L'anno che va a chiudere - in Lombardia - oltre che per la scarsa raccolta delle olive, è da dimenticare anche per la produzione del miele. Il peggiore dell'ultimo decennio secondo le associazioni di categoria e le istituzioni agricole, con un calo della produzione del 75%. Segno negativo per tutte le varietà: miele d'acacia, tiglio, castagno, erba medica, melata, millefiori d'alta montagna delle Alpi, rododendro, tarassaco e per il millefiori primaverile ed estivo.
La produzione di miele in Lombardia è crollata nel 2019
Fattori ambientali e climatici hanno drasticamente ridotto il nettare degli dei. Dalla Regione anzitutto l'appello a consumare miele italiano e non quello sintetico cinese. In secondo luogo, l'impegno a favorire l'utilizzo delle aree demaniali gestite dall'Ersaf (l'Ente di sviluppo agricolo) adatte allo sviluppo dell'attività produttiva apistica. Inoltre si vogliono impiegare le api come indicatore della qualità ambientale e quali impollinatori con la possibilità di inserirle nelle buone pratiche agricole previste nel futuro Psr, piano di sviluppo rurale.
La Regione e le rappresentanze delle aziende apistiche si impegnano altresì a dare continuità ai progetti esistenti di sviluppo e innovazione del settore apisitico lombardo, a predisporre uno studio per individuare aree di demanio per la moltiplicazione delle api regine e la loro messa a disposizione degli apicoltori. E ai consumatori un invito a “leggere le etichette, a gustare durante le feste miele italiano acquistando con consapevolezza”, perché senza le api il nostro mondo - come ricordano gli esperti - avrà vita breve.