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Ricordo di Gioânn Brera "fu Carlo" “Pacciada” per il Centenario

Un gruppo di amici storici si è riunito al centro di Formazione Professionale Istituto Santachiara di Stradella (Pv) per rendere omaggio al giornalista tra vino locale, bollito e risotto.

 
19 dicembre 2019 | 12:30

Ricordo di Gioânn Brera "fu Carlo" “Pacciada” per il Centenario

Un gruppo di amici storici si è riunito al centro di Formazione Professionale Istituto Santachiara di Stradella (Pv) per rendere omaggio al giornalista tra vino locale, bollito e risotto.

19 dicembre 2019 | 12:30
 

Sono passati 26 anni da quando un gruppo di amici si è ritrovato attorno ad un tavolo ricordando la figura del più grande giornalista sportivo italiano e gastronomo: Gianni Brera. Seduti a degustare piatti tipici della “bassa”, come avrebbe voluto lui stesso, c’erano i suoi più grandi compagni di avventura in redazione e nelle sue uscite goderecce. Alcuni di loro non ci sono più per ragioni di età, altri sono ancora lì pronti a ricordare ogni anno il loro mito, proprio in concomitanza del periodo della sua morte avvenuta in un terribile schianto, avvolto dalla nebbia, il 19 dicembre 1992.

Il risotto Nuvola Rossa (Ricordo di Gioânn Brera fu Carlo Pacciada per il Centenario)

Il risotto Nuvola Rossa

La “Pacciada” è ormai appuntamento fisso in provincia di Pavia, quest’anno chiude i festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Gioànn, l’8 settembre 1919 a San Zenone Po. Luogo dove lui stesso è “cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”. Ad ospitare l’evento, organizzato come sempre dalla Pro Loco di Spessa in collaborazione con il Comune di Stradella, è stato il centro di Formazione Professionale Istituto Santachiara di Stradella. Gli studenti, diretti dallo chef e professore Silvano Vanzulli, hanno preparato un menu “padano” che ha reso degnamente omaggio alle passioni gastronomiche del giornalista.

La brigata di giovani cuochi (Ricordo di Gioânn Brera fu Carlo Pacciada per il Centenario)
La brigata di giovani cuochi

Negli anni della frequentazione di Gianni Brera alla Pro Loco di Spessa Po si è instaurato un rapporto di profonda amicizia. A tal punto che ogni anniversario della sua morte, da 26 anni ad oggi, viene ricordato nella maniera che a lui sarebbe piaciuta di più, con semplicità. Tra amici. Tra piatti tipici. Alla Pro Loco di Spessa Po si trovano, in disordine sparso, libri, foto, articoli e ricordi di Brera, a testimonianza del grande affetto che questa terra nutriva per lui.

Giovanissimo anche il servizio di sala (Ricordo di Gioânn Brera fu Carlo Pacciada per il Centenario)
Giovanissimo anche il servizio di sala

«Del resto Gioànn - spiega Giovanni Zerbi, organizzatore - è rimasto tra noi e non avrebbe voluto celebrazioni e discorsi, ma un’alzata di calice alla buona, come si usa tra noi, uomini del Po, che si rispettano e si vogliono bene». Gianni Brera non solo grande gastronomo, fui uno dei primi giornalisti a raccontare e recensire sui giornali la bontà di piatti e vini, ma anche immenso giornalista sportivo. Un file rouge che lega la sua carriera a grandi miti come Fausto Coppi. Questo legame è stato suggellato, in apertura dell’evento, con la presentazione di due libri dedicati al Campionissimo a firma dei giornalisti di TuttoSport, Paolo Viberti e de Il Giorno, Gabriele Moroni. “Coppi, l’ultimo mistero” di Viberti offre ai lettori una realtà ben diversa da quella conosciuta fino ad oggi, con particolari inediti, sulla vita del campione di Castellania. In particolare sugli ultimi giorni di vita. Gabriele Moroni ha, invece, raccontato la vita sportiva di Coppi attraverso i suoi stessi scritti apparsi su rotocalchi e giornali dell’epoca, raccolti nel libro “Non ho tradito nessuno”. Il momento più atteso delle celebrazioni è stato quello della “Pacciada”.

Tutta seduti al tavolo a ricordare Brera nel modo che lui avrebbe apprezzato: con vino e piatti tipici. Le cucine dell’istituto hanno proposto una degustazione di salumi dell’Oltrepò Pavese accompagnata da frittatine e “chisòla” con i ciccioli. A seguire il risotto “Nuvola Rossa” dedicato al ricordo del campione di ciclismo Felice Gimondi a cui Brera aveva dato questo soprannome, uno dei tanti che affibbiò ai grandi dello sport. Un piatto cucinato con riso Carnaroli, sapientemente amalgamato con rapa rossa e crescenza. In tavola anche il tradizionale bollito in quarta con tagli di manzo, lingua, testina e cotechino. Accompagnato da bagnetto verde e ai peperoni e dalla classica Mostarda di Voghera.

Gianni Brera (Ricordo di Gioânn Brera fu Carlo Pacciada per il Centenario)
Gianni Brera

I giovani chef dell’istituto hanno chiuso il pranzo con un panettone della tradizione con zabaione caldo al Sangue di Giuda. Nei bicchieri i vini Bonarda Dolium, Riesling Clefi, Sangue di Giuda della Cantina Terre d’Oltrepò di Broni e il Metodo Classico Testarossa 2015 della storica cantina La Versa. A portare i saluti dell’amministrazione comunale di Stradella sono stati il sindaco Alessandro Cantu e l’assessore Andrea Frustagli, deus ex machina, insieme all’organizzatore Zerbi, dell’iniziativa che quest’anno è stata ospitata proprio nel popoloso centro oltrepadano. L’amministrazione ha donato alla scuola professionale stradellina una targa a ricordo della manifestazione, a testimonianza dell’impegno profuso in cucina e nella valorizzazione dei prodotti del territorio.

Ospite, oltre a tanti amici giornalisti, anche Franco Brera, figlio di Gianni, che anche quest’anno ha voluto ricordare la figura del papà: «In famiglia il più delle volte non si vedeva, ma era comunque attento a quanto succedeva. Mi inorgoglisce il fatto che a tanti anni dalla sua tragica dipartita lo si ricordi ancora con tanto affetto. La Pacciada è sicuramente uno dei momenti più partecipati». «Chiudiamo quest’anno di celebrazioni - spiega Renata Crotti, presidente del comitato del centenario dalla nascita di Brera - con il momento più intenso. Nel corso dell’anno abbiamo organizzato diversi eventi a Pavia ed in provincia con la speranza che la figura di Brera possa essere ricordata non solo da chi lo ha conosciuto, ma anche dalle nuove generazioni che si approcciano ai suoi scritti, non solo sportivi».

Come i tanti che ricordano la sua bassa, la sua “pianariva” natia. Come quando, in concomitanza di passate feste natalizie, scriveva di Spessa Po: “Grande cucina, grande bevuta. Gente amica, gente timida. Io ho portato un panettone vero, di quelli da cinque chili, fatto in pasticceria. Io lo faccio così, il Natale: di notte, nella nebbia, con i miei amici contadini. Contadini nobili. Come i baroni del sud”.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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