Cinquecento euro come contributo massimo per passare le prossime vacanze in Italia. Il Tax Credit, o Bonus Vacanze, fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini e inserito nel Decreto Rilancio, entrerà in vigore solo il 1° luglio, continua a far discutere. In particolare a definire la misura “inutile” e “demagogica” è ora l’Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e l’Agriturismo (Isvra), che invece ritiene fosse stato più opportuno destinare gli stessi fondi come contributi alle imprese.
Mario Pusceddu (foto Tusciaweb)
Il
bonus invece si rivolge ai cittadini e consiste, per l’80%, in uno sconto applicato direttamente dalla struttura ricettiva, come alberghi, B&B, campeggi, agriturismi. Per questa quota, quindi, lo sconto è direttamente sulla fattura. Poi sarà la struttura,
come previsto dal decreto, a poter cedere il suo credito ai fornitori privati, agli istituti di credito e agli intermediari finanziari. Il restante 20% del bonus, invece, viene recuperato attraverso una detrazione fiscale sulla dichiarazione dei redditi del 2020.
«È un provvedimento cervellotico - dichiara
Mario Pusceddu, presidente di Isvra - che pretende di combinare demagogicamente aiuti alle famiglie a basso reddito e aiuti alle imprese turistiche. In realtà costa un sacco di soldi (2,4 miliardi di euro) e davvero non aiuta né le famiglie a basso reddito né le imprese turistiche».
Il limite ISEE di 40 mila euro si applica a nuclei familiari di tre o più persone (effettivamente a basso reddito) e di una sola persona (che avrà dunque un reddito superiore di almeno tre volte, e nessuna ragione di essere aiutata a pagarsi le vacanze). Non meno sconclusionato, secondo ISVRA, è l’impatto del Tax Credit Vacanze sulle imprese turistiche. «È arcinoto che il principale problema di queste imprese è la liquidità – si legge in una nota dell’Istituto – E allora il Governo che fa? Chiede loro di anticipare, sotto forma di sconto agli ospiti “agevolati”, l’80% del corrispettivo!».
«Sarà poi da vedere la disciplina del rimborso dello sconto, genericamente indicata nel Decreto come credito d’imposta da fruire “esclusivamente in compensazione”. Nei prossimi mesi il turismo sarà almeno “dimezzato” rispetto all’anno scorso; gli incassi, e di conseguenza le imposte sul reddito, crolleranno; la compensazione si potrà fare, se si potrà fare, in tempi lunghi, aumentando le difficoltà delle imprese del settore. Con 2,4 miliardi si poteva dare alle imprese turistiche un contributo di 470 euro per posto letto, pari a una media di 11.100 euro per impresa, magari anche qualcosa in più alle piccole prevedendo un tetto massimo all’aiuto».
«Così come è congegnato - conclude Pusceddu - il Tax Credit Vacanze si risolve in una trovata elettoralistica, vestita di apparente sensibilità economica e sociale, che guadagnerà consensi solo fra coloro che non ne sono i dichiarati beneficiari».