Lockdown sì, ma non certo totale: meglio chiusure localizzate solo nelle parti d'Italia più colpite dal virus. Subito. E soprattutto via libera a bar e ristoranti la sera in zone dove non circola il contagio. Sono alcune delle proposte dell'immunologa dell'università di Padova e direttrice scientifica dell'Istituto di ricerca pediatrica Antonella Viola, che in parte alleggerirebbero la morsa nazionale delle restrizioni imposte al mondo della ristorazione (qui invece trovate il decalogo suggerito da Italia a Tavola).

Nelle zone poco colpite dal contagio si potrebbero riaprire i locali la sera
MANCANO DATI CERTI PER ESEMPIO SU RISTORANTI E CINEMA
La Viola, uno dei volti degli esperti di Covid-19 che gli italiani hanno imparato a conoscere in tivù, ha spiegato la sua visione a la Repubblica: «Le zone meno colpite potrebbero riaprire i locali la sera. Ma bisogna fare presto». E soprattutto, chi lo dice che nei locali ci si infetta di più? Dati chiari in questo senso non ne abbiamo a disposizione: «Se sapessimo che i ristoranti sono luoghi più a rischio dei cinema, ma è solo un esempio, chiuderemmo i primi e lasceremmo aperti i secondi. Anche gli aiuti economici potrebbero essere più mirati. Sapremmo spiegare ai cittadini il perché delle scelte della politica. Invece sembra mancare una programmazione per il futuro».
EPPURE NEI LOCALI CI PRENDONO NOME E COGNOME PER TRACCIARCI
Ecco perché l'imposizione delle serrande abbassate alle 18 per tutta la categoria non sembra una scelta dettata da evidenze scientifiche. «Al ristorante ci prendono nome e cognome per permettere il tracciamento. Perché allora non sappiamo quanta gente si è infettata in quel contesto?», si chiede la Viola.

Antonella Viola
QUANTO PESANO I TRASPORTI? E IL LAVORO O LA SCUOLA?
I Cdc americani (Centers for Disease Control and Prevention) hanno individuato in bar e ristoranti un luogo di rischio, ma l'esperta sottolinea che «non sappiamo se anche da noi è così e non riesco a capire perché nessuno abbia fornito questi dati, che forse giacciono disaggregati chissà dove. Sarebbe utile sapere quanto pesano i trasporti, per esempio. Se c'è differenza fra palestre e teatri, se lavoro o scuola sono un problema, e di quali dimensioni». Il solito problema, insomma. Ma di certo la chiusura indiscriminata in tutta Italia penalizza l'intera filiera agroalimentare.