La chiusura delle discoteche non ha fermato la voglia di ballare dei giovani, che pure si dividono sulla scelta del Governo di spegnere la musica nei locali da ballo almeno fino al 7 settembre. E mentre il Sindacato dei locali da ballo annuncia il ricorso d’urgenza al Tar del Lazio per riaprire le porte almeno delle discoteche all’aperto, i ragazzi in vacanza in Versilia, interpellati dal quotidiano La Nazione (nell'articolo che vi proponiamo di seguito), danno il loro parere sull’ordinanza firmata il giorno dopo Ferragosto dal ministro della Salute Roberto Speranza.
Piste deserte fino al 7 settembre
“Chi si aspettava una gioventù compatta contro
la chiusura delle discoteche resterà deluso. Ci sono i ragazzi che protestano, certo. Ma anche quelli che si chiedono perché a giugno siano state riaperte. Anche le nuove generazioni vedono l’aumento dei contagi da Covid e la difficoltà di tenere sotto controllo il popolo della notte.
«Sono contrario alla chiusura – afferma
Nicolò Grelli, in villeggiatura a Viareggio – Secondo me
si potevano trovare altre soluzioni, come limitare il numero di accessi alla discoteca o magari misurando a tutti la febbre prima di entrare. Insomma, una via di mezzo. Anche di tipo regionale, se la Lombardia è stata la regione più colpita dal Covid, è giusto che abbia misure più restrittive di altre. Valutare caso per caso e non mettere tutti insieme. Da dopo il lockdown non sono tornato a ballare, ma non per paura di prendere il virus. Il Covid non mi spaventa più di tanto, cerco comunque di stare attento. Metto la mascherina sempre nei luoghi chiusi, ora che sono al mare no. Ma se fossi in una spiaggia molto piccola, la metterei anche lì».
«Potrebbero tenere aperte le discoteche con un numero ristretto di ingressi – ribadisce
Francesco Bombardieri – sarebbe un’alternativa alla chiusura totale. In discoteca non sono ancora tornato, ma anche prima del Covid non ci andavo spesso. Personalmente non ho così paura del virus, ha colpito persone più anziane o soggette a patologie. Detto questo, seguo tutte le precauzioni del caso, mascherine e distanziamento. La mascherina ce l’ho sempre con me, così da non rimanere senza in caso di bisogno. E la metto sempre nei luoghi in cui serve, eccetto la spiaggia». E questa sincerità spiega, con la convinzione che il Covid colpisca anziani e debilitati, come funziona la diffusione del contagio attraverso i giovani.
Sulla stessa lunghezza d’onda
Nicole Fiore: «Sono contraria alla chiusura, dovrebbero evitare che entrino 500 persone, quello sì, ma non la chiusura totale. Più che altro
che senso ha avuto riaprire le discoteche dopo il lockdown? Per quanto mi riguarda non ho paura del virus, cerco di rispettare il più possibile le norme. Uso il gel e la mascherina quando servono, insomma mi attengo alle regole e faccio la mia parte». Favorevole invece a una chiusura temporanea è
Kevin Nicoletti: «Ci potrebbe stare come misura temporanea prima che si torni ad una situazione più normale. Consideriamo anche che tra poco iniziano le scuole e non ci possiamo permettere di tornare a fare video lezioni. Io il pomeriggio lavoro, non è fattibile. In discoteca vado ogni tanto: ballare mi piace e lo posso fare anche con gli amici. Basta una cassa». Già, ma a meno di 2 metri ci vorrebbe la mascherina.
E così
Francesca Lazzeri è drastica: «
Sono assolutamente favorevole alla chiusura. C’è da chiedersi più che altro perché le abbiano aperte. Io sono tra quelli che non ci sono tornati per paura del Covid. Anche perché la vedo proprio difficile che in discoteca non si possano creare assembramenti, è il luogo principe dello stare stretti. Per quanto riguarda le prescrizioni, sto attenta, uso le mascherine, mi affido al buon senso. Qui non si tratta di essere negazionisti ma di usare davvero un po’ di cervello». «Anch’io sono favorevole alla chiusura – dice
Lisa Poletti – Mi sembra evidente che se aumentano i contagi le discoteche vanno chiuse. Al momento non riesco ad andare a ballare perché lavoro, ma anche se ne avessi la possibilità non lo farei. Ci sono troppi rischi di prendere il virus. Non è che ne abbia proprio paura, però il timore c’è sempre. Per questo cerco di essere il più responsabile possibile».
Alice Gugliantini”