197mila votanti per fare squadra
06 febbraio 2017 | 17:34
di Alberto Lupini
È ben vero che molta stampa ha parlato del sondaggio. C’è stato pure l’allargamento dei candidati a pizzaioli e manager d’hotel che ha ampliato l’attenzione. Sta di fatto che il sondaggio per il Premio Italia a Tavola si è ormai consolidato come uno dei momenti in cui si può fare squadra e si può dare il giusto rilievo a chi lavora nel mondo dell’enogastronomia, della ristorazione e dell’ospitalità. Di fatto è ormai diventato l’unico momento in cui, in uno spirito di amicizia, si ritrova oggi tutto il mondo dell’Horeca. Senza divisioni di ruoli, sigle o schieramenti.
Dal sondaggio emergono tanti elementi interessanti su cui avremo modo di riflettere.
Il primo, più importante, è che la professionalità e la capacità di rappresentare al meglio un lavoro, paga. Mai come quest’anno lo dimostra l’andamento del voto, con ripetute alternanze nelle graduatorie settimana per settimana, giorno per giorno. Lo dimostra il fatto che i vincitori, tolto il caso di Danny Del Monaco che è sempre stato in testa, hanno prevalso alla fine, ma non era affatto scontato che ciò avvenisse. Lo stesso frazionamento dei voti, con distacchi lievi fra un candidato e l’altro, conferma come il riconoscimento di professionalità e rappresentanza del settore sia comune a tanti. Di fatto c’è stata meno polarizzazione, al punto che i vincitori di quest’anno, pur in presenza di un aumento dei votanti complessivo, hanno avuto meno voti dei campioni degli scorsi anni. Ricordiamo che i più votati finora nella storia del sondaggio sono stati Sonia Peronaci con oltre 18mila preferenze e Luca Montersino con più di 19mila. L’eccezione di quest’anno è Del Monaco che è il barman più votato di sempre. L’andamento complessivo conferma in ogni caso come la gran parte dei candidati abbia trovato condivisioni e sostegni. Che è poi quello che interessava di più a noi. Non abbiamo mai puntato a selezionare il migliore o il campione assoluto, ma a fare giocare tutti in squadra, anche se poi alla fine si deve trovare un capitano.
Un altro elemento importante è la centralità del mondo dei social. Chi più chi meno, tutti hanno contato sul fatto di essere conosciuti e presenti in rete con ampie cerchie di amici. Il supporto di questi ultimi ha spinto alla fine tutti e 4 i campioni del 2016, ribaltando magari situazioni che solo l’anno prima (è il caso di Maietta e di Massobrio) li avevano visti nella metà più bassa della classifica. E parlando dei social si può oggi dire che ciò che conta è la capacità di essere credibili e coerenti. Non è tanto la visibilità in tv che pesa qui (Knam frequenta la tv, ma da quel punto vista aveva competitor come Cannavacciuolo o Cracco...), anche se aiuta. E non è nemmeno scontato che un blogger possa essere oggi più “influencer” di un giornalista. Dipende da come uno lavora e quanto è percepito come efficace. Massobrio da questo punto di vista segue altri giornalisti vincitori (Davide Paolini ed Edoardo Raspelli) che si sono alternati sul podio con conduttori o blogger come Elisa Isoardi, Sonia Peronaci, le sorelle Maci e Sara Papa.
Dai risultati del sondaggio passeremo ora ai contenuti e lo faremo come sempre nella grande festa della premiazione che, come al solito, sarà l’occasione per affrontare questioni centrali per tutto il sistema. Il focus quest’anno sarà sul piano strategico del Governo sul turismo e sull’abbinata enogastronomia ed ospitalità. Appuntamento l’1 aprile a Firenze.
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Alberto Lupini