Un passaggio di testimone tra due città italiane capitali europee nel 2019 e nel 2020. Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019 che nel defilarsi per sopraggiunto termine lascia il campo a Trieste Capitale Europea della Scienza nell’anno 2020.
Piazza Unità d'Italia a Trieste
Ovvio che quando si parla di Cultura e quando si parla di Scienza, di certo non è che si stia parlando di “comparti”, di “settori”, di certo non ci si sta addentrando in materie per “addetti ai lavori”. Si parla dell’aria che respiriamo: né potremmo farne a meno, né stiamo lì costantemente a pensarci che in loro assenza cesserebbe la vita e permarrebbe solo abulica sopravvivenza.
Diceva Roland Barthes che scrivere di cibo significa esplorare quel sapere che non ha mai dimenticato il sapore. Quel sapere sedimentatosi nei millenni, quella cultura così generatasi e trasmessa che ci rende ancora capaci di gioire delle emozioni del grano che cresce, del mosto che fermenta, dell’olio che condisce. Ma se sono ben visibili, intuibili ed argomentabili le correlazioni tra cibo e cultura, sebbene ad un livello di percezione meno immediato sopraggiungono anche ben salde ed a noi tutti ben utili ed opportune le correlazioni tra cibo e scienza, tra ristorazione e scienza.
Il cibo costituisce naturale anello di giunzione tra la Cultura e la Scienza. La gastronomia, nella società digitale e nella sua community always on, si palesa come un mix armonico di storia, economia, agricoltura, ospitalità e marketing.
È la Scienza applicata che fa acquisire competenze crescenti ed integrate negli ambiti della produzione, trasformazione, distribuzione e consumo degli alimenti. È la Cultura nelle sue sfaccettature politiche ed economiche che veicola la comunicazione del cibo da nutrimento, ad alimentazione sana, a piacere edonistico.
Punto dolente dell’ospitalità e della ristorazione è la carenza di persone che abbiano a bagaglio il connubio tra competenze tecnico-scientifiche, umanistiche e di comunicazione. La mente aperta, celere e tempestiva nel saper cogliere i segnali di cambiamento, essi interpretando per conseguentemente agire innovando ha come prerequisito la solidità della cultura (quel sapere che non dimentica i sapori) insieme con le competenze tecniche derivanti dall’applicazione della scienza e quindi dalla ricerca.
Trieste è la città europea con il più alto numero di ricercatori. Trieste è la città che sublima storicamente e geograficamente l’insieme virtuoso dell’Europa mediterranea e della Mitteleuropa, di esse costituendo affascinante e stimolante cerniera. Ed in nessun altro luogo dell’Europa potrebbe meglio svilupparsi e divulgarsi nell’anno 2020 che la vede Capitale Europea della Scienza l’incontro tra le tradizioni culinarie dei territori europei con uno sguardo autorevole ed illuminante verso l’enogastronomia del futuro.