Era il 1346 quando dal nord della Cina si diffuse una malattia molto pericolosa, partita molto probabilmente dai ratti e dalle pulci. Passata dalla Siria sull'onda delle invasioni mongole, in circa un anno è arrivata dapprima in Sicilia e a Genova, e poi si è diffusa in tutta Europa. Questa malattia è nota come “peste nera”. Nel corso del 1347 colpì anche la città di Firenze, proprio nell'ultima fase. E proprio la città toscana fu devastata dalla pandemia. In tanti avranno in mente, perché lette o viste al cinema, le immagini di quelle 7 donne e 3 uomini che scapparono da Firenze e si rifugiarono nelle campagne per allontanarsi dal contagio. Beh, non è un dato storico: sono semplicemente i protagonisti del Decameron di Boccaccio.
Boccaccio
La raccolta di Novelle (il cui titolo significa 10 giorni) ci racconta come queste persone abbiano impiegato il loro tempo di quarantena lontano dai focolai. Ed è incredibile quanto ad oggi questa composizione letteraria non racconti solo la paura di fronte ad una malattia (allora davvero terribile, causó 20 milioni di morti solo in Europa), ma anche il senso di responsabilità di isolarsi senza perdere il senno, senza farsi vincere dal momento di angoscia. Boccaccio insegna che
la mente vince sul senso di terrore. E a quel tempo, non dimentichiamolo, la gente moriva in ogni casa ad ogni ora. Non c'erano né farmaci antivirali né camere di terapia intensiva...
Il dramma della peste nera a Firenze
Invece che seguire i flagellanti che volevano espiare chissà quali peccati, o perseguitare gli ebrei, indicati come gli untori, i fiorentini fuggiti dalla città in preda alla peste, secondo il Boccaccio cercavano di rasserenarsi e pensare alla vita. Un messaggio che a maggior ragione vale oggi quando siamo alle prese con un virus che é terribile e che inchioda gli Stati, uno dopo l'altro, ...
non è la peste. almeno per come la conosciamo storicamente, quando era senza alcuna possibilitá di cura e guarigione a quel tempo.
La serenità di chi stava in quarantena durante la peste nera
Da una pandemia a metà del ‘300 è nato un capolavoro che ci insegna a vivere anche nei momenti di difficoltà. Può succedere ancora? Difficile immaginarlo ascoltando i telegiornali che dipingono il Coronavirus quasi fosse il morbo di Ebola
che uccide più di una persona su due. Gli scienziati ormai convengono tutti sul fatto che dobbiamo tutelarci ed evitare che si diffonda, ma senza la follia che ci ha contagiato anche per colpa degli errori iniziali nel contenimento del contagio.
Gli assalti ai supermercati o le ordinanze per chiudere i bar sembravano senza senso, ma ora le colonne militari con le troppe bare che non possono essere seppellite nel cimitero di Bergamo, ci hanno cambiato scenario. La
scienza vera, per fortuna, si è accorta degli errori dei politici e sta invitando tutti a stare riparati perché é il di stanziamenti (e la quarantena) che ci possono salvare. Alcuni virologi l'hanno definito più di una gravissima influenza con polmonare che colpisce in prevalenza i soggetti più deboli e con malattie croniche imporanti, dalle cariopatie al diabete. Fra le troppe vittime ci sono , persone anziane e già malate che probabilmente sarebbero decedute anche per un raffreddore, ma che sino trovate a non poter sopravvivere in queste condizioni aumentando così il numero
quanti italiani muoiono ogni giorno per la semplice influenza. Forse sarebbe il caso di tornare al Boccaccio e attraverso i suoi scritti capire come un tempo di viveva, senza farmaci e terapie, durante un’epidemia, anzi una pandemia. E come si può affrontare anche il peggio: più sangue freddo non farebbe certo male.
L'on. Maria Teresa Baldini (Fratelli d'Italia) primo parlamentare ad usare la mascherina a Montecitorio (foto: Ansa)
E poi, non dimentichiamolo mai, dopo la peste nera (che non colpì fra l'altro Milano, dove per un'epidemia bisognerà aspettare gli spagnoli come scriverà poi il Manzoni ne
I Promessi Sposi...) dall’Italia partì il Rinascimento.
Ma questa è un’altra storia che si può
approfondire qui... e da oggi lavorare per una nuov arinascita dell'Italia, a cui possiamo pensare già da ora in questa obbligata pausa di quarantena.