Gli obiettivi di valorizzare i nostri prodotti e contrastare il malcostume del lavoro nero sono emersi nell’ambito dell’evento annuale, che quest’anno è tornato in Toscana per celebrare la cucina del ‘600.
Identità e sicurezza. Erano questi i temi su cui avevamo organizzato il nostro evento del Premio Italia a Tavola ad Artimino e questi sono i temi che sono stati affrontati da alcuni dei più importanti rappresentanti del nostro mondo, a partire dal ministro delle Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio. Che cosa bisogna fare?
Bisogna fare rete. Bisogna fare rete tra imprese, tra associazioni, tra istituzioni, perché dobbiamo valorizzare il nostro modo di essere identitario di italiani per quanto riguarda la ristorazione e per quanto riguarda il mondo dell’accoglienza.
Nicola Cesare Baldrighi, Alberto Lupini, Carmela Colaiacovo, Gian Marco Centinaio, Lino Stoppani, Fabrizio Filippi (foto: Giulio Ziletti)
Questo significa avere rispetto delle nostre tradizioni, rispetto della nostra cultura, valorizzare i nostri prodotti. E per fare questo
è assolutamente indispensabile avere sicurezza. Sicurezza nelle procedure, sicurezza negli alimenti che vengono conservati e sicurezza in quello che viene proposto.
E da questo punto di vista anche l’Italia è il Paese forse più avanzato in Europa. Dobbiamo lavorare su questa strada, dobbiamo cercare di risolvere al meglio quelle che sono comunque quelle che sono le problematiche che abbiamo intorno. Insistere sulla sicurezza vuol dire avere a che fare con procedure, con norme che possono essere europee, possono essere italiane, ma soprattutto bisogna avere la possibilità di lavorare al meglio.
E sicurezza è anche combattere il lavoro nero e quindi risolvere una volta per tutte quella che è l’aberrazione tutta italiana per cui il mondo dell’Horeca non può oggi disporre di strumenti assolutamente indispensabili come sono i voucher.
E questo è un messaggio forte che è uscito dal convegno di Italia a Tavola ad Artimino: ristoranti e alberghi rivendicano la possibilità di poter lavorare al meglio per combattere il lavoro nero. Già i primi dati di queste settimane di applicazione del reddito di cittadinanza da un lato e dell’esclusione dei voucher dall’altro, hanno dato l’idea di una grande crescita del lavoro nero. Questo non va bene. Non va bene per nessuno, non va bene nemmeno per le imprese. Dobbiamo assolutamente lavorare perché questo sia risolto.