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Etichetta, sentenza della Corte Ue: «Non deve ingannare i consumatori»

L’etichetta di un prodotto alimentare non può indurre in errore i consumatori. Lo ha ribadito una sentenza della Corte di giustizia europea, che ha messo al bando le indicazioni di ingredienti che in realtà non ci sono. Un nuovo importante contributo a sostegno della lotta al cosiddetto “Italian sounding”

05 giugno 2015 | 11:16
Etichetta, sentenza della Corte Ue: 
«Non deve ingannare i consumatori»
Etichetta, sentenza della Corte Ue: 
«Non deve ingannare i consumatori»

Etichetta, sentenza della Corte Ue: «Non deve ingannare i consumatori»

L’etichetta di un prodotto alimentare non può indurre in errore i consumatori. Lo ha ribadito una sentenza della Corte di giustizia europea, che ha messo al bando le indicazioni di ingredienti che in realtà non ci sono. Un nuovo importante contributo a sostegno della lotta al cosiddetto “Italian sounding”

05 giugno 2015 | 11:16
 

La Corte di giustizia europea apporta un nuovo e importante tassello alle regole Ue a tutela dei consumatori e dei prodotti alimentari di qualità: i giudici europei, infatti, con una sentenza emessa a Lussemburgo, affermano che «l’etichettatura di un prodotto alimentare non deve indurre il consumatore in errore suggerendo la presenza di un ingrediente che in realtà è assente dal prodotto».

Insomma una sentenza che potrebbe portare un sostegno concreto nella lotta al cosiddetto “Italian sounding”, il fenomeno dei prodotti che sulla confezione richiamano la tradizione italiana all’estero ma che negli ingredienti sono lontani da quelli originali.



«La Corte di giustizia Ue - afferma la Copagri (Confederazione produttori agricoli) in una nota - indica in modo inequivocabile la via della trasparenza e della tutela dei consumatori e della qualità delle produzioni agroalimentari che, una volta di più, le istituzioni europee sono chiamate a seguire fino in fondo con l’etichettatura obbligatoria dell’origine e dei contenuti di tutti i prodotti commercializzati nell’Unione, compresi dunque quelli di provenienza extracomunitaria».

«È un atto dovuto - prosegue la Copagri - per dare il giusto valore a chi lavora e investe nella qualità, l’intera produzione agricola nazionale, e consentire al consumatore una scelta davvero libera, senza il minimo rischio di essere indotti in errore. Non si comprendono gli ostacoli e le resistenze che ancora impediscono questo fondamentale passo, che costituirebbe un importante strumento di contrasto dell’Italian sounding e un deterrente per le diverse forme di contraffazione in materia. La Copagri esprime soddisfazione per la decisione della magistratura comunitaria e ribadisce la rivendicazione di un mercato leale».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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