Marina Milan, vincitrice nella categoria “Barman” del sondaggio 2017 di Italia a Tavola, ammette che l’inizio della sua avventura dietro il banco la deve a due persone principalmente: lo zio e il marito. Il primo l’ha fatta innamorare del mestiere, il secondo l'ha spronata ad intraprendere questa strada.
Lo zio ha fatto scoccare la scintilla fondando nel lontano 1968 l’american bar La Tana a Varazze (Sv). Il marito Mauro Solera - all’epoca barman professionista, ed oggi capo area di Onesti Group - l’ha iscritta ad un concorso (Donne e Liquori) spronandola ad elaborare alcune ricette; ai tempi
Marina Milan si occupava della cucina e l’elemento miscelazione era a lei sconosciuto. Sicuramente una delle scelte più edificanti per la sua formazione come barlady, è stata quella di aver fatto parte per tutto il periodo che va dagli anni ‘90 fino al 2000 dell’Associazione italiana dei barman (Aibes) sezione Lombardia. Oggi allo scoccare del ventunesimo secolo ha deciso di aderire alla nuova Associazione professionale barman, Abi Professional.
Marina Milan
Di li in poi è stato un susseguirsi di esperienze “in proprio” in locali come El Cantinero American Bar di Pinerolo (To) che l’ha fatta crescere notevolmente dal punto di vista del beverage verso una clientela particolarmente esigente ed attenta al “bon vivre” ed al buon bere. Poi è passata attraverso l’insegnamento in una scuola professionale (Cfiq di Pinerolo To), ad alcune consulenze a locali e ad aziende del beverage in qualità di brand ambassador, anche se negli anni ‘90 non si definiva ancora cosi questa attività. Ora è giunta all’apertura del Remembeer, sempre a Pinerolo, con il suo socio, Beppe Allasia; un brew pub dove dice di poter esprimere al meglio il frutto della sua fantasia e della ricerca costante, mettendo in campo per i clienti tutta la sua esperienza maturata in questi anni.
Marina, come sei riuscita ad ottenere così tanti voti?Passa parola fatto dai clienti, in più il fatto di vivere in quello che in realtà è un “paesone” ha fatto sì che molti si attivassero.
Nel contesto attuale del mondo del bartending cosa pensi sia cambiato?La spasmodica ricerca di stupire ad ogni costo e lo snaturare del bere. Bisogna virare verso il ritorno alla pseudo semplicità, con particolare attenzione alle materie prime. La semplicità pagherà sempre, cosi come il ritorno al Classico puro e ciò potrà avvenire solo grazie alle associazioni professionali.
Come vedi il futuro del barman?Sempre più specializzato e professionale. Il cliente evoluto vuole andare a colpo sicuro, per cui lo spazio per gli improvvisati last minute si ridurrà sempre più.
A Pinerolo, città dove gestisci il tuo locale, quali sono i cocktail maggiormente apprezzati dalla tua clientela?La riscoperta dei grandi classici, degli old drink, i beer cocktail ed una particolare attenzione agli alcool free, i cosiddetti analcolici.
Della tua lunga carriera mi sapresti dire cosa ricordi con maggior piacere?I miei maestri e la coesione che regnava sovrana tra colleghi, il piacere del confronto e l’amicizia che ancora adesso mi lega a molti.
INTERVISTA FLASHIl tratto principale del tuo carattere?Impulsività
Il tuo difetto maggiore? Impulsività
Il tuo pregio a cui tieni di più? Anteporre il bene altrui al mio
Il vino che preferisci? Kurni (Oasi degli angeli), anche se amo molto le bolle giovani ed il Cabernet Sauvignon
Il piatto che preferisci? Spaghetti al pomodoro e basilico
Il tuo colore preferito?
Nero o blu, a seconda dell’umore
Il tuo hobby?
Dormire
Il tuo sport?
N.d.
Il nome del tuo animale domestico? Lilla
Se non vivessi a Pinerolo dove vorresti abitare? Jerez de la Frontera
Lo scrittore che preferisci? John Grisham
Il regista che preferisci? Gabriele Salvatores