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Carne, etichette poco veritiere L'Unione europea apre uno studio

L’Unione europea denuncia l’assenza di indicazioni chiare sulle etichette della carne, oltre all’omissione di informazioni fondamentali, come la presenza di acqua o di additivi. Sotto i livelli consentiti anche l’igiene. In Italia 8 locali su 20 specializzati in vendita di kebab, somministrano un tipo di carne diverso da quello sul menu

04 novembre 2015 | 11:20
Carne, etichette poco veritiere 
L'Unione europea apre uno studio
Carne, etichette poco veritiere 
L'Unione europea apre uno studio

Carne, etichette poco veritiere L'Unione europea apre uno studio

L’Unione europea denuncia l’assenza di indicazioni chiare sulle etichette della carne, oltre all’omissione di informazioni fondamentali, come la presenza di acqua o di additivi. Sotto i livelli consentiti anche l’igiene. In Italia 8 locali su 20 specializzati in vendita di kebab, somministrano un tipo di carne diverso da quello sul menu

04 novembre 2015 | 11:20
 

Dopo il caso della presunta carne cancerogena, si torna a parlare di carne, ma sotto i riflettori questa volta ci sono le etichette. Dall'indagine dell'associazione dei consumatori europei di Bruxelles (Beuc) è infatti emerso che le etichette Ue dei prodotti a base di carne sono poco veritiere. Sotto accusa l'assenza di indicazioni sulla presenza di acqua, sull'uso di additivi, e sulla percentuale di carne contenuta.



Italia a Tavola sostiene da sempre la necessità di migliorare il contenuto delle etichette alimentari. Se le frodi alimentari sono dietro l'angolo, la trasparenza è un requisito fondamentale; in primo luogo per il consumatore affinché sappia con certezza cosa sta acquistando, a beneficio della propria salute, in secondo luogo per le produzioni di qualità. Più di una volta abbiamo interpellato il Ministro Martina affinché fossero attuati interventi urgenti e risolutivi sulle etichette e sulla impossibilità di avviare nuove attività imprenditoriali per chi imbroglia col cibo e la nostra salute.

Già lo scorso febbraio Altroconsumo, associazione dei consumatori, si era occupata della questione in Italia, sottoponendo ad alcuni test una ventina di “kebabbari” tra Roma e Milano. Dall'indagine è emersa la cattiva igiene di questi locali e in 8 casi su 20 l'utilizzo di un tipo di carne diverso rispetto a quello indicato sul menu.

«Quasi tutte le volte che ci è stato detto che il kebab era, oltre che di tacchino, anche di vitello - riporta l'articolo di Altroconsumo - la presenza di carne bovina era praticamente nulla. Il kebab "di solo vitello" aveva invece solo tacchino e i due "vitello-tacchino" erano in realtà di "vitello-pollo" o "solo tacchino". A questo si aggiunge il fattore dell'igiene: sedici panini su venti incassano un giudizio pessimo

In Belgio per esempio il l “filetto americano preparato” è diventato il '“preparato dello chef”, dove alla carne trita di manzo è stata aggiunta quella di maiale, mentre è successo che gli spiedini marinati siano stati “colorati” con additivi vietati. In Olanda invece le crocchette fritte contengono la metà della quantità di carne indicata in etichetta, mentre in Portogallo si usano solfiti, un conservante non autorizzato per la carne fresca, che può causare gravi reazioni allergiche.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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