Mancano 5 giorni a Natale e non sarà un Natale come gli altri per Venezia. Le calli, i canali, i ponti non saranno infatti presi d’assalto dalla solita massa di turisti (a dire il vero presente 365 giorni l’anno) perché negli occhi, molti, hanno ancora le impressionanti immagini di un mese fa circa quando la Laguna finì sott’acqua.
L’alta marea raggiunse i 187 centimetri inserendosi tra i record storici, i cittadini dovettero affrontare una situazione d’allarme,
commercianti e albergatori videro le loro attività gravemente danneggiate, sia per i danni materiali alle strutture che, appunto, per il mancato arrivo dei turisti con centinaia di prenotazioni cancellate.
Venezia sta bene, ma il turismo soffre
Oggi Federalberghi Venezia parla di un crollo del 40% del fatturato per questo periodo festivo. Qualche turista è stato “riacciuffato”, ma le tariffe negli alberghi sono state drasticamente ridotte e così l’effettivo incasso non risulta all’altezza. «Siamo mediamente ad un 40% di fatturato in meno - spiega il vicedirettore di Federalberghi Venezia,
Daniele Minotto - anche perché si sono dovute abbassare moltissimo le tariffe. Contiamo che almeno da Carnevale ritorni ad esserci un flusso normale di ospiti».
Cruciale, come avevamo avuto già modo di raccontare, la disinformazione che nei giorni clou dell’acqua alta e in quelli a seguire è circolata soprattutto sui media esteri. Notizie false e inutilmente catastrofiche avevano scoraggiato ancor di più i turisti che avevano rinunciato alla classica gita a Venezia. Per questo gli albergatori lagunari si sono rimboccati le maniche e hanno deciso di convocare per mattina a Roma alcuni dei maggiori esponenti dei media internazionali per comunicare la reale situazione a Venezia. Una situazione totalmente sotto controllo, che non deve destare alcuna preoccupazione. «Nel weekend - ha precisato Minotto - sono previsti 135 centimetri di acqua e qualcuno sui giornali ha già parlato di evento catastrofico. È in realtà una situazione ordinaria di acqua alta, che non crea alcun problema». Va detto che la presenza dei media è stata importante, con decine di giornalisti arrivati a Roma da Russia, Stati Uniti, Francia, Spagna e Inghilterra.