tampone ai cittadini che ne hanno diritto gratuitamente) e dall'Usl Berica (che proseguirà a smaltire le prenotazioni fino al 15 dicembre e poi cambierà policy).

Stop ai test per i non vaccinati nei centri tampone del Veneto
Poco personale e una sola priorità: vaccinare
Una scelta dettata, come detto, dalla carenza di personale sanitario. Sono circa 61.200 i dipendenti dell’azienda sanitaria regionale. Una coperta corta per affrontare tutte le sfide della pandemia che è nel pieno della quarta fase (di cui il Veneto è uno dei principali epicentri: oltre 2.800 contagi registrati il 2 dicembre per un totale di 33.828 positivi attualmente in isolamento). «Siamo impegnati a concentrare le risorse disponibili sulla campagna vaccinale e in questa sfida chiedo a tutti di investire in disponibilità, per arrivare a un Natale in cui poter considerare superata l’attuale ondata di contagi», ha affermato nei giorni scorsi il governatore Luca Zaia.
Ai non-vaccinati restano solo le farmacie
Di questo passo, ai non-vaccinati veneti resterà solo il ricorso alle farmacie e alle strutture private convenzionate per sottoporsi al tampone con cui ottenere il green pass base e accedere al posto di lavoro (ma anche sui mezzi del trasporto pubblico). Anche perché, dalla guardia medica al medico di base sono tutti arruolati per la campagna di vaccinazione con la terza dose.