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Enoturismo, Toscana la meta preferita per un fatturato da 2,5 miliardi di euro

Attrattività, qualità del servizio e dell’ospitalità, e multifunzionalità dell’offerta, sono le caratteristiche che fanno delle cantine toscane la meta preferita dai turisti, non solo stranieri, appassionati di vino

 
11 febbraio 2016 | 18:27

Enoturismo, Toscana la meta preferita per un fatturato da 2,5 miliardi di euro

Attrattività, qualità del servizio e dell’ospitalità, e multifunzionalità dell’offerta, sono le caratteristiche che fanno delle cantine toscane la meta preferita dai turisti, non solo stranieri, appassionati di vino

11 febbraio 2016 | 18:27
 

L’enoturismo in Toscana è un modello nazionale. A confermarlo è l’analisi che il Movimento turismo vino Toscana ha fatto sul XII rapporto sull’enoturismo presentato alla Bit di Milano da Città del vino. Dei quasi 14 milioni di visitatori nelle cantine italiane nel 2015 infatti, gran parte avrebbe visitato aziende vitivinicole toscane. Per non parlare del fatturato. La stima nazionale nel 2015 è di 2,5 miliardi di euro (senza considerare l’indotto) e anche in questo caso le cantine toscane avrebbero contribuito in maniera sensibile al fenomeno dell’enoturismo.



«Finalmente abbiamo il numero delle visite nelle cantine italiane con oltre 13 milioni - commenta il rapporto Violante Gardini (nella foto), presidente dell’Mtv Toscana - e l’ottimo rapporto redatto dal team del Corso in Wine Business dell’Università di Salerno diretto da Giuseppe Festa per le Città del Vino, ha introdotto un metodo di analisi molto approfondito ed è inoltre riuscito a fotografare la crescita dei flussi enoturistici e la trasformazione dell’escursionismo nelle località del vino in un passatempo che si ripete più volte nel corso dell’anno».
 
Perché la Toscana ha successo in questo settore. «Per gli italiani il turismo del vino è fatto di gite di prossimità, spesso entro i 100 chilometri che, in Toscana, si concentrano nelle località e nelle denominazioni più note - continua Violante Gardini - un nuovo stile di fare enoturismo più diffuso e meno elitario di un tempo, in altre parole non riguarda più soprattutto i “wine lovers”».

La visita nelle zone del vino è anche un itinerario romantico per le coppie e un’escursione golosa per chi, e in Toscana sono tanti, vuole anche fare un pranzo tipico con gli amici. Molti dei visitatori che arrivano a Montalcino, Montepulciano, Radda o Bolgheri sono mossi dal desiderio di trascorrere i momenti liberi fuori delle città, in campagna. Desiderano vedere luoghi suggestivi e magari assaggiare cibi e vini che non conoscono scoprendo come sono fatti, per questo nella nostra regione, oltre alle visite nelle cantine crescono le wine class e soprattutto le scuole di cucina tipica.

Violante Gardini

Il contributo del Movimento Turismo Vino Toscana. «Per tornare al rapporto credo che le cantine toscane socie del Movimento turismo del vino possano collaborare alla stesura dell’indagine 2016 fornendo un campione di aziende dove l’accoglienza enoturistica è più evoluta e articolata cioè ha dato origine a pernottamenti in agriturismo, ristoranti e scuole di cucina, degustazioni speciali, team building - chiude la presidente dell’Mtv Toscana - la Toscana infatti è in grado di mostrare a pieno il potenziale di business e di occupazione che nasce dai flussi enoturistici».

L'associazione Movimento turismo del Vino Toscana è un ente non profit che raccoglie oltre 80 fra le più prestigiose cantine del territorio, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell'accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell'ambiente e dell'agricoltura di qualità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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