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Non sprecare cibo si può, ma serve una legge ad hoc (chiara)

di Alberto Lupini
direttore
 
21 settembre 2015 | 10:05

Non sprecare cibo si può, ma serve una legge ad hoc (chiara)

di Alberto Lupini
direttore
21 settembre 2015 | 10:05
 

Le mense scolastiche scarterebbero circa il 50% del cibo prodotto giornalmente e quantitativi importanti finiscono nei rifiuti anche nei bar e nei ristoranti. E in generale lo spreco alimentare sarebbe almeno analogo fra pubblici esercizi e famiglie. Un motivo più che sufficiente per spingere la Fipe a chiedere nuove norme che ne facilitino un recupero per destinarlo a scopi sociali. Stiamo parlando di alimenti freschi, non confezionati e deperibili che, pur essendo ancora in buono stato e fruibili, non sono più adatti per essere serviti alla clientela del fuori casa, ma che potrebbero invece essere facilmente consegnati ad associazioni del terzo settore, enti caritatevoli, mense, comunità assistite e persone in condizioni disagiate.

In verità molti ristoratori già si muovono in questa direzione e consegnano giornalmente cibo invenduto a istituzioni benefiche, anziché distruggerlo. Ma questo oggi avviene su basi volontarie e in presenza di una normativa che, visto che siamo in Italia, potrebbe anche fare scattare delle sanzioni. Da qui la necessità di una legge ad hoc che semplifichi un passaggio che per molti sembra scontato e banale, ma che purtroppo così non è. Senza contare il forte impatto etico, oltre che economico.

Sprecare non è mai bello e in tempi di ristrettezze economiche lo è ancora di meno. Se poi, invece che buttare via del cibo non consumato, lo si destina a chi ne ha veramente bisogno, si dovrebbe fare una corsia di urgenza per questa decisione in parlamento. Non possiamo quindi che auspicare che l’iniziativa di Fipe abbia successo.

Ci permettiamo solo di consigliare perché qualcuno vigili, affinché la norma oltre a giusti sgravi fiscali, preveda anche sanzioni pesantissime a chi dovesse speculare su questi trasferimenti di cibo. Purtroppo siamo in Italia e considerando che un esercizio pubblico su dieci farebbe capo oggi alla criminalità (che nell’agroalimentare si sta espandendo a macchia d‘olio), cerchiamo di evitare nuovi illeciti su una questione come questa.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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24/09/2015 12:16:29
1) a proposito di sprechi alimentari
Gentile Collega, per questioni familiari in questi ultimi tempi ho frequentato un ospedale milanese e quello di Bordighera. Due realtà diverse, la prima una macro-struttura e la seconda piccola. Ambedue un' ottima e abbondante cucina, purtroppo molto cibo avanzato sia sui piatti che sui carrelli viene gettato. Mi chiedo come mai non vengono usati piatti e posate eco e come mai gli avanzi dei pranzi non finiscono nell'organico. L'dentico problema è nelle scuole. Piatti stracolmi, dosi eccessive, che ovviamente non sono consumate. Questo non è spreco forse? non si potrebbe insegnare nelle scuole la parsimonia?
Emanuela Teresa Cavalca
Giornalista professionista


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