«Expo Dubai ha inaugurato i suoi fasti, ma haime’ sento poco parlare di agricoltura, di bosco, di bellezza ambientale e di tartufo.
Se a Milano la rappresentatività delle Marche era la roverella e per ogni regione italiana avevamo una pianta rappresentativa; avrei apprezzato che la roverella, madre del tartufo bianco, ne fosse il portabandiera.
Il tartufo così amato e bramato dai ricchi emiri rappresenta il momento di bellezza dell'agricoltura italiana, del valore di madre terra e delle piante che rendono migliore il mondo e producono copioso tartufo che poi va ad imbandire le tavole ricche.
Confidavo, che dopo averglielo presentato, il commissario Glisenti avesse puntato sul fascino bucolico del bosco del tartufo che atterra a Dubai.Non ci sono riuscito e me ne assumo la responsabilità, ma a Dubai comunque il tartufo lo porteremo.
L'agricoltura e soprattutto l'agroalimentare italiano ha un fascino unico e di rara bellezza, frutto di un territorio che sa esaltare le prerogative e le preziosità che la fatica intellettuale e manuale degli uomini e delle donne della terra sanno assurgere a livelli meritevoli e graditi al mondo.
Una preziosità come il tartufo può abbracciare tutto il mondo ricco che vuole sognare; da ottobre fino a marzo vorremmo ispirare il tartufo in tutte le sue mille provocazioni, un mondo che ci rende speciali e ci rende migliori.
Avremo tutti pregiati ma anche quelli democratici, utili e adatti per tutti le menti, tutti i palati e per tutte le tasche. Un tartufo ed un piatto che racconta una storia che sazia innanzitutto il cuore.
“Il bosco del tartufo atterra a Dubai” è un sogno che per tanti motivi non si è potuto realizzare ma che avrebbe affascinato il mondo: all'ingresso del Padiglione Italia, tutti gli uomini e le donne del pianeta che amano la bellezza italica e che vogliono vivere una dimensione di integrità e di universalità ma anche di ambiente incontaminato avrebbero applaudito».
VIsita: www.accademiadeltartufonelmondo.it